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Cgil: il ruolo del Forum sindacale

Publie le sabato 6 gennaio 2007 par Open-Publishing

Antonio Canalia *

Siamo di fronte ad una situazione politico-sociale assai complessa e
difficile. Ampi settori sociali, che hanno votato per il centro-sinistra e
molte lavoratrici e lavoratori, non hanno visto nella Finanziaria il
cambiamento sperato rispetto alle proprie condizioni di vita e di lavoro e
ora appaiono delusi e sconcertati.

In questo contesto e a fronte dell’imminente apertura del confronto che si
avvierà a gennaio su pensioni, Legge 30, ammortizzatori sociali, e sulla
cosiddetta «competitività» proposta da Confindustria, con il suo non celato
tentativo di imporre la gestione unilaterale degli orari, la riduzione del
ruolo delle Rsu ed aumenti salariali collegati alla redditività
dell’impresa, c’è la necessità che si apra al più presto in Cgil un ampio
confronto sulle scelte, sul percorso democratico ed il coinvolgimento delle
lavoratrici e dei lavoratori.

Qui sta il senso della finalità della costituzione del Forum Sindacale in
Piemonte.

C’è la necessità per tutti i settori critici e i singoli compagni/e che non
sono in sintonia con le scelte della maggioranza della Cgil di fare oggi un
passo in avanti oltre le differenze congressuali (senza con questo mettere
in forse la valenza delle Aree Programmatiche e il diritto dei compagni/e a
farne parte), identificando una sede unitaria di approfondimento, di
proposta e di iniziativa a tutti i livelli della nostra organizzazione, che
dialoghi con i movimenti, le associazioni e le competenze intellettuali
esterne sul merito e sui punti per noi dirimenti, per rinnovare la Cgil.

Questo a partire dalla difesa della centralità del contratto nazionale, dal
rilancio della contrattazione integrativa, dalla difesa del ruolo delle Rsu,
dal rifiuto delle deroghe ai Ccnl e dello scambio tra limitazione della
precarietà e gestione unilaterale da parte delle aziende degli orari, dal
superamento della Legge 30 e di tutta la legislazione sul lavoro del governo
Berlusconi, dalla difesa e rafforzamento della previdenza pubblica.
Questi sono punti importanti che abbiamo comunemente approfondito anche nel
nostro dibattito congressuale, che si è concluso unitariamente.

Oggi dobbiamo rilevare che, con il confronto che si è aperto nel direttivo
nazionale della Cgil del 21-22 novembre, si sta determinando una fase nuova,
diversa dalla conclusione unitaria dell’ultimo Congresso di Rimini, che
porterà nei prossimi mesi ad un ulteriore confronto, anche aspro, interno
alla Cgil sempre più in difficoltà.

Le forti pressioni politiche che arrivano da ampi settori «riformisti» del
centro-sinistra mettono in luce la non facile gestione del confronto che si
aprirà a gennaio, che coinvolgerà la pratica dell’autonomia, la salvaguardia
delle scelte congressuali ed il rapporto con le lavoratrici e i lavoratori.
Per questo la discussione sulle questioni di merito è oggi decisiva. Così
come è essenziale l’unità di iniziativa e proposta dell’insieme dei settori
e soggetti critici della Cgil.

In questo contesto penso non si debba più ripetere quanto è avvenuto al
direttivo nazionale della Cgil e al comitato centrale della Fiom quando, di
fronte all’attacco della maggioranza della Cgil a coloro che avevano
partecipato alla manifestazione del 4 novembre, abbiamo con forte rammarico
assistito ad un voto diverso e disgiunto. Spero che la costituzione del
Forum piemontese possa evidenziare che una pratica unitaria è necessaria e
possibile e che questo possa favorire, anche a livello nazionale, un salto
di qualità unitario, che coinvolga l’insieme della cosiddetta «sinistra
sindacale». Ne abbiamo particolarmente bisogno.

* Segreteria Cgil Piemonte