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di Riccardo Orioles
Nizza e Savoia. Situazione sempre tesa alla frontiera
italo-francese, dove tuttavia non si registrano ancora scontri
armati. Scambio d’invettive fra Cambronne e Scajola, richiamo dei
rispettivi ambasciatori, respinta la mediazione europea, scambio
d’invettive fra i due imperatori: "Il vero Napoleone sono io!".
"Non, c’est moi le vrai Berlusconi’!". Il confronto su alcune
rivendicazioni di frontiera (Nizza, Savoia, Enel, Pinerolo) rischia
cosi’ di allargarsi a un conflitto di imprevedibili proporzioni, in
cui una dopo l’altra le varie potenze (Prussia, Sassonia, Impero
asburgico, Due Sicilie, ecc.) si schierano dall’una o dall’altra
parte, con serio pericolo per la Belle Epoque.
America. Indagine della polizia sul comportamento di alcuni agenti
che, dopo aver bloccato un sospetto malvivente, l’hanno gettato a
terra riempiendolo di calci e botte. La scena, filmata dal
videofonino di un passante, e’ finita in internet e cio’ ha indotto
le autorita’ ad aprire l’inchiesta. Totale solidarieta’ con gli
agenti, invece, della popolazione locale che non percepisce alcuna
differenza fra interventi legali o illegali della forza di polizia,
purche’ siano efficienti. E’ successo a Sassuolo, in Alabama.
Colombia. Dei due principali garanti "neutrali" delle istituzioni,
il presidente della Camera e quello del Senato, il primo ha
duramente rimproverato i magistrati che fanno indagini penali su
membri del governo e il secondo ha invitato l’operazione a dar luogo
a una crociata contro i meticci, abrogando l’eguaglianza prevista
dallo stato di diritto fra le varie etnie e religioni.
Banchieri. Dopo Sindona e Calvi, rispettivamente difesi da Andreotti
e Sindona, tocca a Geronzi di Bancoroma l’onore di essere il terzo
banchiere italiano a ricevere contro i magistrati l’appoggio
esplicito del Presidente del Consiglio in carica. Visto che la
circostanza non ha portato eccessiva fortuna ai suoi predecessori,
Geronzi farebbe bene a evitare di prendere caffe’ della cui
provenienza non sia piu’ che sicuro.
Toghe rosse. "I lettori prendano atto che nulla vale piu’, in
Sicilia, per far carriera nella magistratura, del prender parte a
processi di stampo mafioso...". Non e’ l’ennesima esternazione del
signor B. ma, con vent’anni d’anticipo, l’attacco (Corriere della
Sera 10 gennaio 1987) di Leonardo Sciascia al giudice Paolo
Borsellino. Immaginiamo Sciascia da Vespa o da Mentana, adesso,
benevolmente intervistato a proposito di questi giudici estravaganti
che non riescono a farsi - rispetto a mafiosi e politici - gli
affari loro.
Bavaglio. Si comincia coi giornalisti poveracci e si va avanti con
quelli "regolari". In Sicilia, il padrone di Telecolor ha licenziato
nove giornalisti su tredici, nonostante i milioni recentemente
guadagnati con le vendite delle frequenze. Naturalmente si tratta di
Ciancio, ma era inutile specificarlo visto che tutte le televisioni
della Sicilia sono sue, a volte intestate (per aggirare la legge) a
parenti. La nostra solidarieta’ ai nove colleghi licenziati, e
l’invito a lottare insieme ("irregolari" e "normali",
contrattualizzati e precari) non solo contro questa o quella singola
prepotenza, ma per la liberta’ di stampa nel suo complesso. Un
suggerimento al segretario nazionale della Fnsi, Serventi Longhi:
non crede che, a questo punto, converrebbe istituire un sindacato
dei giornalisti anche in Sicilia? Adesso c’e’ solo un gruppo di
tizi, per lo piu’ dipendenti di Ciancio, che si fa i fatti suoi (e
ovviamente cosi’ l’editore fa tutto cio’ che vuole).
