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Castelvolturno, i residenti si prendono la piazza
Publie le giovedì 9 ottobre 2008 par Open-PublishingCastelvolturno, i residenti si prendono la piazza
di Angela Mauro
La morte di sei africani nella strage di San Gennaro il 18 settembre scorso, gli immigrati in piazza il giorno dopo, la Camorra che nel casertano non smette di sparare e "avvertire" nonostante i checkpoint dell’esercito. E ora la protesta dei residenti. Perchè non erano "commercianti" quelli che ieri sono scesi in piazza a Castelvolturno. O almeno non lo erano tutti, visto che la manifestazione è stata convocata da un volatino anonimo, le associazioni di categoria non vi hanno aderito, alcuni esercenti si sono limitati ad abbassare le saracinesche in segno di condivisione della protesta. In circa 150, in maggioranza giovani, hanno sfilato in corteo per oltre 15 km da Ischitella lungo la statale Domiziana fin davanti al municipio. «Undici italiani morti, lo Stato dorme», «Sei africani morti, lo Stato si svergogna», recitava lo striscione. In sostanza, una denuncia di quanto accaduto nelle ultime settimane a Castelvolturno e del racconto che i media ne hanno fatto.
Sotto accusa la trasmissione di Santoro "Anno Zero". Per i manifestanti ha distorto la realtà. «Non siamo razzisti, ma la legge è uguale per tutti», diceva un altro striscione riferito alle devastazioni compiute dal corteo degli immigrati all’indomani della strage. «Il razzismo non c’entra niente - dice Daniele Patriarca, tecnico dell’ Alitalia in pensione che vive a Castelvolturno da 20 anni - chi parla a vanvera venga a vedere in quali condizioni si vive qui».
Ma in corteo ce n’è anche per il vescovo di Caserta Raffaele Nogaro («Grazie Vescovo se Castelvolturno è un ghetto») e per l’esercito inviato dal governo a pattugliare il territorio («Fermano solo noi, le donne e i bambini, non gli immigrati senza documenti»). Sul banco degli imputati anche il sindaco Francesco Nuzzo e la sua giunta (centrosinistra). E infatti quando va a vuoto la richiesta di incontro con gli amministratori locali (il sindaco non è in sede), tra i manifestanti esplode la rabbia. Urla e cori davanti al municipio, poi il blocco stradale della Domiziana per circa due ore. L’incontro con la giunta si terrà sabato.
Protesta spontanea, un po’ per dire «non siamo razzisti» (in corteo ci sono anche due immigrati: «noi siamo cittadini italiani»), un po’ per denunciare che «gli africani vengono trattati meglio dei residenti». C’è una regìa? Padre Giorgio Poletti, dei missionari comboniani che da 13 anni vive e si occupa di immigrati a Castelvolturno, è consapevole che in paese è sempre stata attiva una certa rete di persone contraria alla presenza degli africani perchè «disturberebbero i piani di riqualificazione e sviluppo della zona». Il riferimento è all’accordo di programma che anni fa ha messo fine al contenzioso tra lo Stato e i Coppola, costruttori edili principali responsabili dell’abusivismo castellano.
Un compromesso che ha dato il via ad una serie di lavori, come la già avvenuta ristrutturazione della Domiziana e altri in cantiere, per esempio il nuovo porto di Pineta Mare. «I manifestanti - dice Padre Giorgio - fanno bene a dire che Castelvolturno non è razzista, non lo è più di tante città al nord, solo che qui ci sono problemi grossi». La "rete" contraria agli immigrati di cui parla Padre Giorgio conta tra i suoi massimi sostenitori l’ex sindaco di Forza Italia Antonio Scalzone, che con la sua amministrazione fu l’artefice dell’accordo di programma. «Ricordo bene che il venerdì santo di diversi anni fa, Scalzone invocò l’impiego delle forze dell’ordine contro gli immigrati di Castelvolturno in un incontro con l’allora questore di Caserta, Rocca.
Subito dopo, lo Stato intervenne con l’operazione "Alto impatto"» contro l’immigrazione clandestina. Non solo. Nel 2003 Padre Giorgio fu anche denunciato da Scalzone per un articolo critico dell’accordo di programma uscito su "Black and White", periodico pubblicato dai comboniani di Castelvolturno. «E’ un accordo trasversale alle forze politiche, che unisce sinistra e destra, d’altronde c’è di mezzo il denaro che è un potere unificante e corruttore incredibile», è la frase incriminata nell’esposto dell’ex sindaco.
Si vedrà se la protesta aveva una regìa definita. Intanto, ieri, per via della manifestazione è saltato l’incontro tra il ministro plenipotenziario del Ghana, Jonathan Bartels, e l’amministrazione comunale per discutere del rimpatrio delle salme delle vittime della strage di Camorra.