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Caro poliziotto

Publie le sabato 31 ottobre 2009 par Open-Publishing
2 commenti

Caro poliziotto di regime che scrivi ai blog per dichiarare la tua onestà…

Mi pare a questo punto inutile fare discorsi fasulli. La buona fede si attesta solo con una responsabilità civile e questa ormai non esiste più in Italia. I casi personali di onestà privata non ci interessano più, sono diventati solo l’eccezione alla regola. Se l’arma si è screditata, prova a farti un esame di coscienza e ad esaminare i fatti.

L’Italia subisce una deriva pesantissima antidemocratica e in questa deriva le forze di sicurezza hanno colpe che non possiamo trascendere.

Il fatto gravissimo è che in Italia nessun Governo ha voluto porre come reato la tortura da parte delle forze dell’ordine, come sarebbe giusto e lecito in qualunque democrazia, e queste forse, non più di sicurezza, infieriscono a piede libero contro i cittadini e, quando arrivano anche a uccidere, sono premiate.

Questa è l’evidenza durissima che toglie ogni credibilità alle difese personali e alla pretesa di una onestà generale.

L’omertà esistente tra di voi è scandalosa. Di fronte a casi come quello di Marrazzo o del giovane Stefano Cucchi (quarta vittima dopo tre piccoli consumatori di marijuana massacrati in carcere), la stampa non pubblica nemmeno i nomi degli assassini o dei ricattatori. Maroni risponde alle domande dei giornalisti con supponenza o mutismo, quando dovrebbe fare una dichiarazione alla stampa per annunciare una inchiesta severissima. Nemmeno di fronte agli omicidi, qualche poliziotto o secondino testimonia contro i criminali interni.

A Genova la vostra condotta è stata schifosa e i processi sono finiti a suon di assoluzioni e scatti di carriera.

Persino nel caso della Uno bianca di Bologna, con sei poliziotti criminali che infierirono con torture in carcere, 103 crimini, 24 morti e 114 feriti, i cari compagni dell’arma parlarono.

L’omertà interna tra di voi è sempre stata pari a quella di un gruppo mafioso.

Per Placanica si protesse un ufficiale di grado superiore stando bene attenti che il suo nome non venisse mai fuori e si attentò anche alla vita di Placanica perché non parlasse.

Al G8 di Genova l’omertà coprì i colpevoli con una pioggia di testimonianze false e tutto finì con l’abominio delle premiazioni e la conservazione del responsabile in capo che venne gelosamente ereditato dai governi successivi.

Nessuno hai mai testimoniato sul discorso di Fini alla caserma di Bolzaneto che in pratica incitava al massacro, alle torture e agli omicidi. Persino Di Pietro si tirò fuori dalla richiesta di una commissione parlamentare che indagasse sulle responsabilità politiche del massacro comandato.

La vostra condotta, quando pestate a morte un poveretto come avete fatto con Aldrovandi per strada o le altre 4 povere vittime in carcere, è infame.

E con un governo che ha tagliato 3 miliardi ancora alle sicurezza, avete anche la faccia di votare destra!

Ormai i tempi del ’si dovrebbe’ ’sarebbe bene’, sono finiti.

Stiamo diventando come l’Argentina, e questo anche grazie a voi.

Che ci veniate anche a scrivere lettere melense sull’onestà e il rispetto che il singolo poliziotto ha per le leggi e la persona del cittadino, ci sembra a questo punto una sfacciataggine enorme. Non viviamo nella telenovela ‘Carabinieri’. E la realtà comincia a discostarsene troppo.
Siamo in un paese dove la ‘privacy’ di chi comanda è sacra e la si comanda con leggi che strangolano la magistratura, la stampa e i processi, ma l’’habeas corpus’ del cittadino è stato troppo calpestato da dx e da sx perché si possano ancora raccontare le favoline del buon poliziotto.

Caro poliziotto, non si possono perpetrare crimini e pretendere di salvare la reputazione!

masadaweb.oreg

Messaggi

  • ORMAI C’è TROPPA OMERTà NELLE ISTITUZIONI E PENSO CHE NON CI SIA PIù IN ITALIA LO STATO DI DIRITTO!!!!!!!! FORSE VOGLIONO SUPERARE CERTE DITTATURE SUD AMERICANE?

  • Correva l’anno di grazia 1974, Roma, disordini vicino a Piazzale Clodio che sfociarono nella morte di uno studente greco (Mantakis), un poliziotto che - compatecipe in un gruppo di selvaggi scatenati - si trovò a fermare un giovane ingessato e claudicante e frenare - non del tutto - i suoi colleghi di stellette che lo volevano massacrare di botte, mi dichiarò - in tutta confidenza - che avevano ricevuto l’ordine di non fare prigionieri; avrebbero dovuto picchiare e basta, senza fermarsi a raccogliere i caduti.
    Il giovane venne poi prosciolto, dopo le percosse ed il carcere brevissimo subìto, da ogni accusa, colpevole solo di transitare al momento sbagliato nelle vicinanze ove si era dato sfogo alla violenza istituzionale, anche contro deboli ed inermi, incolpevoli.

    Anticipo del G8 adveniente!