Geronzi: "Io non avevo nessun potere in Parmalat". B.: "Le tv mi
censurano, io li’ non conto niente". Sta’ a vedere che Parmalat era
di Luxuria e che il padrone di Mediaset e’ Caruso.
Protestanti. L’associazione di volontariato Gapa, a Catania, va
avanti anche grazie a una donazione di trentamila euri che gli hanno
dato (prendendoli dal loro otto per mille) i valdesi. Nello stesso
momento, e sempre a Catania, i valdesi stanno cercando di
raccogliere fra di loro venticinquemila euri per ristrutturare la
loro sede, che ne ha bisogno. Ma non avevate i soldi dell’otto per
mille? "No, quelli ogni volta c’impegnamo a darli a chi ne ha
bisogno e a non usarli mai a fini interni". Non ho parole.
Pirati. "Basta affari sporchi a Montecarlo. Renderemo piu’
trasparenti le nostre istituzioni finanziarie" promette il nuovo
sceicco ereditario di Monaco, il "principe" Alberto Grimaldi. I
Grimaldi sarebbero dei pirati genovesi che, fra una scorreria e
l’altra, s’impadronirono della cittadina francese di Monaco e
riuscirono con vari escamotages a tenersela fino a oggi, aggiornando
tuttavia di secolo in secolo i metodi operativi della loro
attivita’. Adesso, per esempio, Monaco non e’ piu’ base di
brigantini armati ma semplicemente di riciclaggi, brokers
internazionali, societa’ fantasma e finanzieri veloci. I giudici
francesi si sono lamentati piu’ volte di questa enclave illegale,
che tuttavia fa molto comodo e viene dunque tollerata.
Rispetto 1. Sud. Straordinario successo dell’esposizione delle
reliquie di Padre Pio a Brancaccio, un quartiere mafioso di Palermo.
La cosa e’ tanto piu’ strana, in quanto la popolazione locale non e’
affatto cristiana ma adora alcuni antichi dei cartaginesi, che
richiedono - fra le altre cose - dei sacrifici umani. In passato, la
Chiesa di Roma ha inviato sul posto dei coraggiosi missionari, che
pero’ sono stati scacciati dagli indigeni oppure (come avvenne a
padre Puglisi, nel settembre ’93) senz’altro uccisi. Alla fine, in
Vaticano s’e’ deciso che convertire quel popolo era praticamente
impossibile, e che tanto valeva cercare d’inserirsi ponendo, fra i
numerosi idoli sanguinari locali, qualche idolo proprio che
quantomeno desse l’esempio d’una idolatria meno feroce. E cosi’ e’
stato fatto.
Rispetto 2. Nord. Sara’ un siciliano il capolista di Forza Italia in
Lombardia, e si tratta del palermitano Marcello Dell’Utri, scelto
per i suoi insigni meriti politici e culturali. Cosi’ la Sicilia
potra’ continuare a civilizzare la Lombardia, cosa che avviene ormai
da una buona ventina d’anni con la gioiosa approvazione delle due
parti.
Promemoria. Bush, che interviene smaccatamente nelle elezioni
italiane appoggiando Berlusconi contro Prodi, merita la nostra
riconoscenza perche’ ci ricorda la posta principale di queste
elezioni. Non si tratta solo di cacciare una banda di allegri
ladroni e un presidente ormai allo stato Fujimori, ma anche e
soprattutto di tornare alleati all’Europa, che due anni fa abbiamo
tradito a favore dell’impero. L’Europa e’ piu’ civile, piu’ ricca,
piu’ produttiva; l’impero ha le armi. La scelta e’ apparsa facile
agli "statisti" brianzoli. Grande stupore ogni volta che dall’Europa
arrivano calci, fischi e spintonate, da cui le armi ovviamente non
possono difenderci.
