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Cgil: con la riforma dei contratti si perdono trecento euro l´anno

Publie le lunedì 26 gennaio 2009 par Open-Publishing
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Cgil: con la riforma dei contratti si perdono trecento euro l´anno

di Roberto Petrini

"Recupero più soft dell´inflazione". Divisioni nel Pd. L´impatto del nuovo sistema sui salari. Sacrifici ancora più forti per gli statali. Uil: Epifani scorretto

Una perdita secca di 1.352 euro, circa 300 l´anno, per i lavoratori privati e che per gli statali può essere maggiore. E´ questa la cifra che la Cgil ieri ha denunciato dagli studi della popolare trasmissione televisiva "Domenica in" e che testimonia gli effetti per le tasche dei lavoratori dell´accordo firmato la settimana scorsa sul nuovo assetto contrattuale. I 1.352 euro, di cui ha parlato il segretario confederale della Cgil Agostino Megale, rappresentano la perdita nel corso degli ultimi cinque anni, cioè dal 2004 al 2008 compreso, se gli aumenti contrattuali e i recuperi del tasso d´inflazione fossero stati calcolati con le nuove regole e non in base alle vecchie intese del luglio del 1993. In termini percentuali con il vecchio sistema i lavoratori del settore privato avrebbero recuperato il 2,4 per cento, con l´attuale sistema avrebbero perso il 2,1 per cento. «Per il sistema delle imprese ? ha detto Megale ? ci sarebbe stato un guadagno di 15-16 miliardi».

Con l´Accordo quadro del 22 gennaio infatti cambiano alcuni parametri che rendono l´inflazione più "leggera". In primo luogo il recupero si fa al netto della bolletta energetica (mentre in passato si parlava genericamente delle ragioni di scambio); proprio per questo motivo anche gli aumenti si calcolano ora in base ad un valore del "punto" retributivo più basso. Ad esempio: il punto retributivo dei metalmeccanici, cioè il valore in termini di salario di un punto d´inflazione, con il vecchio sistema era di circa 18 euro, con il nuovo scende a 15,35 cioè di circa il 15 per cento.

La situazione peggiora per gli statali che perderebbero circa il 30 per cento del valore del loro punto. Per questo motivo la Cgil dei pubblici dipendenti è sul piede di guerra: infatti gli aumenti per gli statali sono stati vincolati ? sembra su richiesta dello stesso ministro dell´Economia Tremonti preoccupato per la cassa ? all´andamento della finanza pubblica.
Intanto è sceso in campo nuovamente il ministro della Funzione pubblica, Brunetta: «Possibile che tutti hanno torto e solo la Cgil ha ragione?». Polemiche anche da parte del segretario della Uil ligure, Massa, che ha criticato Epifani per aver utilizzato la manifestazione su Guido Rossa per «muovere critiche scorrette e inopportune». Serrato anche il dibattito all´interno del Pd. «Qual è la posizione del Pd su contratti e referendum sindacale?», ha chiesto Franco Monaco.

Contro l´accordo si è espresso l´ex segretario confederale della Cgil Nerozzi che ha definito «incomprensibili» le posizioni di quegli esponenti del Pd che lo difendono. Dopo le sortite di D´Alema e Bersani, a fianco della Cgil, il leader del Pd Veltroni si è augurato che si arrivi ad una soluzione «che tenga conto anche della Cgil». L´ala ex Margherita sembra invece più orientata ad appoggiare l´intesa e in questo senso si sono espressi Enrico Letta, e i due ex segretari della Cisl Marini e D´Antoni.

Messaggi

  • Nota stampa

    Giorgio Cremaschi: “La Confindustria imbroglia”

    Il centro studi della Confindustria spiega che ci sarebbero oltre 2.500 euro di guadagno per ogni lavoratore con l’accordo separato. E’ una dimostrazione emblematica della scarsa serietà del centro studi confindustriale che, ovviamente, mescola promesse con dati statistici per costruire un risultato che gli stessi imprenditori smentiranno al primo negoziato reale.

    In ogni caso, questi dati, che vengono ripresi dal vicepresidente della Confindustria, per noi avranno un valore. Le prossime piattaforme aziendali, le prossime vertenze contrattuali, dovranno dare per acquisiti questi soldi che il centro studi della Confindustria garantisce. Quindi Bombassei, Marcegaglia, il mondo delle imprese, si preparino a dover pagare almeno 2.500 euro in più per lavoratore, rispetto a quello che hanno pagato finora.

    Roma, 27 gennaio 2009