Home > Cesare Battisti - Un respiro di sollievo ...
Indro Montanelli -che per altro non è mai stato, ne prima ne dopo "la mia tazza di thè" (come dicono i francesi)- tanti anni fa dedicava la seguente frase di Renan ad Eugenio Scalfari ed al suo editore De Benedetti: "Nella mia vita ho conosciuto tante canaglie che non erano moraliste, ma non ho mai conosciuto un moralista che non fosse una canaglia."
Dedicato ai "giustizieristi", "travaglisti", "dipietristi" & congeneri di oggi, ieri e domani.

...Iniziamo dalla fine - dal secondo giorno - andando poi a ritroso
15 gennaio 2009
Punto uno:
basterebbe andare a leggere il letamaio delle reazioni popolari che i siti de La Repubblica, il Giornale, il Corriere della Sera (e non abbiamo guardato altri ’ridotti’ del "giustizierismo", nella fattispecie
La cosa è talmente flagrante, che non mi stupirei se qualche "meta-paranoico" pensasse che queste reazioni sono una ’fiction’ inscenata ’dalla nostra parte’, da parte di chi si è battuto contro le estradizioni, da parte di chi ha sostenuto Cesare Battisti, da parte sua : tanto questo coro osceno e briàco conferma le cose di cui si duole quando vengono evocate...
E’ infatti tutto un rutto di white shit, che trasuda puzzo di turba di linciatori da KKK preceduti da forche e urla di
[Non mi si faccia l’obiezione sulla banalizzazione (epperchénnò, "negazionista"...) di cose ben più grandi, fino ad esser percepite come male assoluto... Perché, tra i berci laidi di questa teppa, uno dei suggerimenti è quello di "fare come con Eichmann" - dunque sono loro che "banalizzano Auschwitz" : forma di negazionismo per comparazione (mah, già.... quello viene, dagli uni e dagli altri, usato e denunciato a corrente alternata : cioè, vi si incorre, e/o ricorre, ad ogni passo, e lo si rinfaccia al dirimpettaio, all’Altro in faccia...quello che la peste
Punto due:
ma, a parte le reazioni, che potrebbero essere accollate a "popolaccio", "bue", a "plebaglia" ... come le Animebelle-con-puzza sotto il naso a buon bisogno altezzosamente sanno fare, per esportare responsabilità quando vedono ’maleparate’... - a parte questo, c’è dell’altro.
Opinion-Makers e Maîtres-à-penser - e qui parliamo in particolare di quelli di sinistra - si stracciano le vesti, perché il buon nome dell’Italia verrebbe infangato... Ma chi ha per anni alimentato una lettura "complottista", cripto-crato-fòbica, tessuta di paranoia e di razzismo morale, verbalmente "iperterroristica", grondante non già qualcosa di limpido, come la critica e l’inimicizia, ma qualcosa di buio e abietto... risentimento, demonizzazione, "sotto-umanizzazione"...con un misto di sottoprodotti di padronalità, di razzismo colonialista, di stalinismo e di nazi-fascismi, seppure in sedici...mill’esimo ?
Chi è venuto per anni a vociferare, sulle colonne di Le Monde, alle radio, nelle emissioni culturali, di un’
"strategie della tensione", servizî segreti deviati, scorribande della Cia, tentativi golpisti, stragismi, "piduismi", mafie, corruzioni, Gladii varî, clerico-fascismi & quant’altro... tutto questo visto come la dominante, come l’elemento più forte che definiva la natura dell’ "Italia del regime democristiano" ?
