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Cgil: "Misure anti-crisi insufficienti. Nulla al lavoro dipendente"

Publie le martedì 25 novembre 2008 par Open-Publishing
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Cgil: "Misure anti-crisi insufficienti. Nulla al lavoro dipendente"

di Fulvio Lo Cicero

ROMA – Il Governo ha predisposto l’incontro con le parti sociali durante il quale illustrerà i contenuti delle misure anti-crisi. Il "decisionismo" dell’Esecutivo rifiuta per principio la concertazione e l’incontro di questa sera si limiterà a servire sul piatto misure anticrisi già considerate, in massima parte, insufficienti dal sindacato. La Cgil ha infatti sottolineato che potrà prendere in considerazione la sospensione dello sciopero generale del 12 dicembre solo se le risposte del governo "saranno all’altezza dei problemi".

"Il governo presenti prima le proposte, poi noi faremo le nostre valutazioni" ha dichiarato Susanna Camusso, segretario confederale ed ha aggiunto: "anche se le risposte finora filtrate non sembrano all’altezza dei problemi. L’unica cosa rintracciabile e comprensibile nelle parole di Sacconi è che intendono rifinanziare gli ammortizzatori sociali ma non c’è nessuna riflessione sui precari da questo punto di vista. Non ho nemmeno sentito una parola sui redditi da lavoro e dei pensionati, perchè probabilmente non ci sono soldi".

È di ieri l’allarme lanciato dal sindacato sulla massa di precari che potrebbe, di qui alla fine dell’anno, essere licenziata in conseguenza della crisi. Nella maggior parte dei casi, questi precari non hanno alcun aiuto da un sistema che non prevede per loro gli ammortizzatori sociali.

Bisogna infatti considerare che il "popolo dei garantiti" in Italia, cioè quei lavoratori che, in caso di licenziamento, hanno diritto a sette anni fra cassa integrazione speciale e mobilità, periodo durante il quale percepiscono una fetta maggioritaria del salario precedente, è un’élite, come nel caso dell’Alitalia o della Fiat. A fronte di questi lavoratori vi sono quelli delle piccole e medie imprese e, a maggior ragione, delle microimprese con meno di quindici dipendenti che, in caso di esubero, hanno diritto solo a otto mesi di indennità di disoccupazione (che diventano dodici se hanno più di 50 anni), con il 60% del salario. E poi ci sono i "paria", i non garantiti, quelli che non percepiscono nulla in caso di disoccupazione. Si tratta di quattro categorie di "atipici": collaboratori e consulenti, apprendisti, lavoratori con contratto a termine e interinali.
Secondo Susanna Camusso, "se non si fa nulla, 400 mila lavoratori, tra interinali, apprendisti, a termine e a progetto, non si vedranno rinnovare il contratto di lavoro". Tito Boeri, docente alla Bocconi e animatore del sito "la voce.info", stima che 350 mila lavoratori "atipici" ogni mese potrebbero non vedersi rinnovare il contratto, su un totale di circa 4 milioni.

Per questo motivo, il più grande sindacato italiano ritiene che "i provvedimenti annunciati dal governo a tutela di questi lavoratori non vanno bene perché gli stanziamenti previsti per gli ammortizzatori non bastano e perché comunque sono previsti dal 2009 mentre ai precari servirebbe una tutela subito".

Sulle altre proposte del sindacato (destinazione del finanziamento per la detassazione degli straordinari agli ammortizzatori sociali, sostegno al reddito con restituzione del fiscal drag, rafforzamento della coesione sociale, sostegni alle microimprese che utilizzano alta tecnologia) il Governo si è già espresso negativamente e ciò sarà ribadito a chiare lettere nella riunione di questa sera. Le misure anti-crisi per le famiglie – già ampiamente annunciate nei giorni scorsi – sono briciole: un bonus per i nuclei con reddito inferiore ai 20 mila euro, che dovrebbe essere fra i 150 e gli 800 euro, dato in contanti a dicembre, una social card estesa anche ai genitori di bambini fino a tre anni con un Isee non superiore ai seimila euro, una diminuzione temporanea delle accise sui carburanti e l’istituzione di un fondo di garanzia per i mutui immobiliari da destinare alle famiglie in difficoltà con i pagamenti delle rate.

Misure da considerare "pannicelli caldi" secondo il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, il quale propone "1000 euro a ogni famiglia, generalizzare gli ammortizzatori sociali a tutte le decine di migliaia di lavoratori di aziende grandi, piccole e piccolissime che stanno pagando da sole l’attuale crisi perdendo il loro posto di lavoro, far recuperare l’inflazione reale a salari e pensioni". Ma per far questo, aggiunge Ferrero, è necessario "aumentare la tassazione delle rendite come dei grandi patrimoni, istituendo una vera e propria patrimoniale".

Messaggi

  • Ho 55 anni ed ho lavorato per 34 anni e adesso sono in mobilità da tre anni, senza nessuna prospettiva di lavoro e neanche pensionistica grazie all’accordo del luglio 2007. A noi non pensa mai nessuno che andiamo avanti con 705 euro al mese compreso gli assegni familiari.
    Nel provvedimento anticrisi si parla di lavoratori dipendenti che comunque hanno un posto di lavoro ed uno stipendio sicuro e che a breve percepiranno anche la tredicesima non vi sembra che tutto questo è discriminatorio nei nostri confronti e che siamo considerati una sorte di ammalati terminali? perchè nessuno fa niente per noi?anche se considerati di serie B siamo pur sempre cittadini ITALIANI quindi anche noi abbiamo diritto ad avere qualche piccola agevolazione visto che fino alla scadenza naturale della mobilità la nostra indennità di FAME non viene adeguata neanche di un centesimo mi chiedo come si fa ad andare avanti così!! ALMENO VOI FATE QUALCOSA PER NOI GRAZIE!!!

    P.S: Spero che qualcuno ponga l’ attenzione su queste quattro righe e spero in una risposta quanto meno che mi faccia sentire CITTADINO ITALIANO.