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Cgil - Gli slalom di Lavoro e Società .... l’area programmatica che non c’è più

Publie le lunedì 14 settembre 2009 par Open-Publishing
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E’ da un po che ci si domandava quali idee avesse Lavoro e Società per il congresso Cgil, e nonostante i nostri sforzi di trovare qualcosa che ne testimoniasse l’esistenza non si è trovato nulla, salvo qualche intervista, di qualche esponente che dichiarava le sue preoccupazioni per la perdita salariale, per la crisi, per l’aumento della Cig, per i ritardi del Governo e per le sue derive in materia di politica economica ecc. ecc..

Cose troppo ovvie e scontate per riuscire a capire solo da queste cosa motivasse e spiegasse l’esistenza di Lavoro e Società come area programmatica in CGIL e come si collocava rispetto alle ambiguità presenti in Cgil (sopratutto in materia di scelte contrattuali e rivendicative) che il prossimo congresso, volente o nolente, dovrà affrontare.

Ma ecco finalmente una intervista a Nicola Nicolosi, ossia ... non uno qualsiasi ... ma il coordinatore nazionale dell’area programmatica. Da un livello dirigenziale di questo tipo ci si aspettava, finalmente, un chiarimento sul congresso sopratutto se le domande a lui rivolte riguardavano appunto il congresso.

Giuriamo che abbiamo letto e riletto l’intervista, ma, a parte le solite cose scontate ed ovvie, non abbiamo trovato nulla che chiarisse qualcosa sul congresso salvo il classico e generico " .... dobbiamo assolutamente costruire le condizioni, sempre partendo dal merito, affinché la nostra organizzazione possa sviluppare una sua proposta, un suo progetto autonomo e parlare, quindi, al Paese" ... . cioè la classica cosa carina che non si nega mai a nessuno e che serve solo a non dire niente per prendere tempo.
Staremo a vedere ma c’è puzza di accordi per la difesa dei posti, ossia la stessa cosa che Lavoro e Società ha fatto nel precedente congresso. Prendiamo atto quindi che, se così stanno le cose, Lavoro e Società, come area programmatica, non esiste più ... ciò che rimane è solo una cordata di burocrati che cerca solo di salvaguardare la propria, personalissima, carriera sindacale.

Coordinamento RSU

14 Settembre 2009


Lavoro Società nel congresso della Cgil

Intervista a Nicola Nicolosi

dal sito di Lavoro e Società - 11.09.09

Siamo nel pieno di una situazione economica e sociale molto difficile, i dati che fotografano la realtà del nostro Paese parlano chiaro.

Durante il secondo trimestre del 2009 il prodotto interno lordo italiano è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 6% nei confronti del secondo trimestre del 2008. Lo rende noto proprio oggi l’Istat. Si tratta della riduzione maggiore dal 1980, dato che è confermato anche dalla Banca Centrale Europea. Nel terzo trimestre 2009 il Pil di Eurolandia si dovrebbe ulteriormente stabilizzare: lo dice sempre la previsione della Bce che però, a fronte di deboli segnali di fine crisi, annuncia per i prossimi mesi un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione.
Il Congresso della nostra Cgil si svolge nel pieno della crisi più grave dalla seconda mondiale ai giorni nostri: è evidente che questa crisi economica e finanziaria produce anche crisi sociale, produce più povertà, produce ulteriori disuguaglianze.
Nella sostanza siamo nel pieno del fallimento della cultura neoliberista - che noi abbiamo denunciato nell’arco degli ultimi 25 anni – ed è evidente come oggi occorra recuperare il valore del ruolo pubblico, del ruolo dello Stato. Sia per quanto concerne le politiche di indirizzo dell’ economia, sia per quanto concerne le politiche industriali. Nella sostanza bisogna superare quello che nell’arco di questa gestione neoliberista si era determinato, dove l’economia indirizzava addirittura la politica.
La politica deve quindi recuperare il suo spazio, la politica deve recuperare il suo ruolo.

Siamo in un quadro politico complesso e anche compromesso, con un’opposizione, là dove c’è, frammentata e insufficiente e di fronte abbiamo una crisi che travolge l’economia, investe la morale, mina la socialità. In questo contesto la Cgil è uno dei pochi punti di riferimento, punto di tenuta per milioni di lavoratori e cittadini onesti.

Dentro questo contesto articolato e di forte crisi, così come si cercava di spiegare, abbiamo anche il problema della “politica” che non riesce -in questa fase- a dare risposte significative non solo ai bisogni della gente, ma neppure a costruire un piano di ripresa, un piano di rilancio nel Paese. Ovviamente la Cgil, la più grande organizzazione sociale di questo Paese, ha il dovere di parlare alle forze politiche, alle forze economiche, alle forze sociali: nella sostanza parlare al Paese.
Quindi il Congresso deve diventare l’occasione perchè noi possiamo lanciare questa nostra idea di progetto-paese ovviamente riempiendola di contenuti. Questo è il tema fondamentale su cui ci dobbiamo misurare nel prossimo Congresso.

