Home > