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Caso Cucchi, foto choc - I parenti: "Vogliamo la verità"
Publie le giovedì 29 ottobre 2009 par Open-Publishing5 commenti
La verità sulla morte di Stefano Cucchi. La implorano i familiari del trentunenne arrestato per possesso di droga e poi deceduto all’ospedale Pertini. Il padre e la sorella hanno distribuito le immagini del corpo di Stefano scattate dopo l’autopsia

Verità su Stefano Cucchi. E in tempi rapidi. La invocano la famiglia, i legali e la politica. Tutti insieme hanno convocato una conferenza stampa in senato per chiedere di fare luce sulla morte del 31enne romano, fermato giovedì 16 ottobre nel parco degli Acquedotti perché in possesso di venti grammi di sostanze stupefacenti, e morto nel reparto detentivo dell’ospedale sandro pertini giovedì 22, dopo essere passato per il tribunale, il Regina Coeli e il Fatebenefratelli. Otto interminabili giorni durante i quali la famiglia ha tentato invano di vedere il loro caro e di parlare con i medici che lo avevano in cura.
Per sollecitare l’opinione pubblica, il padre Giovanni e la sorella Ilaria hanno distribuito le foto del corpo di Stefano scattate dall’agenzia funebre dopo l’autopsia. Immagini "drammaticamente eloquenti", come le ha definite luigi manconi, presidente dell’associazione ’a buon diritto’ e promotore dell’iniziativa: "Da sole dicono quanti traumi abbia patito quel corpo- aggiunge- e danno una rappresentanza tragicamente efficace del calvario di stefano. La famiglia ha pensato molto se distribuirle, perchè oltre ad essere scioccanti fanno parte della sfera intima".
Si vede così un corpo estremamente esile (dai 43 chili del fermo è passato ai 37), con il volto devastato, l’occhio destro rientrato nell’orbita, l’arcata sopraccigliare sinistra gonfia e la mascella destra con un solco verticale, segno di una frattura.
Al momento è stata aperta un’inchiesta D’ufficio. Il legale della famiglia, Fabio Anselmo, spiega che "l’atto di morte è stato acquisito dal pm, per cui non abbiamo in mano nulla se non queste foto e un appunto del nostro medico legale". Dal quale si evince che "sul corpo non sono stati riscontrati traumi lesivi che possano aver causato la morte, ma escoriazioni, ecchimosi e presenza di sangue nella vescica. Aspettiamo gli esiti dell’esame istologico".
L’avvocato, poi, ci tiene a precisare che "noi non accusiamo nessuno. Stefano è uscito di casa in perfette condizioni di salute e non è più tornato. Chiediamo che non ci sia un valzer di spiegazioni frettolose e spesso in contraddizione tra loro e di risparmiare alla famiglia un processo su quello che è stato stefano". Il prossimo passo sarà la costituzione di un pool di medici esperti in grado di "vagliare criticamente il poco materiale che abbiamo".
Anche il mondo della politica farà la sua parte. Così promettono Emma Bonino, Flavia Perina, Renato Farina e Marco Perduca, presenti oggi alla conferenza stampa. "Cose di questo genere- ha detto perina- succedono nel far west e non in uno stato di diritto". Secondo Bonino, poi, "è in gioco la credibilità delle istituzioni. Lo stato deve rispondere all’opinione pubblica". Marco Perduca, infine, annuncia che "come commissione parlamentare sui diritti umani prenderemo in considerazione una missione ispettiva al reparto detentivo del pertini". Farina, che ha visitato il nosocomio, ha riferito infine di "una struttura peggio del carcere".
(29 ottobre 2009)
http://roma.repubblica.it/dettaglio/caso-cucchi-foto-choc-i-parenti:-vogliamo-la-verita/1763855
Messaggi
1. Caso Cucchi, foto choc - I parenti: "Vogliamo la verità", 29 ottobre 2009, 21:24, di nando
NON è LA PRIMA VOLTA CHE IN ITALIA SUCCEDONO COSE DEL GENERE E NE ABBIAMO ABBASTANZA, MANCA COMPLETAMENTE LO STATO DI DIRITTO!!!!!!!!!!!!
