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Il testo si avvale dei seguenti articoli:
http://www.ecn.org/filiarmonici/usa-040627.html
http://it.geocities.com/antirepressione/mondo/carcere_globalizzazione.html
Se le perversioni delle carceri e il rinnegamento dei diritti umani sono un pesante indice del livello di civilta’ di un popolo, gli Stati uniti presentano una macchia abominevole nella storia dell’Occidente.
La situazione carceraria americana ha cominciato a degradarsi velocemente soprattutto dopo l’era Reagan, accrescendo il suo orrore coi reati contro l’umanita’, contro l’ordine di tutto il mondo, il diritto internazionale, il veto alle armi proibite, le varie Guantanamo, le sedi di tortura disseminate sul globo, l’abuso delle basi militari, i sequestri di persona, le restrizioni ai diritti interni del Patrioct Act, la condotta indegna della CIA, la sottrazione degli USA ai tribunali internazionali, la protezione alle aggressioni di Israele, il veto che castra le risoluzioni ONU, la pesante imposizione economica... tutto cio’, accompagnando le guerre di pura aggressione imperialista, ha degradato sempre piu’ gli USA, togliendoli dal novero delle nazioni civili e democratiche.
La tortura, l’aggressione, la guerra di puro attacco, la negazione dei diritti umani e la rapina su scala mondiale fanno degli USA il maggiore agglomerato terroristico del mondo, il primo pericolo per le sorti dell’umanita’, un pessimo esempio per le democrazia di tutto il mondo.
Le carceri USA sono uno scenario di puro orrore che infierisce sulla parte piu’ povera della popolazione, negando il principio primo di ogni democrazia: l’eguaglianza di tutti di fronte alla legge e il principio altrettanto primo di ogni civilta’: il rispetto dei diritti imprescindibili dell’uomo.
Possiamo dire anzi che i maggiori criminali USA, essendo proprio al potere, distruggono qualunque valore la storia americana abbia mai prodotto e glorificato gettando questo paese nella feccia della storia.
La senatrice californiana Diane Feinstein, dopo aver visto le prigioni all’aperto di Guantanamo con gli incappucciati che tentano disperatamente di uccidersi, ha dichiarato: “Le prigioni USA sono addirittura peggiori di queste!”
"Nelle prigioni US si corrono grossi rischi di stupro, si deve necessariamente far parte di una gang o pagarsi la protezione per evitare di esser ammazzati o brutalizzati".
”Negli ultimi decenni il sistema carcerario statunitense e’ cresciuto come un vero e proprio cancro sociale che ha divorato la vita di milioni di persone. “
Il sistema carcerario statunitense e’ privato, e’ business, una vera e propria multinazionale delle sbarre.
Uno stato, che per bocca del suo presidente si dichiara illuminato da Dio, cura catene di preghiere su internet e presenta forme di confessionalismo a livelli fanatici, mentre pretende di esportare la democrazia e di essere lo sceriffo del mondo.
Un governo che infarcisce di citazioni bibliche i discorsi politici e dichiara di difendere la vita dell’embrione e del nascituro, mentre esibisce il nome di Dio sulle portaerei, mostra progressivi imbestialimenti nel rispetto dell’essere umano.
Con l’ampliarsi del gap tra ricchi e poveri, col ridursi agghiacciante dello stato sociale (44 milioni di americani non hanno alcuna assistenza sanitaria e il livello delle scuole pubbliche e’ in continua degradazione), con governi che tendono a sottrarre fondi al welfare per riversarli in attivita’ aggressive o di pura speculazione privata, la tutela dei cittadini e’ stata sostituita dall’incrudelirsi delle pene. Si noti che essa non corrisponde affatto a un aumento della criminalita’ e che l’alibi del terrorismo e’ servito unicamente a indebolire le leggi di tutela dell’uomo, della sua privacy, dell’habeas corpus, del giusto processo, dei diritti civili ecc.
Alla fine del 2002, il totale dei reclusi americani era di 2 milioni, 766 su 100.000 abitanti (in Giappone era 47; in Norvegia 56; in Francia 80; in Italia 94; in Germania 97. Solo la Russia postmarxista ha cifre paragonabili: 730 detenuti ogni 100.000 abitanti, e, come si vede, gli USA la superano. Lo stato piu’ carceriere dell’Occidente!
Il governo americano spende più per costruire prigioni che per fare universita’.
