Home > Cgil e "accordo separato" - Meglio tenere gli occhi bene aperti ...
Cgil e "accordo separato" - Meglio tenere gli occhi bene aperti ...
Publie le lunedì 9 marzo 2009 par Open-PublishingL’opposizione della Cgil all’accordo separato, la crisi del PD che da alcuni viene presentata come occasione di riscossa per il Lavoro non sembrano proprio riuscire a prendere forma di una proposta veramente innovativa ed alternativa rispetto alla deriva liberista e neocorporativa.
Certo è che la Cgil non ha firmato l’accordo separato sul modello contrattuale ma non perde occasione per affermare che comunque non si rifiuterà di sedersi ai tavoli attuativi di quell’accordo. Per controllare (dice Epifani) ma senza dire per proporre cosa.
Intanto Bonanni (Cisl), compreso il messaggio, sbottona una forma di comprensione e di apertura verso la Cgil affermando che ... ""Non ho mai detto una cosa del genere - spiega (cioè trattare sui rinnovi dei Ccnl senza Cgil)-, dico però che ciascuno si faccia i suoi conti, che non stia da solo, ci sono anche gli altri"
Il banco di prova è proprio la piattaforma per il CCNL, predisposta proprio in questi giorni (unitariamente) per il settore alimentare che guarda caso assume il triennio contrattuale come riferimento. Cosa che già di per sè sottintende di fatto l’accettazione del nuovo modello contrattuale come riferimento, anche per la Cgil.
Gli stessi chimici Cgil hanno avviato nel direttivo nazionale la loro discussione per il prossimo rinnovo contrattuale affermando che adotteranno come riferimento il documento unitario che ha poi partorito l’accordo separato che la Cgil non ha firmato.
Una scelta, questa che dimostra la genericità, la debolezza e la contraddittorietà del fronte Cgil tanto più se la confrontiamo con lo sforzo fatto dalla Cgil nella scuola che, con un referendum, ha permesso ai lavoratori della scuola di respingere l’accordo contrattuale firmato solo da Cisl e Uil.
La proposta di Epifani di tassare i redditi superiori a 150 mila euro (con cui si voleva dare forma alla necessità di una svolta nella politica economica del Governo) è rimasta in piedi soltanto poche ore. Il PD si è premurato di bocciarla prima che lo facesse la Confindustria. Bisogna dire che Epifani non ha insistito molto se non come materia per apparizioni televisive di scarso effetto.
Non un programma di assemblee, non una vera proposta di piattaforma, non una vera proposta di mobilitazioni a sostegno .... semplicemente una proposta .. buttata lì.
Ed ora l’ultima uscita di Letta (quello del PD non quello del PDL) che candidamente propone di ripristinare lo scalone Maroni sulle pensioni per recuperare risorse con cui dare un sussidio ai disoccupati. Tutto come al solito. Invece di preoccuparsi di sostenere ed incrementare il reddito dei lavoratori e dei pensionati si propone di continuare a spremere da questi le risorse con cui finanziare la loro bella figura.
Di lotta all’evasione ovviamente ancora tutti parlano, ma senza fare nulla. I cattivi sollevando dubbi sull’effettiva portata del fenomeno, i buoni affermando che la battaglia va fatta ma è difficile e di lunga durata, quindi si vedrà.
Ed intanto, elemosine a parte (social card), gli unici che hanno intascato dal bilancio pubblico fior di quattrini sono le imprese e le banche.
La sgradevole impressione è che tutti chiedono di cambiare perchè nulla cambi. Quello che manca è la sensazione che ci sia in campo una proposta alternativa, capace di rappresentare quei bisogni che oggi vengono massacrati dall’interesse di capitale e di rendita, interessati solo a sostenere se stessi (alla faccia della solidarietà nazionale).
Quello che manca ancora è una organizzazione sindacale capace di dare forma ad una mobilitazione capace di difendere ciò che oggi ci vogliono invece togliere, sia sull’occupazione che su salario e pensioni, e di conquistare maggiori tutele.
Da tempo si dice che la Cgil è ad un bivio ed ancora non si è decisa sul che fare veramente.
Ciò che permette alla Cgil di stare ferma al bivio quasi lasciando che le cose accadano da sole e nel tempo è l’assenza di un rapporto vero tra l’apparato Cgil ed i luoghi di lavoro, nei quali si segue la polemica sindacale aperta solo tramite giornali e televisione.
Quello che manca alla Cgil per dare credibilità alle posizioni che formalmente ha assunto come organizzazione è la ricerca di un mandato preciso dai lavoratori per portare avanti con la lotta una piattaforma che sostenga quegli obiettivi che l’organizzazione afferma di voler portare avanti.
Finchè tutto rimane nelle segrete stanze delle segreterie è chiaro che la montagna partorirà il solito topolino che in questo caso assume la forma di un semplice, inutile, improduttivo scontro tra burocrazie. E si sa ... la storia anche recente ce lo dimostra ... tra burocrazie, ad un certo punto, un accordo lo si trova.
Coordinamento Rsu