Blog-bufale. Culture giovanili, ribellione, voglia di liberta’: sono
questi i nuovi grimaldelli utilizzati dai piazzisti pubblicitari per
far breccia nel mercato degli adolescenti con tattiche di vera e
propria "guerriglia comunicativa" basate sull’occultamento del
marchio aziendale e sulla creazione di nuovi simboli. L’apripista di
questo fenomeno e’ stata la Nike, che nell’autunno del 2004 ha
inventato dal nulla il "movimento degli skyplayer", ragazzi che
giocano sui tetti delle case di Roma, infilandosi di soppiatto nei
palazzi e facendosi beffe dei portinai. Tutto falso, ovviamente, ma
nel frattempo Repubblica e il Corriere dello Sport ci cascano,
intervistano i sedicenti "ribelli del pallone", vestiti Nike dalla
testa ai piedi, e danno visibilita’ ai siti collegati al "movimento"
senza sospettare la longa manus dell’azienda che si nasconde dietro
l’operazione.
Ora l’assalto dei pubblicitari si e’ spostato dalle strade al mondo
virtuale delle reti, dove i messaggi commerciali che invogliano
all’acquisto hanno imparato a camuffarsi sotto le mentite spoglie di
blog "alternativi" e movimenti ribelli. È il caso del blog "The Zero
Movement", creato ad arte dalla Coca-Cola per vendere l’idea di una
vita libera, dove le restrizioni e le regole sono pari a zero.
Peccato che il numero zero si riferisse in realta’ alle calorie di
una nuova bevanda. I "flog" ("fake blog", blog fasulli) sono uno
strumento collaudato anche dalla Pepsi, che sul blog "That Pepsi
Girl" ha raccontato a utenti ignari la storia di un blogger deciso a
conquistare la ragazza di uno spot Pepsi. Mc Donald’s, con il flog
"Lincoln Fry" ha raccontato la bufala di due blogger che avrebbero
trovato una patatina con il profilo di Abramo Lincoln.
Sul sito mediazione.info un recente articolo di Gaia Botta’ ha
analizzato in profondita’ questo fenomeno, arrivando ad una
importante conclusione: chi vuole fare pubblicita’ in rete con nuovi
strumenti di comunicazione fa molto male a nascondere il marchio
della propria azienda spacciando per spontaneo quello che non e’.
Prima o poi i nodi vengono al pettine, e il danno d’immagine e’
irreparabile. Non sta bene prendere per fessi gli utenti di un blog.
[carlo gubitosa]
Alta moda ribelle. Chi pensa che il mondo delle sfilate sia noioso e
grigio dovrebbe dare un’occhiata alle scorribande di "Serpica Naro",
la stilista virtuale piu’ famosa d’Italia che in realta’ e’ solo una
delle varie incarnazioni di "San Precario", l’icona inventata dai
lavoratori flessibili che non sanno piu’ a che santo votarsi. La
parabola artistica di Serpica inizia nel 2005, quando il nome della
misteriosa stilista compare nell’elenco degli artisti che avrebbero
dovuto chiudere la "Settimana della Moda" a Milano, ma a sorpresa la
passerella e’ rimasta vuota e il "collettivo Chainworkers" ha
realizzato una sfilata alternativa all’interno del centro sociale
Pergola. Quest’anno, non potendo piu’ contare sull’effetto sorpresa,
le seguaci di Serpica Naro hanno denunciato il precariato con
un’incursione durante una sfilata di Coveri, travestite da
supereroine urbane con calze a rete fucsia e minigonne nere. La
scelta di Coveri non e’ affatto casuale: Francesco Martini Coveri,
il nipote dello stilista Enrico, ha pensato bene di registrare per
conto dello zio il marchio "Serpica Naro", che ora vive una doppia
vita. Da un lato e’ ingabbiato nella burocrazia dei trademark
internazionali, e dall’altra e’ stato registrato in Italia dai
devoti di "San Precario" per trasformarlo in un "no logo" collettivo
che verra’ utilizzato per una licenza di produzione etica. [carlo
gubitosa]
Bookmark: http.//www.serpicanaro.com
Media. E Telecaliffo? Chissa’ se la fanno ancora. In realta’ si
chiamava "Sout al Khalifa" ed era l’improvvisato Tg messo in onda,
qualche mese fa, da alcuni seguaci di Al Qaeda evidentemente non
ignari di "midia" e comunicazione. "Le notizie di oggi: grande
vittoria a Gaza!" (tono entusiastico-militare), "Dichiarazione del
leader di A.Q. Zarqawi" (compunto-servile), "Uragani? Non casuali:
li manda Dio!" (scientifico-clericale, molto trendy). C’erano pure
gli stacchi di pubblicita’: "Il vero braccio di Allah? Senza
confronti: Brigate irachene!". Bisognerebbe proibire ai terroristi
di guardare le tv italiane, senno’ si fanno venire troppe idee.
