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Che Liberazione!
Al termine di una direzione nazionale durata oltre sette ore il Prc nomina, come direttore del quotidiano Liberazione, il compagno Dino Greco, dirigente sindacale di lungo corso, iscritto al partito da dopo l’ultimo congresso e per lungo tempo, segretario della Camera del lavoro che in tutti questi anni ha sicuramente rappresentato una delle punte più avanzate del sindacalismo italiano: la Camera del Lavoro di Brescia.
Il direttore è stato eletto sulla base della votazione su due documenti contrapposti: uno presentato da Franco Russo che proponeva il mantenimento della direzione Sansonetti e che ha raccolto tre voti (il suo, quello di Luigi Cogodi e quello di Rosi Rinaldi) e quello della segreteria che proponeva la sostituzione di Sansonetti con Dino Greco e che è risultato vincente, avendo raccolto 28 voti. Su entrambi i documenti si sono astenuti Giovanni Russo Spena e Maurizio Acerbo.
La decisione della Direzione che dà concretezza a quanto stabilito dal Cpn di dicembre, quando fu approvato uno specifico ordine del giorno in cui si poneva come condizione del rilancio del giornale “una netta discontinuità nel suo indirizzo generale, mettendo Liberazione in sintonia con il sentire e il fare del partito e con quanto di progressivo si muove nella societa’ italiana".
La sostituzione di Sansonetti non è però immediatamente operativa, in quanto la segreteria, insieme al nuovo direttore, dovrà scegliere il vicedirettore, un giornalista iscritto all’albo, requisito necessario per far uscire il giornale in edicola, secondo quanto stabilito dalla normativa sulla stampa.
I lavori di ieri si sono aperti con la relazione di Paolo Ferrero, il segretario nazionale eletto al Congresso di Chianciano in seguito alla vittoria di una opzione che, chiaramente, indicava nella esistenza, nell’autonomia e nel rilancio del Prc il cuore del Congresso medesimo. Quel rilancio e quella esistenza contro cui si erano schierati le compagne e i compagni che avevano sostenuto la mozione di cui era primo firmatario Vendola e che indicava, proprio nel superamento del Prc attraverso la proposta di una Costituente di Sinistra, la propria opzione. Questa ipotesi fu bocciata dalla maggioranza del partito, delle sue iscritte e dei suoi iscritti che, seppur attraverso una diversità di posizioni, ha votato affinchè Rifondazione Comunista continuasse ad esistere – per l’oggi e per il domani – continuando a mantenere aperta, in Italia come in Europa, una prospettiva di sinistra chiaramente comunista ed anticapitalista.
Una prospettiva, quella del rilancio della Rifondazione Comunista, in questi mesi fortemente avversata e contrastata dall’ex direttore Sansonetti che aveva trasformato il giornale di tutto il partito in uno strumento e in una clava di battaglia politica, spesso promuovendo articoli e campagne volte alla denigrazione e/o alla banalizzazione delle posizioni uscite maggioritarie dal congresso. Campagne cominciate ben prima del congresso e che, con il tempo, avevano allontanato sempre più lettrici e lettori, come dimostrano le cifre fornite dalla Sodip e, secondo le quali, si è dimezzato letteralmente il numero di copie vendute (scendendo alle sole 6.000 copie vendute attualmente contro le quasi 12.000 copie vendute durante la direzione del compianto Curzi) e triplicando il deficit, tanto che nell’ultimo anno questo ha toccato i 3 milioni e mezzo di Euro.
Certo non sono mancate le polemiche strumentali portate avanti dalle compagne e dai compagni che, proprio durante il congresso e nei mesi che ad esso sono seguiti, hanno continuato a lavorare ad un progetto di superamento del partito. Polemiche e denigrazioni continue, culminate in alcune offensive - e non valevoli di commento – dichiarazioni di Zipponi, che ancora una volta ha perso una occasione di educazione e persino di civiltà, tentando l’avventura dell’infangamento di un compagno come Dino Greco del quale, più volte, abbiamo avuto modo di apprezzarne qualità politico-analitiche ed umane.
La giornata di ieri è stata caratterizzata anche dall’annuncio di dimissioni di compagne e compagni dell’area Rifondazione per la sinistra che “non si sentono più dirigenti di questo Partito”, ma Sansonetti e Liberazione c’entrano poco, rappresentano solo un pretesto. Il reale motivo delle dimissioni è il venire finalmente a galla di quanto non detto o negato in questi mesi: il lavorio per il superamento del Prc. Per essere più chiari, le dimissioni rappresentano un atto propedeutico alla scissione annunciata nei giorni scorsi nell’intervista a Repubblica di Franco Giordano, per la quale si lavora in maniera sotterranea da mesi ed in vista della quale questi compagni hanno organizzato un seminario a Chianciano il 24 e 25 gennaio.
E’ sin troppo evidente dunque che la scissione è stata decisa da tempo. E’ sin troppo facile capire che il progetto di scioglimento del Prc, negato in sede congressuale da molti di questi compagni, in realtà c’è sempre stato. E’ lampante che queste manovre avvengono dentro una dinamica di gruppo dirigente, senza quel pathos necessario per operazioni di questo tipo, senza quel sostegno dal basso che si verificò ad esempio nel 1991 alla nascita del Prc. Così come è palese il paradosso della genesi di questo progetto promosso dai compagni che hanno annunciato le dimissioni: per costruire una forza più larga ci si divide.
Ma la di là delle polemiche, rimane il progetto che – con la elezione alla direzione di Liberazione – oggi sta di fronte a noi: quello del rilancio di un giornale del partito nel senso più pieno, ossia un giornale che, in piena autonomia, lavori al rilancio del Prc e di tutta la sinistra all’interno della società italiana. Un giornale che torni ad essere ritenuto il ’proprio’ giornale da quelle militanti e da quei militanti che, quotidianamente e spesso con grande sacrifici, nei territori lavorano alla prospettiva che ci demmo, quasi venti anni fa contro molte e molti, con la costituzione della Rifondazione Comunista: due termini che non possono essere assolutamente slegati, perchè l’uno rappresenta il rilancio dell’altro.
Come abbiamo avuto modo di ribadire più di una volta in queste settimane, risalire la china non è facile: ma sappiamo che è possibile, perchè c’è oggi – come ieri e più di ieri – la necessità di uno spazio e di una prospettiva che riescano a porre il tema dell’alternativa di sistema. Una prospettiva autenticamente di sinistra e che proprio nel percorso e nella innovazione che rappresenta la Rifondazione Comunista trova uno strumento che dovrà tornare ad essere anche comunità.
Risalire la china non è facile ma necessario, come necessario è il contributo che a tutto ciò saprà dare Liberazione.
P. S.
Al termine della riunione, la Direzione ha stabilito che il 17 e il 18 gennaio si terrà il Congresso regionale del Veneto e che il 7 e l’8 febbraio si svolgeranno i congressi di Liguria e Abruzzo. L’organismo ha inoltre approvato all’unanimità un ordine del giorno di denuncia di quanto sta avvenendo a Gaza ed in favore delle due mobilitazioni sulla Palestina, anche se rimane il rammarico per le divisioni nelle manifestazioni su un tema così delicato ed importante.
Messaggi
1. Che Liberazione!, 14 gennaio 2009, 15:42, di zoloft
Che figuraccia!!!