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Castelli, il Belzubù politico, Scelli la formica postnucleare, a Ballarò!

Publie le giovedì 10 marzo 2005 par Open-Publishing

donna proletaria
femminismo, rivoluzione, comunismo
postato da e.p.

Mercoledi 9 Marzo 2005 ore 00:00:45
Tutti in mostra, stasera, a Ballarò, il minisro Castelli, il Belzebù della ’politica’, Scelli, il ’pezzo da 90’ della Croce Rossa, la "formica del post-nucleare!"

Ho ascoltato Giuliana, in diretta.
La sua voce, limpida, sincera, senza bavaglio, mai!
Giuliana, il corpo tumefatto, dal fuoco-amico, in un letto all’ospedale, immobile, all’ospedale militare del Celio.
Perchè militare, perchè non civile?
E’ forse un soldato di guerra, rimpatriato, o forse ’ostaggio’ anche in Italia?
Non so, mi interrogo.

Il Belzebù politico, Castelli:
’Ah, ma la Sgrena deve chiarire, ci deve rivelare, ci deve spiegare, dobbiamo sapere...’
Che cosa, zucca sessista, maschio arrogante? Cosa vuoi sapere, se era in villegiatura?
Cosa vuoi dire, che si è fatta sequestrare, che è colpa sua se il Governo ha sganciato - sembra - otto milioni di dollari ai rapitori, il riscatto?

Che problema, via! I soldoni ritornano allo Stivale, li ricicla il Governo del Corano, la sharja sciita, la dolce fidanzata col velo.

Che tornano in Padania, per pagare i fornitori, ’les bonnes affaires’, degli industrialotti padani, in quel di Brescia, la ’leonessa’ d’Italia, con le sue ’fabbrichette’ di armi.
Alla domenica gli operai vengono mandati a casa per forza, il lunedì si comincia a lavorare!

Un buon rientro, questa volta, in Padania, ’colpo’ grosso, da otto milioni di dollari.

Per le ’Simoncine’, qualche dollaro, un pò di medicine scadute spacciate da Scelli.
Ed è seccato, con l’impegno che ci aveva messo, addirittura 30 minuti ostaggio pure lui con le simone, che magro affare.

Il compagno di Giuliana, Pierre- l’Innominato,- non ha diritto, alcuno. Niente matrimonio, niente ’stato civile’, niente nome proprio.

Un certo ’signor Scolari’!
Ma sì dillo, Belzebù politico, l’"amico" , l’"amante", la parola scandalosa che offende la chiesa, la Lega, impronunciabile, le beghine padane lo sgridano.

Nassyria, un’oasi di pace, conviene andarci per Pasqua!
Con la colomba della pace, candita, per i soldati!

Meglio abitare lì che a Napoli, dice Castelli. Già, però lui non abita nè a Napoli nè a Nassyria. Ci manca ’O sole mio’, e il mandolino.
Ma c’è divertimento a Nassyria, la ’tarantella’, non manca.

La guerra, una missione di ’pace’, di ’antiterrorismo’, di ristabilimento dell’ordine.

A casa altrui, a ristabilire l’ordine, vero, a migliaia di kilometri dall’Italia!

Buffone!

Scelli, ’pezzo da 90’ della Croce Rossa, la gigantesta ’formica’ del post-nucleare! Un mostro.
Come sterminarla?

L’areonautica militare USA, in cenere la Croce Rossa di Scelli, col napalm, bombardandola dal cielo!
Scelli,la convulsione di stasera, la crisi della Verità, risolutiva.

’Non ce ne andremo, non possiamo lasciare tutto!’
Cosa, non puoi lasciare, cialtrone, ’les bonnes affaires’ delle case farmaceutiche, i soldoni che ti danno?

Infame!

Ma qualche Irakeno, qualche Resistente, qualche Donna, ci sarà pure in Irak per un agguato a questo ’formicone’, un agguato giustiziere!

Possibile, che non mi riesce di vedere ’in pace’ una trasmissione, manco Ballarò, adesso, in aria di siluramento, per non aver trasmesso la vita dell’oasi pacificata dal contingente di ’pace italiano’, Nassyria.

Ci andremo per Pasqua, Castelli!

Con la colomba della pace, candita, almeno quella.

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