Spot. E’ in edicola. Antimafia Duemila. La Relazione di minoranza
della Commissione antimafia, l’appello del procuratore Grasso a non
candidare politici indagati, il racket del cemento a Trapani, il
processo Dell’Utri, le indagini sull’agenda scomparsa del giudice
Borsellino, il progetto di riforma sulla confisca dei beni mafiosi,
e un’intervista a Rita Borsellino.
Spot. Siracusa. Presentato il primo numero di Agora’, settimanale in
italiano, inglese, arabo, cingalese e francese per i lavoratori
stranieri in Sicilia. La nuova testata, sostenuta da varie
parrocchie e associazioni cattoliche, e’ stata illustrata al
pubblico alla presenza del vescovo di Siracusa.
Spot. Numero speciale di Inguine, la rivista di satira di Elettra
Stamboulis e Gianluca Costantini, in occasione del Comicon che si
terra’ a Napoli dal 3 al 5 marzo. Il numero sara’ interamente
dedicato alla satira antimafia, con la partecipazione di Sergio
Nazzaro, Marc De Dieux, Claudio Morici, Andrea Colombari, Antonino
Musco, Christian Del Monte, Ribichini, Alessio Spataro, Squaz, Tuono
Pettinato, Rocco Lombardi, Wostok, di Paper Resistance e dei
disegnatori siciliani di Erroneo e del Pizzino.
Bookmark: http://www.inguine.net
Antimafia. Il sette marzo e’ il decimo anniversario della legge
n.109/96 sul riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alle
mafie. In questi dieci anni essa ha dato notevoli risultati sul
piano economico e sociale, che e’ quello su cui maggiormente bisogna
contrastare la mafia: parecchie cooperative di giovani lavorano
ormai sui terreni confiscati, e in tutta Italia sono avviate
numerose esperienze di uso sociale dei beni ex-mafiosi. Su queste
esperienze e’ stato elaborato un rapporto completo, che verra’
presentato da Libera - che a suo tempo ha raccolto piu’ di un
milione di firme per promuovere la legge - martedi’ 7 a Roma. (La
prima proposta di riutilizzo sociale dei beni confiscati ai mafiosi
apparve sui Siciliani nel 1985, e ne siamo ancora orgogliosi)
Info: beniconfiscati@libera.it
Memoria. Peppino Impastato, le sue esperienze politiche e umane, la
sua produzione scritta, le testimonianze dei compagni, le sue
poesie, le immagini della sua vita, vissuta come "lotta continua"
contro la mafia.
Bookmark: http://www.peppinoimpastato.com
Civilta’. Un ragazzo ebreo ucciso, perche’ ebreo, a Parigi. Rinasce
l’antisemitismo (quello classicamente antiebraico) quasi
dappertutto: dall’Europa, dov’era antico, al Nordafrica dove invece
non esisteva. Si uccide tranquillamente per un pezzo di terra, o
per una barzelletta. Sempre piu’ i nemici vengono percepiti come
non-umani, membri d’un’altra razza. Lo "scontro fra civilta’" sta
appena cominciando a produrre mostri.
Sigia wrote:
< General Motors e Ford fino agli inizi del 1942 hanno fornito
migliaia di automezzi bellici e parabellici per l’invasione di
Austria, Cecoslovacchia e Polonia. GM ha aiutato la sua filiale
tedesca (Opel) a convertirsi alla costruzione di carlinghe d’aereo
per la Luftwaffe. IBM ha supportato l’informatizzazione del lavoro
nei campi di concentramento, con particolare riferimento alla
contabilita’ dei gassati e dei forni crematori. Henry Ford era
esplicitamente antisemita >
fmmasala@tiscali.it wrote:
< Ho letto queste parole di Gramsci e vorrei condividerle con tutti.
"Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da
alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva; e la massa
ignora, perche’ non se ne preoccupa: e allora sembra sia la
fatalita’ a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia
altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del
quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto,
chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi
indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano
oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto
anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia
volonta’, sarebbe successo cio’ che e’ successo? Odio gli
indifferenti anche per questo: perche’ mi da’ fastidio il loro
piagnisteo da eterni innocenti" >
Alessandro Paganini wrote:
< Il bilancio dell’Inps ha avuto un attivo di 152 miliardi di lire
nel 2000 (fonte: Secolo XIX 1 agosto 2002), di 993 milioni di euro
nel 2001, 3192 milioni nel 2002, 405 milioni nel 2003 (fonti:
rapporti annuali Inps) e di 5264 milioni nel 2004 (fonte: Agenzia
Asca 4 novembre 2005. Queste cifre smentiscono anni di martellante
campagna mediatica per inculcare ai bovi cittadini l’idea che
tagliare le pensioni sia necessario. Il FMI valuta il sommerso (e
quindi l’evasione contributiva) al 27,8 per cento del PIL italiano.
L’attivo dovuto anche ai contributi degli immigrati. Ricordiamo
infine che questi attivi arrivano in un periodo di RECESSIONE,
sostenuta anche da incompetenza, corruzione, e parassitismo della
classe imprenditoriale e politica. Ma quali assicurazioni, quali
fondi, quali secondo e terzo pilastro! Si vogliono mangiare le
liquidazioni come primo, e la pensione come piatto forte.
L’antipasto se lo sono gia’ fatto: decontribuzioni, condoni,
immobili >
[Reprint]
VERSO UN GOVERNO "PALERMITANO" (I Siciliani, novembre 1993)
Faranno prima Fini, Bossi, Cossiga, Berlusconi a unirsi e a prendere
il potere, o lo faranno prima i leader responsabili della sinistra?
L’Italia e’ spaccata in due, non c’e’ possibilita’ di mediazioni. O
la democrazia o la reazione, o la sinistra o la destra. Il centro
"moderato e responsabile" su cui ha contato disperatamente,
dall’inizio della crisi in qua, buona parte della sinistra italiana
in realta’ non esiste, non esiste piu’ da quasi un anno. I
"moderati" si schierano, i benpensanti s’infilano gli stivali.
Weimar, la Spagna del Trentasei, il Cile di Allende.
Stavolta deve andare diversamente. C’e’ una maggioranza di sinistra
nel Paese - sono i numeri a dirlo, non piu’ noi soli - ed e’ una
maggioranza culturalmente omogenea, molto piu’ omogenea dei due o
tre filoni fra cui e’ ancora indecisa la destra. Le differenze fra
una Rifondazione comunista e un Pds, fra un Orlando e un Rutelli,
pesano e sono gravi; ma sono infinitamente minori di quelle che ci
potevano essere fra comunisti e socialdemocratici a Weimar, fra
anarchici e socialisti nella Spagna repubblicana; molto minori,
comunque, di quelle fra Bossi e Fini. Ma bisogna far presto. Presto,
presto, presto.
I voti della sinistra hanno superato quasi dappertutto, sia a giugno
che a dicembre, la somma dei singoli partiti di sinistra. Questo
dato, troppo facilmente attribuito a particolari carismi
individuali, esprime in realta’ il profondo e massiccio radicamento
nella societa’ italiana di alcuni valori frettolosamente dati per
"superati". Su di essi bisogna puntare. Saranno essi, i valori e non
gli equilibrismi, a fare la differenza.
