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Certo, dal congresso di Chianciano un po’ di cose sono cambiate
Publie le giovedì 6 novembre 2008 par Open-PublishingCerto, dal congresso di Chianciano un po’ di cose sono cambiate
di Angela Mauro
Certo, dal congresso di Chianciano un po’ di cose sono cambiate. O per lo meno lo scenario politico dà segni di movimento: quello deflagrante degli studenti, quello che ha portato alla vittoria di Obama alle presidenziali Usa (lì il fenomeno lo chiamano proprio così: movimento), le ombre della crisi economica, il Pd superato a sinistra dalla sua stessa manifestazione del 25 ottobre e (dato non ultimo) la frenata del governo sulla nuova legge elettorale a sbarramento alto, senza preferenze per le europee. Risvegli, si possono definire, che non hanno apportato cambiamenti alle dinamiche interne a Rifondazione, sostanzialmente ferme al dualismo tra la maggioranza del segretario eletto a Chianciano Paolo Ferrero e la minoranza dell’area "Rifondazione per la sinistra" guidata dal candidato sconfitto, Nichi Vendola. Scissione, non scissione: il dibattito va avanti sulla stampa (ieri un articolo del Riformista : "Rifondazione per la sinistra, area Vendola verso la sicssione da subito"), ma a viale del Policlinico il dato non è tratto. Non ancora.
Insomma, domani alla conferenza stampa convocata dai vendoliani per presentare il documento "Costruire la sinistra: il tempo è adesso" non ci sarà alcun annuncio di scissione dal Prc. Certo, "Rifondazione per la sinistra", che già da tempo ha annunciato un proprio tesseramento (da associazione, tipo la "Red" di D’Alema), sta mettendo in atto quella che viene definita una "mossa d’attacco".
Cioè dar corso alla propria "vocazione" politica, annunciata a Chianciano, con il suo asse portante: per le europee 2009, lista unitaria di tutti coloro che stanno a sinistra del Pd, tanto più che la legge elettorale potrebbe rimanere immutata. "Mossa d’attacco" perchè, spiegano dall’area Vendola, ora sta alla maggioranza di Ferrero chiarire cosa intenda fare per le europee. Per dirla con l’ex segretario Franco Giordano (ieri su l’Unità ): «Se Ferrero cerca di allearsi con Diliberto, chiudendo recinto e partita, significa che vuole la scissione». Chiaro dunque che la tempistica di un’eventuale divorzio tra le due anime del partito non è data: nessun annuncio domani (per la cronaca, alla conferenza stampa parteciperanno molti firmatari del documento: Moni Ovadia, Alberto Asor Rosa, Luciano Gallino, Margherita Hack, Umberto Guidoni), nè si può dire da ora che una scissione verrà annunciata il 13 dicembre, giorno dell’assemblea nazionale a Roma che battezzerà l’associazione "Per la sinistra". Ma è altrettanto chiaro che se per le europee ognuno continuerà a tessere la propria tela, le strade si separeranno.
Oliviero Diliberto ne approfitta per ribadire a Rinascita il suo obiettivo di un «partito riunificato sotto le insegne comuniste». In un’intervista al manifesto Claudio Grassi, della maggioranza di Ferrero, la mette così: «Se dopo dieci anni chi è uscito dal partito mi dice che le ragioni della scissione sono superate, sono molto contento». Un invito a rientrare nel Prc che comunque, sottolinea Grassi, al congresso di Chianciano ha deciso di presentarsi alle europee con il proprio nome e simbolo di falce e martello. Il leader di Sd Claudio Fava non si permette di entrare nel merito del tema "scissione", ma conferma ovviamente la vocazione politica del suo movimento: «Costruire al più presto un nuovo soggetto politico a sinistra che non nasca da un battesimo dall’alto, ma da una pratica democratica. Il 13 dicembre deve servire per lanciare una consultazione larga sul processo politico e i suoi contenuti, delle "primarie" delle idee e dei candidati». Come propone Giordano che intanto fa sapere che non si candiderà per Strasburgo.
Da parte sua, Ferrero passa la palla ai vendoliani: «La linea politica di Rifondazione viene dipinta in modi diversi da quella che è e questo serve a costruire artificialmente uno spazio politico che altrimenti non vedo. L’idea della scissione è una sciocchezza». Per le europee «vale il documento congressuale: andremo con la lista del Prc». Quanto alle aperture ad altre forze comuniste e di sinistra, contemplate dalle conclusioni di Chianciano, «le modalità con cui si apre questo spazio le abbiamo sempre interpretate come massima unità sul lavoro sociale - continua il segretario - è su questo che ci dobbiamo concentrare ora».
Resta da vedere però come si articolerà il dibattito interno a "Rifondazione per la sinistra".
E’ isolata la voce di chi come Augusto Rocchi (vedi l’intervista in pagina) non si dice d’accordo con quella che definisce «una accelerazione politico-organizzativa», e cioè con l’annuncio di una «lista unitaria» che porterebbe all’unione con la sola Sd? Affermano Gennaro Migliore e Patrizia Sentinelli per smentire il Riformista : «Noi parliamo semplicemente della necessità di ricostruire la sinistra e le ragioni della sua utilità politica e sociale. Il farlo proponendo liste unitarie nelle prossime competizioni e cercando di dar vita a uno spazio associativo aperto e comune, ci pare di minimo buonsenso e massimamente malinteso da chi lo vuol per forza intendere solo come prodromo all’ennesima velleità partitista».