1. Caso Cucchi, foto choc - I parenti: "Vogliamo la verità", 29 ottobre 2009, 23:52
Tutti i dubbi sulla morte di Stefano Cucchi
I medici non avrebbero mai saputo che i genitori di Stefano Cucchi erano fuori dai cancelli del reparto carcerario per avere informazioni sul figlio. Che è morto dopo cinque giorni passati lì dentro, senza mai poter vedere un famigliare. Questo è quanto filtra dall’interno dell’ospedale Sandro Pertini. Stefano era stato fermato dai carabinieri la notte tra il 15 e il 16 ottobre. Lo denunciano per possesso e spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo l’arresto viene trasferito nel reparto carcerario del Sandro Pertini. I genitori si sono recati per tre giorni davanti al reparto. Parlavano con la polizia penitenziaria: chiedevano di entrare. O almeno di poter parlare con un dottore. Veniva risposto loro che serviva un’autorizzazione del pm, che sarebbe arrivata presto. Nessuno ha mai spiegato ai parenti che erano loro a doverla chiedere. Lo capiscono il martedì, il giorno dopo vanno in Procura e ottengono il benedetto permesso. Ma ormai è tardi: giovedì Stefano muore. Fanno in tempo solo a vedere il suo corpo e a rendersi conto che è successo qualcosa: il viso tumefatto, un occhio rientrato nell’orbita e dimagrito di cinque chili in pochi giorni. E’ vero che i medici non sono mai stati informati della richiesta di colloqui? E’ una posizione della direzione sanitaria per giustificare un comportamento irresponsabile e quanto meno poco umano da parte dei sanitari, oppure dimostra che la polizia
penitenziaria ha fatto «muro», cercando di allontanare il momento in cui i genitori si sarebbero trovati di fronte al volto del figlio pieno di ecchimosi?
E sulle cause delle tumefazioni e delle fratture ora spunta anche la versione della caduta. La voce era già girata nei primi giorni. Da ieri è «ufficiale». Lo ha riferito in parlamento il ministro della giustizia Angiolino Alfano rispondendo a un’interrogazione del deputato del Pd Roberto Giachetti. Alfano ha assicurato approfondimenti immediati: «Seguirò con estrema attenzione gli sviluppi della vicenda», ha detto, riportando in aula quanto fornito dal carcere di Regina Coeli, dove Stefano è stato portato il venerdì. Era già malconcio. Tanto che dopo un’ora nella sala matricole viene trasferito una prima volta al pronto soccorso dell’Isola Tiberina. Ma il ragazzo era arrivato in carcere già con un certificato medico: era stato visitato infatti anche in tribunale, su disposizione del giudice che si era accorto di qualcosa di strano. «Il medico dell’ambulatorio della città giudiziaria - ha riferito Alfano - ha riscontrato ’lesioni ecchimotiche in regione palpebrale inferiore bilateralmente’ ed ha avuto riferite dal Cucchi medesimo lesioni alla regione sacrale ed agli arti inferiori, queste ultime non verificate dal sanitario a causa del rifiuto di ispezione espresso dal detenuto». Passa quindi nelle mani del medico di Regina Coeli: «il referto redatto in istituto - continua Alfano - ha evidenziato la presenza di ecchimosi sacrale coccigea, tumefazione del volto bilaterale orbitaria, algia della deambulazione e arti inferiori».
Perché era ridotto così? Secondo quanto riferito dal medico del carcere Stefano avrebbe detto di essere caduto dalle scale il giorno precedente. Cioè il giovedì, quando è stato fermato dai carabinieri. Ma dove? Nella stazione di polizia di Capannelle dove è stato interrogato? Nella cella di sicurezza di Tor Sapienza dove ha passato la notte? Ammesso che la caduta sia vera queste sono le uniche due ipotesi plausibili, visto che dopo il fermo i genitori lo hanno visto a casa, dove il ragazzo era stato portato dai carabinieri per la perquisizione della sua camera. E stava bene. Il giorno dopo, in tribunale, invece il padre si accorge subito del suo viso gonfio. Ma le fonti dell’Arma finora non hanno parlato di alcuna caduta. Dicono che la notte in cella di sicurezza fu chiamataun’ambulanza, ma perché lui stava male e diceva di soffrire di epilessia.Epilessia, una caduta, oppure le botte, come sospettano i famigliari? Dove sta la verità?