In Sicilia la societa’ civile e’ "entrata in politica" con piu’
radicalita’ e piu’ determinazione che altrove; ha dovuto
sperimentare prima (non per sua scelta) la politica non mediata, la
politica reale. Non e’ merito nostro. Le condizioni erano tali, per
cui bisognava per forza o combattere o sparire. Altrove potevano
permettersi il lusso di giuocare alle repubblichette, di rimuovere i
problemi veri; noi, no. Eravamo costretti a ragionare, a riflettere,
a trovare di volta in volta una risposta ai problemi. Eravamo
costretti, indipendentemente dal talento e quasi contro la nostra
stessa volonta’, a fare da battistrada per tutti.
I problemi che ieri erano della Sicilia, oggi sono dell’Italia
intera. Estrema radicalizzazione degli schieramenti politici e
istituzionali, estrema ramificazione dei soggetti sociali e dei loro
legittimi interessi; necessita’ di scelte nette e traumatiche sul
piano degli schieramenti e dei poteri, ma - contemporaneamente - di
pazienti e lungimiranti mediazioni e garanzie e salvaguardie nel
sociale. Il tutto, in pochissimo tempo e imperversando la crisi.
Arriveranno prima i leader della sinistra a percepire la posta in
gioco - a farsi le concessioni reciproche richieste dall’unita’ - o
arriveranno prima le forze nere? Il problema, e’ tutto qui.
Emilio Salgari ("Le meraviglie del Duemila") wrote:
< "Non vi sono piu’ eserciti?" chiesero ad una voce Toby e Brandok.
"Da sessant’anni sono scomparsi, dopo che la guerra ha ucciso la
guerra, l’ultima battaglia combattuta per mare e per terra fra le
nazioni americane ed europee e’ stata terribile, spaventevole, ed e’
costata milioni di vite umane, senza vantaggio ne’ per le une ne’
per le altre potenze. Il massacro e’ stato tale da decidere le
diverse nazioni del mondo ad abolire per sempre le guerre. E poi non
sarebbero piu’ possibili. Oggi noi possediamo degli esplosivi capaci
di far saltare una citta’ di qualche milione di abitanti; delle
macchine che sollevano delle montagne; possiamo sprigionare, colla
semplice pressione del dito, una scintilla elettrica trasmissibile a
centinaia di miglia di distanza e far scoppiare qualsiasi deposito
di polvere. Una guerra, al giorno d’oggi, segnerebbe la fine
dell’umanita’. La scienza ha vinto ormai su tutto e su tutti" >
Bookmark: http://www.liberliber.it
gualtierov2000@yahoo.it wrote:
< Politica. La nobile parola
mai fu piu’ sputtanata, quant’e’ ora
Chi mai con te di cio’ vuol ragionare,
tu temi sempre sia per te imbrogliare!
Ma e’ errato, a un vil presente, regalare
parole si’ importanti (e il ragionare
stesso viene inceppato nel fluire
se un termine soltanto in superficie
crediam che sveli quello che vuol dire).
Politica, ad Atene era servizio:
a rotazione, ognuno - non per sfizio! -
doveva nella vita, un par di volte,
assumere una carica importante.
Responsabilita’ ce n’eran molte
e rischi, esposti a critiche eran tutti,
ma tutti si prestavan senza storie.
La storia dice: meno farabutti
sfruttavano in quel modo leggi e stato.
Politica, non vuol dire Santoro,
o alcuno dei politici nostrani
non vuol dir Bruno Vespa ne’ Ferrara,
Rutelli o vuoi Fassino, Berlusconi.
Politica e’ a ogni cosa dare nome
con voce propria, al sole, nella piazza;
della citta’, i destin prendere in mano:
saper che la citta’ siamo noi stessi.
Cirano Bolognese cosi’ inchiostra
il foglio, e il suo pensiero mette in mostra >
Nota: mi scuso con i lettori a cui non ho potuto rispondere in
queste due settimane, e li prego di perdonare questa scortesia (e la
stessa irregolarita’ della Catena in questo periodo) non
intenzionale. (r.o.)
Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche
semplicemente per liberarsene, basta scrivere a
riccardoorioles@sanlibero.it — Fa’ girare.
"A che serve vivere, se non c’e’ il coraggio di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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