Chi ha per anni tirato le royalties di questo tipo di rappresentazione, di questa "scenarizzazione" da disinformacjia kagebista? Questa ’vulgata’, noi operaisti, e in particolare nojaltri dell’operaismo insurrezionalista di Potere Operaio, l’abbiamo con le unghie e coi denti sempre contrastata, non solo "per amor di veridicità", di pertinenza critico-analitica (e, direi, di rispetto dell’intelligenza...), ma anche per il suo carattere intrinsecamente contro-rivoluzionario : primo, perché "autoterroristica" e disfattista; secondo, perché non c’è provocazione o repressione che possa essere più efficace e rapida del virus del sospetto generalizzato, della spiegazione di fatti e cose ’via’ il concatenamento di sofismi paranoici ; terzo, perché una lettura del genere consolida l’idea di una impensabilità di qualsivoglia gesto ribelle, di qualsivoglia sommossa o sassaiola, se non come "provocazione" il cui segno è "tutt’il contrario"... [come quelli che vociferano "Viva la Resistenza X o Y!!!" eppoi, non appena viene registrato un atto, e non qualcosa di virtuale ; e a scorrere sia emoglobina per davvero, non anilina o simili, trovano che non possono che esserselo fatto "Loro"...].
Questa vulgata, che finisce per suicidare il pensiero critico riducendolo a pensiero-Propaganda (in ciò esaltando una costitutiva subalternità "omologica" in vera e propria concorrenza mimetica, e divenendo un ’calco’, una grottesca speculare caricatura di procedimenti logico, concetti, "Valori" dominanti [...]), noi l’abbiamo attaccata ogniqualvolta - certo, con perfetta buonafede e miglior’intenzioni - qualcuno ha pensato di farvi ricorso per la buona causa, comune, della difesa di qualche compagno/a. Nella fattispecie, abbiamo ritenuto che certi scenarî di ispirazione "girotondista" finissero per diventare una sorta di "fuoco amico" : questo perché certa ciurmaglia "giustizierista", che -essa - aveva contrabbandato certi temi all’estero, per esempio in Francia, quando ciò che avevano sparso a piene umani, con una buone dose d’improvvida ingenuità, veniva usato (credendo di far bene, ma sbagliandosi di nemici per difetto, e di amici per eccesso ; e non considerando quanto carogne potessero essere certe "fonti" ispiratrici) come argomentario propagandistico a difesa. Ma, ora che essa costituisce un argomento ad abundantiam per un rigetto d’estradizione, non possiamo che dire ai giustizieristi : ben vi sta, tanto peggio per voi ! Soprattutto sapendo che - al di qua e al di là di quest’argomento, ce n’è abbastanza per fondare incontrovertibilmente un rifiuto d’estradizione.
Oggi, è più che legittimo dire : come? Adesso venite a fare gli offesi perché si parla di mafia, colpi bassi, stragismo, illegalità di Stato e di
E l’articolo 41 bis, allora? (vabbe’ che avete la faccia come... [omissis] e pretendete che venga disconosciuto il carattere di
La forma, la fase, della penalità dell’Emergenza, si legittimava su uno
L’extra- o anti-giuridismo (nel senso della messa in mora, sospensione o stravolgimento, restrizione, cancellazione di criterî, procedure formali,
Ma si è passati poi ad una fase e forma ulteriore e formalmente, in punto di logica, opposta : mettendo al centro come sorgente del
Una volta teorizzato un "diritto/dovere assoluto" dei rappresentanti
A rigore, si dovrebbero trarre le conseguenze formali, e cancellare dalle Costituzioni e dalle norme istituti come l’amnistia, l’indulto, nonché la prescrizione - innanzitutto quella della pena ; nonché l’onere della prova e quant’altro ancora... [...].
Forse più ancora - o comunque in sinergia con essa - che la vertiginosa applicazione di un’escalation di controllo, di sorveglianza, come forme di prevenzione spinte dal nefasto delirio di un in attingibile
estrapolazione al limite, oltre il paradossale e l’estremo, compiuta a fini euristici, del discorso sulla
Punto tre:
vogliamo concludere questo "preambolo" con un giudizio sferzante, e di sfida.
Non solo il coro orrendo e osceno che emerge da orridi bassifondi e sottosuoli antropologici, ma anche e soprattutto l’accanimento, crescente, vendicativo, anomalo, che la
Non si tratta de la parola di qualcuno contro la parola di qualch’altro : è che, nel farsi di questo stesso contenzioso, che sono "LorSignori" che danno la prova che il diffidarne è fondato. "Incaprettatisi" da sé, se continuano non possono che scavarsi la fossa : più continuano, più dànno la prova di una necessità di mettere i dispositivi che costruiscono, in quarantena.