Se ai detenuti aggiungiamo chi e’ in liberta’ condizionata, alla fine del 2002 risultava che il 2,5% della popolazioni era in prigione o sotto sorveglianza giudiziaria, il 5% dei maschi americani, oppure, togliendo minori e anziani, su 13 maschi adulti uno era in carcere.
Che uno stato incarceri un maschio su 13 non da’ certo l’idea di uno stato civile ma di uno stato lager.
Alla fine del 2003 i cittadini americani in detenzione erano saliti a 7 milioni.
Si può essere detenuti per il solo possesso di stupefacenti o per guida spericolata o per stato di ebbrezza. Ma, dopo l’avvento del grande alibi del terrorismo, si puo’ essere detenuti anche senza motivazione.
Le minoranze etniche, i poveri, i neri, costituiscono il 70-80% della popolazione carceraria.
La liberta’ vigilata viene data soprattutto agli americani bianchi.
La cosa folle e’ che questo aumento di carcerati non corrisponde a un aumento di criminalita’ ma solo a un aumento della repressione e a un inasprimento delle pene, grazie all’avvento di governi sempre piu’ inumani e repressivi.
L’America diventa sempre piu’ cattiva e ingiusta. La stessa polizia mostra nel tempo una ferocia in crescita (vd. l’automobilista freddato con un colpo di pistola al capo per aver superato i 90 all’ora, o i sempre piu’ frequenti casi di pestaggi ingiustificati di neri che hanno provocato rivolte civili).
Se l’industria della guerra e delle armi e’ la prima industria americana per fatturato e potere (ci sono 250 milioni di armi private per 280 milioni di americani, e gli USA alimentano i traffici di armi e le guerre e il disordine di tutto il mondo, mentre le lobbyes della guerra e delle armi nominano i governi), possiamo dire che in testa all’economia americana c’e’ anche l’industria delle prigioni (7% delle spese statali), questo e’ l’imbarbarimento e l’imbestialimento del popolo che pretende di dettare legge al mondo ed ha ormai sporcato oltre ogni limite il senso della democrazia.
Anche in Italia, nell’imitazione del peggio degli USA, l’80% delle detenzioni dipende da un’assurda legge punitiva del consumo di droga e da leggi antidemocratiche sui migranti e sugli strati piu’ poveri e meno protetti della popolazione.
Nel 2001, l’America contava 160 istituti di pena con una crescita del 35% l’anno. Non solo le prigioni sono un business ma i detenuti prestano lavoro coatto gratuito, costituendo una mano d’opera a tale basso prezzo che la potente lobby del Correctional Business esercita forti pressioni su politici e magistrati per impedire che nuove procedure e norme sulla liberta’ provvisoria che abbasserebbe i suoi profitti, incoraggiando, di fatto, l’incremento delle carcerazioni.
"Le carceri americane sono private e questo bel business ha favorito un sistema carcerario sempre piu’ impersonale e automatizzato, con alti livelli di sorveglianza e progressiva riduzione del personale, in particolare sanitario, con conseguenze drammatiche. Su 9 milioni di detenuti liberati, nel 2002, piu’ di un milione e 300mila erano portatori dell’epatite C, 137.000 avevano l’Aids e 12.000 la tubercolosi."
"Peggio ancora sono i penitenziari di massima sicurezza, i "Supermax", dove sono piu’ di ventimila i detenuti rinchiusi in isolamento prolungato, in piccole celle spoglie per 23 ore al giorno. Il pasto e’ passato attraverso una fessura nella porta di metallo. Non possono vedere ne’ parlare con nessuno. Non possono guardare dalla finestra e sono soggetti a 24 ore di luce artificiale. Non possono effettuare chiamate telefoniche, avere visite o contatti. Girano per il carcere con braccia e gambe incatenate accompagnati sempre da due guardie, una delle quali ha a disposizione una pistola a scariche elettriche per segnalare al prigioniero la "giusta direzione" da prendere. Molti di loro detenuti hanno gravi disturbi mentali."
"In California le prigioniere classificate come "pericolose per la sicurezza" possono essere tenute in isolamento a lungo termine nella "Security Housing Unit" (SHU), unita’ di massima sicurezza nella prigione statale di Valley.
Le donne nelle Security Housing Unit passano dalle 22 alle 24 ore al giorno in una piccola cella di calcestruzzo, senza alcun tipo di lavoro o rieducazione, e mangiano, si lavano e defecano osservate da guardie di sesso maschile. Ogni volta che lasciano o ritornano nella loro cella vengono perquisite a fondo e ammanettate. Moltissime di loro hanno gravi problemi mentali.
