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Caro Giordano, nel Partito si sta anche quando si è in dissenso e in minoranza
Publie le venerdì 9 gennaio 2009 par Open-PublishingCaro Giordano, nel Partito si sta anche quando si è in dissenso e in minoranza
di Claudio Grassi
C’è una cosa che il compagno Giordano, nella sua intervista a Repubblica di oggi, non prende in considerazione: la democrazia.
Capisco che non si condivida la linea emersa dal recente congresso di Chianciano, ma è quella che è stata scelta dalla maggioranza. Perché non la si rispetta?
Mi è capitato negli ultimi due congressi prima di Chianciano di non condividere la linea che era stata scelta, ma mai ho pensato di non riconoscerla o di fare una scissione!
Perché non si vuol dare la possibilità - magari operando criticamente, ma lealmente - a questo gruppo dirigente e a questa linea politica di sviluppare la propria iniziativa? Di misurarne l’efficacia e il consenso? Si pensa di essere i depositari della verità? Non c’è un po’ troppa presunzione in questo atteggiamento? Ma veramente qualcuno pensa di essere ancora credibile e poter dispensare lezioni, dopo essere stato protagonista del disastro del 13 e 14 aprile?
Oltre a ciò penso che il compagno Giordano, annunciando la scissione da Rifondazione Comunista, stia commettendo anche un grave errore politico.
In nome dell’unità a sinistra si propone l’ennesima scissione, la costruzione del quinto micro partito e il conseguente indebolimento del soggetto politico più forte a sinistra del Pd che è, appunto, Rifondazione Comunista.
Prevedo che sarà un ennesimo fallimento, come lo sono state dal 1991 ad oggi, tutte le scissioni da Rifondazione Comunista. La strada è un’altra e se fosse stata rispettata da tutti in questi anni non saremmo in questa situazione: si resta nel partito anche quando, temporaneamente, si ha un dissenso. Non si può fare un Partito tutte le volte che non si condivide una linea politica!
Caro Franco, nel Partito si dà il proprio contributo e ci si sta quando si è in maggioranza, ma anche quando si è in minoranza.