Né varrà dire che chi in quarantena li tiene, magari contro il suo proprio
Il loro guaio, è che loro hanno conosciuto un’onda d’urto, un lungo periodo di latenza insurrezionale (che qualcuno ha chiamato "piccola guerra civile strisciante, di bassa intensità" ), e che non avendo dato ad essa un esito "classico", quello di una soluzione politica amnistiale, si condannano ad essere questuanti. Non essendoci simmetria e reciprocità, gli altri, i numerosi "Paesi richiesti", quanto più loro torneranno alla carica, tanto più gli risponderanno "picche"... Credo si possa dire, che ci si può contare [...].
[A questo testo seguirà, comunque su questo stesso Blog, una risposta a Francesco Merlo per il suo articolo Lo strano asse Parigi-Rio, uscito su La Repubblica di oggi, 15 gennaio]
. .
IL Brasile respinge la richiesta d’estradizione di Battisti: l’anomalia è tutta italiana.
14. gennaio 2009
Non faccio a tempo ad esprimere la felicità fisica che provo ogniqualvolta una vita, un destino, viene salvato, portato fuori dal cono d’ombra, dall’ombra lunga di un orizzonte di galera, specie quando essa è "a vita", cioè a morte (e questo vissuto, poi, quest’emozione con una intensità comprensibilmente accresciuta quando si tratta di persone che son state compagne di destino) che mi arrivano gli echi delle dichiarazioni aspre e recriminatorie provenienti dall’Italia.
Si mescolano assieme le voci dei politici, degli opinion makers, degli uomini pubblici delle istituzioni, e quelle dei "familiari delle vittime" riuniti nelle corrispondenti associazioni.
Devo dire che i secondi - quelli tra loro che non sono cooptati nel mercato politico-istituzionale - sono concretamente, al presente, vittime dei primi. I politici dovrebbero sapere che stanno violentando queste figure vittimarie mandandole allo sbaraglio, esponendole a laceranti frustrazioni quando dànno corda ad una sorta di idolatria dell’identità di vittima, ad una sua totalizzazione ed eternizzazione, ad una sua pretesa di costituirsi in "fonte di diritto", sorgente e legittimazione di norma, e di prassi penale.
Sette paesi nel mondo hanno sistematicamente risposto no, per più di un quarto di secolo, alle richieste di estradizione - avanzate dalla Repubblica Italiana - di "terroristi", imputati o condannati, a seguito dei cosiddetti anni di piombo", per
destra, nel caso più diffuso, di estrema sinistra). Facciamone una rapida lista :
Francia (con la cosiddetta dottrina Mitterrand, l’accoglienza, nella forma dell’asilo di fatto, concessa ad un migliaio di fuoriusciti dall’Italia, la non-estradizione di 92 persone sulle 94 sottoposte a procedimento di estradizione. Le eccezioni sono state Battisti - eccezione rimasta sulla carta —, e Paolo Persichetti, che purtroppo fu materialmente estradato perché sette anni dopo la firma di un decreto d’estradizione non a caso mai eseguito, lo Stato italiano nella persona del delinquente giudiziario - a meno che non si tratti d’idiozia - sostituto procuratore di Bologna Paolo Giovagnoli costruì una montatura poi miseramente caduta, inventandosi una pretesa spola per Persichetti tra Parigi e Bologna.) ;
Brasile ( non ha estradato numerosi italiani, tra i quali basti ricordare, prima di Battisti, i casi di Valitutti, Lollo, Pessina, Mancini ) ;
Canada (caso-Piperno ) ;
Gran Bretagna ( numerosissimi di parte neofascista, tra cui Morsello e Fiore )
Grecia (casi-Folini e Bianco)
Argentina ( caso-Bertulazzi ) ;
Nicaragua ( presenza di una relativamente cospicua colonia di fuoriusciti dall’Italia ; in particolare, caso-Casimirri ) ;
(non citiamo il contenzioso Italia/Giappone a proposito del caso-Zorzi, perché lì c’è fondato motivo di pensare a ad accordi sottobanco, connivenze fra servizî, e simili...).
