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Caro-rate mutui, boom pignoramenti, esecuzioni immobiliari +19%

Publie le sabato 13 ottobre 2007 par Open-Publishing
4 commenti

Secondo Adusbef le famiglie italiane faticano sempre più a pagare le rate: colpa delle banche
che non negoziano gratuitamente i mutui e non applicano il decreto Bersani sulla portabilità

ROMA - Le rate dei mutui salgono con il rialzo dei tassi e le famiglie italiane faticano sempre più a farE onore al proprio impegno con le banche: quest’anno i pignoramenti e le esecuzioni immobiliari - secondo le stime dell’Adusbef - dovrebbero aumentare del 19% a causa dell’insostenibilità delle rate dei mutui, concessi per il 91% a tasso variabile e quindi suscettibili a ogni ritocco del costo del denaro.

In una nota l’Adusbef denuncia come l’insolvenza riguardi i contratti a tasso variabile "per responsabilità precisa delle banche che non negoziano gratuitamente i mutui e non applicano il decreto Bersani sulla portabilità".

Secondo i dati forniti dall’Adusbef, le famiglie che faticano a pagare le rate del mutuo sono 1,9 milioni. Complessivamente, i crescenti costi legati alla casa stanno mettendo a dura prova 3,6 milioni di famiglie, di cui 1,7 milioni incontra problemi con l’affitto, mette la parte restante sconta il caro rate.

L’associazione dei consumatori punta il dito contro le banche, accusate di "aver costretto milioni di consumatori, ad accendere mutui a tasso variabile quando, specie nel 2004, i tassi di interesse erano ai minimi storici e non si doveva consigliare o imporre (molte banche non erogavano proprio i tassi fissi) agli utenti bancari, di essere gravati di pesanti prestiti di lungo periodo (30-40 anni) a costi apparentemente più bassi che però, con il rincaro del costo del denaro, solo due anni dopo diventavano sempre più insostenibili".

Secondo le stime - precisa l’Adusbef - le procedure immobiliari o pignoramenti sarebbero pari al 3,5% del totale dei mutui, quindi a circa 120.000 su 3,5 milioni del totale, "perché la maggior parte di essi è stato erogato a tasso variabile e risente del rialzo dei tassi della Bce, quando negli anni 2003-2004 i tassi di interesse erano arrivati ai minimi storici e tutti gli indicatori stimavano un loro aumento".

(13 ottobre 2007)

http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/economia/mutui-casa/caro-rate-mutui/caro-rate-mutui.html

Messaggi

  • Però diciamo la verità: l’italiano medio è un pò tonto!!!!
    1)I mutui a tasso variabile sono stati consigliati dalle banche che, notoriamente, non sono enti di beneficienza per cui è legittimo pensare che se suggeriscono qualcosa è per il loro tornaconto e non per il tuo.Difatti le banche consigliavano i tassi fissi quando il tasso era in discesa ed il tasso variabile quando hanno raggiunto il fondo.
    2)Se un mutuo è a tasso variabile vuol dire che può variare ed è una cosa di cui tener conto.
    3) Ma veramente pensavate di avere i tassi al 2% per tutta la vita?Ingenui!!!
    4)Quando una rata del mutuo è uguale a quella di un fitto mensile una dei due è sbagliata.
    5)I mutui a lungo termine hanno rate solo apparentemente basse ed infatti ora le banche fanno mutui anche a 50 anni.
    6) La banca amica non esiste (o forse è su un pianeta non ancora scoperto).

  • Roma 11:28, 15.10.2007

    PREZZI: COLDIRETTI, CROLLANO I CONSUMI DI PANE E PASTA

    Calo record nei consumi di pane con una riduzione in quantita’ del 7,4 per cento mentre si riducono sostanzialmente anche quelli di pasta di semola che fanno registrare una riduzione del 4,5 per cento. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, svolta in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione a settembre, relativa ai acquisiti domestici degli italiani del pane Ismea Ac Nielsen nei primi otto mesi dell’anno. Su base annua - sottolinea la Coldiretti - la quantita’ di pane consumato per uso domestico dagli italiani e’ scesa nel 2007 per la prima volta sotto il milione di tonnellate (989 mila tonnellate). Una riduzione certamente collegata al cambiamento degli stili di vita ma che e’ stata anche accompagnata - precisa la Coldiretti - da un progressivo aumento dei prezzi con rincari del 419 per cento negli ultimi venti anni. Peraltro - continua la Coldiretti - il prezzo del pane mostra grande variabilita’ nelle diverse citta’ con valori medi piu’ elevati raggiunti a Milano (3,39 Euro/Kg) e Bologna (3,26 Euro/Kg) mentre livelli piu’ contenuti si registrano a Palermo (2,25 Euro/kg) e Roma (2,07 Euro/Kg) secondo le elaborazioni Coldiretti su dati osservatorio prezzi del Governo ad agosto. Una variabilita’ che - sostiene la Coldiretti - non dipende dall’andamento del prezzo del grano che e’ fissato su valori internazionali ed incide attorno al dieci per cento sul valore finale. Una differenza che dimostra come - conclude la Coldiretti - nella forbice dei prezzi alla produzione e quelli al consumo c’e’ abbastanza spazio per recuperare diseconomie e garantire una adeguata remunerazione agli agricoltori senza aggravare i bilanci delle famiglie con conseguenze negative per i consumi.

    www.repubblica.it

  • CdV, 11:51, 15.10.2007

    POVERTA’: CARITAS, FAMIGLIE A RISCHIO SE HANNO 3 FIGLI

    "Avere tre figli da crescere significa un rischio di poverta’ pari al 27,8 per cento, e nel Sud questo valore sale al 42,7 per cento". Il dato emerge dal Rapporto Caritas-Zancan sulla poverta’ in Italia, presentato oggi a Roma. Secondo il rapporto, "il passaggio da 3 a 4 componenti espone 4 famiglie su 10 alla possibilita’ di essere povere. Appartenere a una famiglia composta da 5 o piu’ componenti aumenta il rischio di essere poveri del 135 per cento, rispetto al valore medio dell’Italia. Ogni nuovo figlio, dunque, costituisce per la famiglia, oltre che una speranza di vita, una crescita del rischio di impoverimento. L’Italia, coscientemente o meno, incoraggia le famiglie a non fare figli". "I risultati di una tale politica - sottolinea il testo - si vedono: l’Italia occupa uno degli ultimi posti al mondo per indice di natalita’". Per Caritas e Fondazione Zancan occorre "un approccio multidimensionale al problema poverta’, che non tenga conto solo dell’aspetto monetario, ma evidenzia che se la poverta’ non e’ aumentata, e’ cresciuta l’insicurezza delle famiglie italiane per la preoccupazione di non essere in grado di far fronte a eventi negativi come per esempio l’improvvisa malattia, associata a non autosufficienza, di un familiare, o l’instabilita’ del rapporto di lavoro, o gli oneri finanziari sempre maggiori (ad esempio, mutui a tasso variabile)".

    www.repubblica.it