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Carlo, Rachel e il gioco di Lottchen. Una recensione
Publie le venerdì 30 luglio 2004 par Open-Publishing< Carlo, Rachel e il gioco di Lottchen >,
Appunti per una recensione.
Contento di esserci stato, anzitutto. Contento di essere uno degli 
ottantaquattro, contati personalmente da Giuliano Giuliani - < secondo 
una vecchia abitudine dei sindacalisti >, ironizzerà al termine dalla 
serata - presenti ieri sera al Teatro Modena.
Piero Arcangeli ha musicato le ultime mail di Rachel Corrie, la 
pacifista americana uccisa il 16 marzo 2003 da un bulldozer 
dell’esercito israeliano, mentre tentava d’impedire la demolizione della 
casa di un medico palestinese. Le ha accostate ai versi ispirati del 
poemetto Painful Blessings di Rob Brezney (< This is a perfect moment. 
It’s a perfect moment for many reasons, but especially because you and I 
are waking up from our sleepwalking thumbsucking dumbclucking collusion 
with the masters of illusion and destruction. >), ricopiate dalla stessa 
Rachel nei suoi quaderni, cui fanno da contrappunto le pagine di Elsa 
Morante, tratte da Il mondo salvato dai ragazzini.
La canzone della 
stella gialla in apertura, storia di Carlotta, bambina tedesca ariana, 
che reagisce alle leggi razziali di Hitler indossando la stella di 
David, fino a spingere tutti quanti ad imitarla ed evitare così guerra e 
shoah. A chiudere l’Addio, sorta di requiem-lamento. Arcangeli inverte 
l’originario ordine del libro, < per evitare qualsiasi intento 
consolatorio, che non deve essere e non è la funzione propria dell’arte >.
La musica di Arcangeli ha in sé la spiritualità solenne delle opere di 
Britten. L’Ensemble In Canto, diretta da Fabio Maestri, asseconda la 
partitura con cuore e disciplina. La soprano Alda Caiello conduce alla 
superficie le sonorità del profondo. Di Valentina Cresta la puntuale 
recitazione.
Die Goldlottchen, A secular Chant, In luogo notturno, questi i titoli 
dei tre movimenti, probabilmente non sono per tutti i palati, nonostante 
la fruibilità e l’universalità del messaggio, ma di certo dimostrano 
ancora una volta come l’arte, anche e soprattutto oggi (vedi le campagna 
anti-Bush condotta da cantanti, registi e scrittori americani con le 
loro produzioni), possa dare un contributo significativo alla memoria e 
al pensiero critico.
Un doveroso ringraziamento finale va a Tom Benetollo, che questa 
iniziativa ha prima voluto e poi da lassù accompagnato.