Oltre al caso di Paolo Persichetti, un’altra eccezione rispetto a questo atteggiamento costante è rappresentata dalla rimessa brevi manu, e militari, all’Italia da parte del governo e dei servizi segreti dal’Algeria - via quell’altro Paese campione dei diritti umani e delle garanzie che è l’Egitto, di Rita Algranati e Maurizio Falessi : una vera operazione di "kidnapping morbido"...
Si tratta dunque di ben altro che di una anomalia- Mitterrand : no, l’anomalìa che manifestamente appare è quella italiana. Ora, qual’ è quest’anomalia italiana, e perché diciamo che i kapataz istituzionali - politicanti in testa - dello Stato italiano strumentalizzano e in qualche modo fanno violenza morale agli stessi familiari delle vittime, seminando tra loro illusioni per altro infime, col rivoltante cinismo demagogico del populismo penale sul drittofilo della formazione di uno Stato Penale?
Fingono di non sapere - o forse nel loro imbestiamento non sanno neanche più - che fa parte dei fondamenti del giuridismo moderno il carattere temporalmente finito della Giustizia penale.
parti civili di veder sempre designati, scovati, arrestati e puniti dei
La centralità di una filosofia giudiziaria "giustiziera" (e oltretutto
dal mercato delle identità, dei vittimismi, dei conati vendicativi e
punitivi, degli egocentrismi, delle
, per Coppie di egotismi manichei all’unisono, "tra tutti e tutti". L’ideologia e la pratica vittimocratica che si somma ed entra in sinergia con l’Emergenza ( come
si fa regola.... ) compie una mutazione della penalità che la rende, oltretutto, extra-/anti-/post-giuridica.
Le estradizioni vengono negate in primo luogo perché la legittimazione dell’esecuzione della pena si va attenuando nel tempo: se così non fosse, non esisterebbe la prescrizione della pena. Se dopo un tempo, sia pure lungo, trascorso dal momento di una condanna in via definitiva,una persona che si sia sottratta all’esecuzione della pena beneficiadi una prescrizione, cessa di essere ricercata e può rientrare nella vita comune, questo vuol dire che a livello qualitativo,
concettualmente, la pena, dunque la Giustizia penale, non è, non puo’ essere "infinita".
Il fatto che delle pene molto lunghe non pervengano per così dire "in tempo utile" ad esser prescritte, è fatto trivialmente quantitativo: per gli ordinamenti vigenti nel mondo, nel loro diritto, gli unici reati imprescrittibili, qualitativamente sono quelli definiti
Laddove, per motivi - diciamo- banalmente contabili non è tecnicamente la prescrizione che
interviene, c’è però un’altra logica costitutiva del diritto, che è, per così dire, spaziale. Fintanto che esiteranno degli spazi di sovranità che si chiamano Stati, permangono delle garanzie che gli Stati stessi hanno dati a se stessi, e che sono la facoltà, che naturalmente poi si trasforma in
regola, di non estradare verso altri Stati i "nemici interni" di questi, che siano riusciti ad esfiltrarsi ed abbiano chiesto asilo di nome e/o di fatto.
E’ per questo che il riflesso di una interna, crescente anomalia italiana rappresentata dal rifiuto costante e crescente di metter mano a quella che sarebbe la soluzione politica classica per dei problemi di questa natura - e cioè la decisione di promulgare una legge di
amnistia ed indulto, vale ad dire una misura di
Questa anomalia italiana, oltre che all’ignobiltà e pochezza delle cosiddette classi dirigenti, sembra dovuta la fatto la sbandierata vittoria sul
all’uomo, che di queste operazioni nutrono la riconferma della loro ’ragion d’essere’, attirano finanziamenti, concentrano ’poteri’, dispiegano ambizioni. Ma quando poi entrano in scena i governi, non possono chedolersi della situazione di imbarazzo in cui la proterva e rancorosa querolumania di parte italiana li mette.
