Home > Carcere duro per Del Turco
di Emiliano Sbaraglia
Cella d’isolamento per il governatore della regione Abruzzo, arrestato la scorsa mattina insieme ad altri esponenti della giunta, sia di centrodestra che di centrosinistra. Il procuratore Trifuoggi è certo delle decisioni prese: "Stavano distruggendo la sanità". Le perplessità del "Riformista", la posizione del coordinatore Sd Fava: "Se le accuse sono fondate, i nostri devono uscire subito dall’alleanza regionale"
Secondo il procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi, titolare dell’inchiesta che ha portato all’arresto del governatore della Regione Ottaviano Del Turco, "ci sono le prove: stavano distruggendo la sanità in Abruzzo". Trifuoggi convoca una conferenza stampa, perché "è meglio evitare di mandare in circolo notizie infondate e contraddittorie", spiegando che "gli arresti sono stati spiccati perchè erano pronti provvedimenti che avrebbero buttato non in ginocchio, ma sottoterra la sanità abruzzese". Trifuoggi apre la sua cartellina e tira fuori i suoi fogli, frutto di due anni di indagini. Poi è lapidario: "Ci sono una valanga di prove che non lasciano spazio a difese".
Il carcere, dunque, per Ottaviano Del Turco; e un carcere duro, in isolamento, che lascia perplessi molti, non soltanto nel mondo politico. Ancora il procuratore Trifuoggi giustifica la scelta dicendo che le ordinanze di custodia si sono rese necessarie "per evitare la reiterazione del reato", in particolare l’inquinamento delle prove. Poi aggiunge: "Non abbiamo messo le manette a nessuno, non c’è stata nessun spettacolarizzazione: non ne abbiamo bisogno", polemizzando infine con Silvio Berlusconi: "E’ veramente assurdo che in una vicenda simile si parli di teorema".
C’è chi però rimane perplesso dal profilo professionale maturato in questi anni dal procuratore.
Dalle colonne del quotidiano "Il Riformista" (che ha titolato a tutta pagina "Tornano le manette"), Trifuoggi apparterrebbe infatti a quella categoria di magistrati particolarmente dediti alla spettacolarizzazione delle loro inchieste alla quale, secondo l’articolo di Peppino Caldarola, devono essere inseriti anche i vari Forleo, De Magistris, Woodcock. Questi ultimi due, rivela invece un approfondimento a firma Fabrizio D’Esposito, laureati in legge nella stessa università di Trifuoggi. Il quale, però, viene tirato in ballo per questioni ben più corpose.
Tra tutte quella risalente allo scorso autunno, allor quando il deputato Udc Emerenzio Barbieri chiedeva conto al Parlamento dell’acquisto "a prezzo non commerciale" da parte di Trifuoggi di una immobiliare della società Vittoria s.r.l., il cui amministratore unico risultò essere Biagio Liguori, inquisito dalla procura di Pescara per reati di usura, estorsione, erogazione abusiva di prestiti a terzi. Il procuratore non negò l’acquisto dell’immobile,dichiarando di non essere a conoscenza dell’inchiesta su Liguori.
Ecco perché (come titolato ieri dal nostro quotidiano-web) sembra assistere a un ritorno al passato: non tanto per la nascita di un "nuova Tangentopoli", come continua a dichiarare Antonio Di Pietro, ovvero di una "versione meridionale di Mani Pulite" (ancora Caldarola), quanto piuttosto per questa tendenza a confondere, più o meno volontariamente, da più parti, la realtà concreta dei fatti. Il partito della politica contro il partito dei giudici, insomma, ancora una volta sembra essere l’unico esito possibile per vicende come queste.
Nel frattempo il mondo politico continua a interrogarsi su quanto accaduto in questi ultimi giorni. E se restano dubbi per una detenzione così dura riservata a Del Turco ("Come un mafioso" accusano alcuni suoi ex-compagni del Partito socialista), nel Pdl cominciano invece a evidenziarsi alcuni distinguo rispetto alla posizione del premier. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa calibra il tiro: "Silvio Berlusconi ha una sua particolare sensibilità sul tema della giustizia, più che comprensibile vista la sua storia particolare. Detto questo, però, di fronte a episodi come questo bisogna stare in doverosa attesa dell’evoluzione della procedura. Guardo con attenzione a quello che avverrà, augurando a Del Turco di essere innocente, ma senza dare giudizi di assoluzione prima del tempo".
Il coordinatore di Sinistra democratica Claudio Fava, non sembra proprio intenzionato a fare sconti: "Nel caso specifico abruzzese, se risultassero fondate le accuse mosse contro il presidente della Regione ed alcuni suoi collaboratori, oltre che ad esponenti politici locali del Pd e del centrodestra, Sinistra democratica riterrà conclusa l’esperienza di governo del centro sinistra in Abruzzo e chiederà il ritorno immediato al voto. Negli ultimi mesi - prosegue Fava- episodi di intreccio perverso tra politica e affari hanno prepotentemente riportato all’attenzione dell’opinione pubblica il tema della legalità nella gestione della cosa pubblica, e siamo ben oltre il livello di guardia. Il problema non sono i giudici che conducono le indagini, bensì i fatti per cui vengono incriminati i politici: ed è inaccettabile che Berlusconi colga ogni occasione per scagliarsi contro la magistratura".
Un Berlusconi che, come ricordato, aveva subito parlato di "teoremi", senza praticamente neanche essere a conoscenza dei fatti. Fatti di cui il procuratore Trifuoggi è invece più che certo: "Abbiamo riscontrato l’80% dei fatti. Ci sono puntigliosi riscontri da intercettazioni, documenti; abbiamo trovato tutte le ricevute dei prelevamenti. Nell’auto dell’ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga (una Porsche nuova di zecca), è stata trovata una valigetta contenente 113 mila euro. E abbiamo pure i ticket dei telepass autostradali di quando i soldi venivano portati a Collelongo, la residenza abruzzese del presidente Ottaviano Del Turco. Una parte delle tangenti sono state investite per acquistare case; altri soldi sono stati versati su conti correnti riconducibili alle persone indagate. E poi ci sono le registrazioni dei colloqui che l’imprenditore Vincenzo Angelini ha avuto con i politici corrotti".
Inoltre, i soldi pare servissero a Del Turco anche per portare otto senatori con sé nell’allora nascente Partito democratico. In cambio, la Giunta regionale avrebbe adottato provvedimenti favorevoli all’imprenditore delle cliniche private. E a coronare il tutto, dopo aver saputo delle indagini della Procura di Pescara, lo stesso Del Turco chiese un incontro al procuratore generale de L’Aquila, al termine del quale però il pg informò il collega e gli inviò una relazione, ora allegata agli atti dell’inchiesta.
Anche da qui la richiesta di isolamento per Ottaviano Del Turco.
aprileonline