Le strutture di massima sicurezza come quella di Valley stanno proliferando in tutto il sistema carcerario degli Stati Uniti e, in alcuni casi, l’intera prigione e’ di massima sicurezza. Secondo Amnesty International, "le condizioni di queste strutture violano gli standard internazionali per il trattamento dei prigionieri", mentre un rapporto di Human Rights Watch afferma che "l’assenza di interazione con altri individui, l’assenza di stimoli mentali, la mancanza di qualsiasi cosa possa rendere la vita accettabile, sono fattori di distruzione fisica, psicologica ed emotiva"."
"Le carceri USA sono un vero e proprio ricettacolo di orrori, non solo in Iraq. Nel ‘94 un campione rivelo’ che il 22% dei detenuti uomini ed il 7% dei detenuti donne denunciavano violenze sessuali. Nel 2000 in una ricerca similare in sette prigioni, il 12% dei detenuti uomini affermo’ di aver subito violenze sessuali. Un quinto degli intervistati sosteneva di aver subito questi abusi da parte del personale carcerario."
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“Ogni mattina negli Stati Uniti 2 milioni di persone iniziano e concludono la loro giornata dietro le sbarre di una prigione federale, statale o di contea, mentre altri 5 milioni la trascorrono tra braccialetti elettronici, arresti domiciliari, appuntamenti con agenti della probation e test antidroga; in tempo di elezioni poi, 4 milioni di cittadini americani rimangono a casa, privati del diritto di voto in seguito a una condanna penale.” (nda. Si puo’ perdere il diritto elettorale anche per una semplice infrazione stradale. In Usa votare non e’ un diritto, e dipende da una richiesta; spesso, nelle zone piu’ degradate la risposta alla richiesta avviene “dopo” le elezioni stesse e il permesso a votare viene negato per futili motivi. I modi per privarne i piu’ poveri sono molti e frequenti. Alla fine i governanti federali o nazionali dipendono da una manciata di voti dei ceti piu’ ricchi)."
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"In USA il cronico sovraffollamento degli istituti di pena e il drastico ridimensionamento delle risorse destinate alla risocializzazione e al reinserimento lavorativo - per non dire di una sistematica compressione dei diritti dei reclusi, spesso apertamente perseguita con politiche penitenziarie orientate a sopprimerne la personalita’ e ogni autonomia...- si traduce in una realta’ quotidiana di suicidi, auto-mutilazioni, violenze e abusi tra detenuti”
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"Oggi gli Usa godono di un primato planetario: dall’80 la popolazione penitenziaria si e’ piu’ che triplicata, con 2.130.000 detenuti a meta’ 2004. Il tasso di detenzione e’ il piu’ alto del mondo: 726 cittadini incarcerati ogni 100mila, 7 volte piu’ che in Italia. Dati tanto piu’ rilevanti se si considera che negli Usa i detenuti sono solo un terzo della popolazione soggetta a sanzioni penali: oltre 4 milioni sono sottoposti alle misure alternative della probation e della parole, e questo porta a circa 6 milioni e mezzo le persone che subiscono qualche forma di trattamento penale."
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"Queste cifre mostrano come ai processi di globalizzazione corrisponda negli Usa e nella maggioranza dei paesi occidentali una trasformazione non solo delle politiche penali ma delle stesse funzioni dello Stato. Il controllo sociale e’ divenuto la funzione centrale assegnata dai processi di globalizzazione alle autorita’ politiche degli Stati, e il controllo e’ praticato come repressione poliziesca nei confronti degli appartenenti a categorie sociali considerate statisticamente devianti. E va sottolineato il fatto che non esiste alcun rapporto sicuro fra espansione della popolazione carceraria e aumento della criminalita’."
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"L’amministrazione penitenziaria tende a occupare gli spazi lasciati liberi dalla smobilitazione di ampi settori politici e socioeconomici del Welfare State. Con un drastico passaggio da una concezione «positiva» della sicurezza - come prevenzione collettiva dei rischi e come solidarieta’ sociale - a una concezione «negativa» della sicurezza, intesa come tutela poliziesca dell’incolumita’ individuale.... la deregolamentazione economica e l’iper-regolazione penale vanno di pari passo: il disinvestimento sociale suppone e provoca il sovra-investimento carcerario, l’unico strumento in grado di far fronte ai conflitti causati dalla demolizione dello Stato sociale e dall’insicurezza materiale che si diffonde negli strati inferiori della piramide sociale."