La relazione di Alfano prosegue puntualizzando quanto già si sa: al pronto soccorso vengono fatte delle lastre ed emerge «frattura vertebrale L3 dell’emisoma sinistra e la frattura della vertebra coccigea». Stefano rifiuta il ricovero (eppure in tribunale aveva tentato in tutti i modi di evitare il carcere e di essere destinato a una comunità) e torna in cella. Il giorno dopo, però, i dolori sono talmente forti che viene di nuovo portato al pronto soccorso e quindi ricoverato in ospedale. Dove muore il 22 per «morte naturale». I risultati dell’autopsia parlano però di molto di più: sangue nella vescica, nello stomaco e un polmone compresso. Chi lo ha visto nel reparto carcerario racconta inoltre di un paziente cataterizzato, che non poteva neanche alzarsi dal letto. Con che codice è entrato Stefano in quella palazzina? Quel reparto non è pensato per le emergenze, non c’è la rianimazione, non c’è la Tac. I detenuti in condizioni gravi vengono normalmente trasferiti nei reparti «civili» delle palazzine A e B. Stefano non si è mai mosso dal reparto carcerario. Ieri il pm titolare dell’indagine, Vincenzo Barba, ha acquisito la cartella clinica, la trascrizione verbale dell’udienza e la sua registrazione. Ma soprattutto ha disposto una consulenza medico legale per fare luce sulle cause della morte.
Cinzia Gubbini
http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2009/mese/10/articolo/1743/
29.10.2009
2. Caso Cucchi, foto choc - I parenti: "Vogliamo la verità", 30 ottobre 2009, 07:09, di e = mc2
E’ atroce quanto è accaduto e mi auguro venga a galla la verità perché di mele marce ve ne sono molte; ma anche pere, banane, ecc..., ed anche gli alberi sono piuttosto malandati seppur in giacca e cravatta e/o galloni e stellette.
C’è molto marciume in Italia; non Stato del Diritto, ma del rovescio.
Un pensiero commossso ai genitori e familiari del massacrato.
Se quanto si presume sarà vero è delitto di Stato!
3. Caso Cucchi, foto choc - I parenti: "Vogliamo la verità", 30 ottobre 2009, 07:45, di ROSALBA
MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANA, NEANCHE UN MESE FA PIANGEVO NEL GUARDARE I FUNERALI DEI NS RAGAZZI DELLA FOLGORE....W L’ITALIA !!!!!
ORA PROVO COME SOLITO LOO SCHIFO CHE QUESTE ISTITUZIONI VOGLIONO NASCONDERE !!!!
MA I NS RAGAZZI SONO TUTTI UGUALI.
MI SPAVENTA COSA SUCCEDE, SE SEI UNA PERSONA QUALUNQUE.
LO STATO DI DIRITTO ....... E’ LATITANTE.
NO, NON E’ BERLUSCONI....SONO E SIAMO TUTTI CHE ABBIAMO VOTATO
PRIMA PRODI E POI LUI.
DIVENTARE POLITICI S I CAMBIA, SI SPORCA TUTTO.
VOGLIO LA PENA DI MORTE X CHIUNQUE, SBAGLI SPèRATUTTO LE ISTITUZIONI
CHE DOVREBBERO DARE ESEMPIO DI CIVILTA’0 E’ DIRITTO E SI NASCONDONO
DIETRO "IL POTERE".
RADIAMO IL DIRETTORE DEL CARCERE, E CHE IL MINISTRO DEGLI INTERNI COLPISCA A FONDO QUESTA OMERTA’ , PARI AL SILENZIO DELLA GENTE CHE VEDE MORIRE PER STRADA A NAPOLI, UNA PERSONA.
ABBASSO L’ITALIA. ROSALBA
1. Caso Cucchi, foto choc - I parenti: "Vogliamo la verità", 4 dicembre 2009, 12:23, di zap
la giustizia non è e non sara’ mai uguale per tutti.....il nostro caro premier ce lo ricorda ogni giorno...io non mi vergogno di esere italiano mi vergogno solo che la maggior parte degli italiani quando sono chiamati a votare non hanno il coraggio di cambiare veramente....ma tanto chi se ne frega a giugno c’è il mondiale di calcio e siamo tutti felici e contenti!!!!!!!!!!!!!!!