Qui arriviamo ai temi della democrazia sindacale e delle diverse posizioni all’interno della Cgil. L’area programmatica Lavoro Società, dall’ultimo congresso fa parte della maggioranza. In previsione del XVI° Congresso, qual è la posizione e quale ruolo potrà svolgere Lavoro Società?

L’attuale posizione di Lavoro Società è il frutto delle cose che noi abbiamo fatto nell’arco di questi ultimi quattro anni. Nel senso che noi abbiamo sempre privilegiato i contenuti, abbiamo sempre privilegiato il merito e continueremo su questa strada. Senza presunzione e con molto realismo: noi lavoreremo per mettere la nostra organizzazione nella condizione migliore per poter tratteggiare una strategia che ci faccia superare la crisi attuale, che rompa l’isolamento in cui ci vuole confinare il Governo Berlusconi (purtroppo con l’ atteggiamento subordinato di Cisl e Uil) e dal fatto che la politica oggi, anche quella che rappresenta la sinistra o il centro sinistra, è debole.
Su questo versante dobbiamo assolutamente costruire le condizioni, sempre partendo dal merito, affinché la nostra organizzazione possa sviluppare una sua proposta, un suo progetto autonomo e parlare, quindi, al Paese.

Quali sono le questioni che Lavoro Società considera prioritarie?

Lavoro Società si concentrerà sicuramente sui temi della crisi a partire dalla condizione materiale dei lavoratori. La contraddizione capitale-lavoro è un elemento che caratterizza questa fase della crisi. Il lavoro è stato depauperato, il lavoro è diventato merce, mentre noi vogliamo recuperare il valore del lavoro mettendolo al centro del nostro dibattito congressuale.
Ovviamente con i temi che poi riguardano il processo della ridistribuzione di ciò che viene prodotto attraverso il lavoro e quindi la questione salariale, la questione delle pensioni, la lotta alla precarietà, che per noi resta ancora la priorità, perché sulla precarietà ritorniamo a parlare con i giovani. Ritorniamo a parlare di quella sicurezza che oggi può determinare anche un rafforzamento della democrazia.
A questo va legato un tema importante che è quello che interessa la riconversione industriale, perché da questo punto di vista c’è il bisogno di disegnare anche un nostro modello di sviluppo, che deve essere ovviamente legato al recupero dell’economia verde, al recupero ambientale, alle nuove energie. Abbiamo da disegnare, per dirla con un esempio, un modello di sviluppo che non può essere più basato sull’automobile, anche perché girano oltre 40 milioni di autovetture e abbiamo circa 15 milioni di autocarri. Quindi un Paese invaso dai mezzi di locomozione individuale. C’è il problema di come riconvertiamo la stessa industria automobilistica. Abbiamo il problema della qualità del welfare, della qualità dei servizi pubblici e dobbiamo rivendicare che i servizi pubblici sono parte della produttività di sistema.

Per tornare alla dialettica e alle dinamiche interne alla Cgil: Lavoro Società, presenterà un proprio documento?

Lavoro Società ha già presentato al quadro attivo della Cgil un documento articolato, dove c’è l’analisi della situazione economico finanziaria e sociale del Paese, dentro il contesto internazionale.
Abbiamo fatto delle proposte, all’interno di questo documento, che sono assolutamente -ancora oggi- valide e noi le utilizzeremo per la discussione che si farà dentro la Commissione politica. Nel senso che noi lavoreremo per costruire un documento unitario, ma che sia un documento unitario di qualità.
A questo noi legheremo le nostre sorti per il prossimo Congresso: non facciamo alleanze per "il potere". Non facciamo né alleanze per il potere, né guerre per il potere, ma per confermare i contenuti e portali avanti con la maggior forza possibile.
Altra questione rilevante è quale modello sindacale vogliamo per la Cgil.
Siamo contro qualsiasi idea di sindacato neocorporativo, basato sulla centralità di interessi specifici di settore. Siamo dentro un concetto di confederalità che ha contrassegnato la storia della nostra Organizzazione. Siamo il sindacato confederale generale. Quindi la politicità della nostra azione contrassegna esattamente il nostro modo di concepire il sindacato. La Cgil è parte integrante della storia del movimento operaio e noi questo profilo lo dobbiamo mantenere. Non possiamo avere un’idea di sindacato che abbia al suo centro solo ed esclusivamente interessi corporativi di settori di lavoro. Da questo punto di vista dobbiamo saper rilanciare un modello di sindacato confederale generale, che ha nel contratto nazionale il suo punto di riferimento.

(AM)

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