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Calabria, il Prc in Giunta? "Prima vediamo Ferrero"

Publie le mercoledì 30 luglio 2008 par Open-Publishing

Nessuno strappo con il Pd a Milano. In Abruzzo nessun patto con Di Pietro

Calabria, il Prc in Giunta? "Prima vediamo Ferrero"

di Romina Velchi

Nessuno strappo. Nessun precipitare della situazione. Nemmeno in Calabria, dove pure la linea politica regionale diverge da quella nazionale. Il tam tam secondo cui, dopo la fine del congresso di Chianciano e l’elezione a segretario di Paolo Ferrero, sarebbero a rischio tutte le giunte in cui il Prc governa con il Pd non sembra trovare conferme. Al contrario arrivano smentite. Per esempio, Antonello Patta, capogruppo di Rifondazione comunista nella provincia di Milano, rassicura Filippo Penati sulla tenuta della maggioranza: «Un conto è la politica a livello nazionale e l’atteggiamento verso il governo del Paese. Un conto le giunte locali», dove, semplicemente, «noi di Milano abbiamo anticipato la linea del Prc».

Cioè: «In tutti gli enti locali verificheremo se il programma ha un orientamento che possiamo condividere». Bruno Casati, assessore provinciale al lavoro, assicura che «non c’è nulla di nuovo sotto il sole». Certo, «che ci siano problemi nessuno lo nega. Ma a riprova che non pensiamo neanche per sogno di far cadere la giunta Penati, oggi, come previsto, ci incontreremo per una verifica con le altre forze politiche che sostengono la maggioranza. Inoltre, è già fissata per il 12 settembre una conferenza programmatica per mettere a punto il programma per gli ultimi 300 giorni. Sarebbe pazzesco buttare tutto all’aria a 300 giorni dalla fine. O no?». La provincia di Milano è una delle amministrazioni locali che sarà rinnovata la prossima primavera e Filippo Penati ha già annunciato la sua ricandidatura sostenuta da una lista ad hoc. «Per noi - spiega Casati - vale la solita regola: si decide in base al programma».

In Abruzzo, la scadenza è più imminente: dopo l’arresto del presidente Ottaviano Del Turco, si voterà in autunno. Il segretario regionale del Prc, Marco Gelmini, smentisce che siano stati presi accordi con Di Pietro. Semplicemente, non c’è ancora stata alcuna decisione: «Rifondazione comunista deciderà all’interno dei propri organismi dirigenti - spiega Gelmini - la collocazione alle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio regionale». In altre parole, spiegano dalla segreteria regionale del Prc, «ci siamo battuti perché si andasse subito al voto. Ora serve una svolta radicale nel governo e nella classe dirigente regionale. Di Pietro, come noi, sostiene la necessità di una svolta radicale e per questo viene avvicinato alle nostre posizioni».

In ogni caso, «il nostro ragionamento parte da tre considerazioni - spiega ancora Gelmini - L’assoluta pulizia delle liste: non ci devono essere inquisiti (e su questo è d’accordo anche il Pd); il Partito democratico non ha i titoli per avanzare una candidatura; e noi proporremo un candidato non necessariamente targato Rifondazione, ma una figura della sinistra». Attorno alla quale costruire, eventualmente, un’alleanza. Insomma, si tratta di «scelte difficili» per le prime elezioni «di un certo peso, dopo il nuovo corso del Prc». Come dire: saranno oggetto di approfondito dibattito.

Più complicata la vicenda della Calabria. Ieri, era convocato il comitato politico regionale con all’ordine del giorno la decisione di tornare al governo della regione. Il segretario regionale, Pino Scarpelli (vendoliano) è favorevole e lo ha ribadito nella sua relazione: «Siamo usciti dalla Giunta regionale per mettere davanti agli occhi di tutti ciò che la gente ci chiedeva. Oggi c’è una nuova idea della Giunta regionale, ma c’è anche un cambiamento nel mondo politico calabrese specialmente dopo la sconfitta elettorale che abbiamo subito. C’è, in altri termini, la voglia di stare insieme col centrosinistra anziché andare da soli, specialmente in vista delle prossime competizioni elettorali».

Scarpelli, però, ha anche proposto di accogliere la richiesta, che Ferrero ha avanzato in una lettera, di congelare la decisione e di organizzare in tempi brevi una riunione perché, si legge nella lettera, «una decisione così rilevante possa avere un confronto approfondito». «Il congresso è finito - ha spiegato Scarpelli - e Ferrero è il segretario di tutti. Così come noi abbiamo iniziato un percorso che è politico. Perciò ho ritenuto giusto proporre al Cpr di rinviare la decisione».

Solo che il comitato regionale è stato pesantemente contestato per l’assenza del numero legale da una parte dei membri del Cpr (di tutte le mozioni, anche di quella che sosteneva Vendola al congresso) che ha abbandonato per protesta la riunione: «Oltre al motivo politico del rientro in Giunta regionale, c’è anche il problema del numero legale che questo comitato regionale non ha. Eppure sono andati avanti lo stesso. E’ gravissimo», hanno commentato.

E’ finita che il Cpr ha comunque accolto la proposta del segretario regionale di non prendere una decisione definitiva sul rientro nella giunta regionale, pur ribadendo la propria linea politica: «E’ giusto che ci sia un confronto con il partito a livello nazionale - valuta Scarpelli - Non vogliamo fare strappi, ma vogliamo ascoltare il compagno Ferrero. E chissà che non ci convinca. Anche perché questo non è uno scontro sui documenti contrapposti del congresso, ma appunto di linea politica».