Vedremo se per suo precipuo interesse la parte italiana questa volta la capirà, o se continuerà a farsi scudo dei familiari delle vittime, in qualche modo oltretutto violentandoli.
Un’ ultima parola, per ora (e non per private-joke o pignoleria). Credo che vada reso omaggio, in una lista di
riconoscimenti che omettiamo per motivi di tempo e spazio, alla tenacia rispetto al caso Battisti della scrittrice Fred Vargas : tenacia che, agli occhi chi scrive, riscatta almeno lei dal cumulo di idiozie, quel ch’è peggio, controproducenti come un fuoco amico, di cui la leadership della componente romanziera della campagna contro l’estradizione di Battisti qualche anno fa in Francia aveva farcito il proprio argomentario.
E’ motivo di ragionevole ottimismo pensare di questo esito della vicenda-Battisti serva non solo a lui - cosa che è oggi la più importante, bastante già di per sé a rallegrarsi - ma anche alla vicenda e al destino di tutti e ciascuno, uomini e donne fuoriusciti "degli anni 70". Al contempo, è giusto sottolineare - tenuto
conto anche di cose pur fuggevolmente, più che smentite, ridimensionate, comparse recentemente sulla stampa internazionale - che questo tipo di svolta sembra anche risentire di un maturato atteggiamento della parte francese. Se in qualche modo il presidente Sarkozy sembra voler reincarnare una attitudine piuttosto "mitterandiana" in materia, questo è dovuto in larga misura ad un’ altra tenacia resistenza, quella di Marina Petrella, dei suoi avvocati, Jean-Jacques De Felice ed Irene Terrel, e di uomini e donne, tra i più svariati e diversi, che hanno tessuto un mirabile contrappunto di lotta e praticato quella che si può definire in termini deleuzian-guattariani una
Oggi è il momento in cui si possono sospendere le controversie - sempre necessarie e feconde quando sono scevre di inutili recriminazioni ed ispirate alla ricerca del meglio - per felicitarsi un po’ tra tutti e tutte. [Converrebbe, per questo, che un avvocato come M^ Turcon non ’derivasse’ in frasi come
Oreste Scalzone
Poscritto « strettamente personale & peraltro pubblico » (come dire.."intimopubblico")
Devo dire: è da quando proditoriamente fu ghermito un pezzo di vita di Paolo Persichetti che - al di là della reazione passionale per lui, per uno di "noi" nello spazio "deontologico" del mio specifico impegno e ’responsabilità locale’, ’di prossimità’; per lui, per sovrammercato, anche specificamente compagno-amico-complice di penna, di lavorìo critico —, fu in prima e ultima istanza per me che decisi che, come quando si era trattato della mia propria vita in galera, sarei stato disposto a mettere in gioco "tutto" nella logica di... ’o la va, o la spacca’.
Da allora, sono stato trattenuto "con le unghie e coi denti" da una coalizione di affetti, autentici e ’familisti’ al contempo, che, in modo ossimoricamente commovente/esasperante, ha finito per "placcarmi" ( e ho ceduto, non - o non solo —, per il mio "tallone d’Achille", quello che ho chiamato empatismo parossistico come la specifica, singolare forma di
A questo punto, pero’, mi sento in dovere di comunicare -in un momento di "bonaccia" in materia, una determinazione in proposito. Non si tratta di una sfida, nè di una rodomontata : in una logica che è quella dell’ azione diretta non-violenta radicalmente opposta all’alienazione legalista, si tratta, in qualchemodo, di una "messa in guardia" (o se si vuole - in logica arrovesciata rispetto a quellq
Spero non se ne offra l’occasione, cioè la necessità. Spero è che i reiterati fallimenti in materia finiscano per dissuadere i "responsabili [?!?] politici",istituzionali italiani a ’desistere’ dalla loro delirante ossessività (basterebbe un ragionar giuridico, e/o politico : mettono forse in avanti l’esigenza assoluta di un carattere integralmente realizzato della
Spero, ma non sono ottimista. E dico che se,per dannata ipotesi, la parte italiana dovesse riprovarci, e qualche altra vita edestino minacciati,il sottoscritto ha maturato la serena determinazione a mettere in giocoil propriocorpo, disposto ad andare in fondo.
’’Sacrificale’’, e dunque responsabile della ’cattiv’azione’ di trasmetterericatti morali e colpevolizzanti? Direi di no. Rispondere, sincero, che <’lo farei per me!>.
Il grumo di avvinghiati deliri sviluppatosi su lerreno di postumi ed esiti di un decennio di lotte arrivato fino alle armi mi ha afferrato e portato con sé,lasciandomi poco respiro per tant’altro,per il resto. Questa "questione" mi ha preso la vita... Non recrimino, lo rifarei...Certo pero’ che su quell’estremo ridotto, su quello ’scampolo di risulta’ degli orizzonti del sogno, rappresentato dall’
Tutto qua. In un caso malaugurato di ulteriore rcidiva dello Stato italiano, prima di subire una loro vittoria il sottoscritto -tappandosi finalmente le orecchie rispetto ala tenaglia fra obiezioni ora legaliste, ora "di buon senso", e lo sterile ideologismo di chi... (e viene da rispondere : ma, in questa logica del "tutt’o niente", mi pare che in piedi si prenda il caffè al bar...) - sarebbe disposto ad unaforma comelo sciopero della fame realmente ’ad oltranza’. In questa società democrato/demagogica e "spettacolare", non si vede bene l’utilità per"lorSignori" nel loro insieme di veder la loro bela camisa macchiata da uno schizzo del sangue di qualcuno...
Economia contro economia, è più forte la motivazione, foss’anche di uno solo, che non ha più trent’anni ma il doppio e più, a non lasciar dilapidare quel poco di
(Penso che quantomeno, chi pensa, scrive, o dice di capire e financo di condividere cose che scrive un Vincenzo Guagliardo vorrà non lasciarsi far schermo neanche da affettuose preoccupazioni "da vecchia amorevole zia"- e men che mai da pragmatismi e/o ideologismi ed "estetismi e identitarismi surrettiziamente moralizzati e sublimati in sicumèriche certezze —, e potrà lasciarsi capire, e magari ’dare una mano’...). Ma comunque : speriamo che non si ponga, di tutto questo, la necessità. E vediamo di operare in tal senso. [...]
Va da se, che questo testo non si conclude qui... messaggio e mezzo in questo caso propiziano la natura di work in progress, consono al formato "blog" ed al web come progetto evolutivo e collaborativo.
Il testo che vi ho proposto ha come base la “sbobinatura” di un’esposizione a voce e a braccio. Messavi mano per ‘ripulirlo’, ‘sintattizarlo’, eliminare non tanto dei “refusi” o fare del mero editing, ma soprattytto completare anacolùti ed eliminare eventuali occasioni di controsenso e malinteso, come al solito chi scrive l’ha più che raddoppiato.
Ora, si dovrebbe davvero procedere ad un’ultima mano – certo, se si dovesse andare in stampa si dovrebbe farlo. Ma qui si rischia, ogni volta di moltiplicare i tempi, di veder sbiadirsi il ricordo di altri testi ‘in corso d’opera’, così destinati ad aumentare la cumulazione di semilavorati lasciati arrugginire come rottami in un “cimitero delle macchine”.
Preferiamo dunque ‘mandarlo’ così, senza prima fare una ‘stampata’ e ricorreggerla. E contiamo su una lettura, certo attenta e “analitica”, ma non pronta all’inascolto se ci sono ‘inciampi’ e passi ingarbugliati…
Piuttosto, se ci si segnalassero punti oscuri, proposte di correzione (a parte glosse, confutazioni, controversie e discussioni di merito, ne saremmo grati. Un saluto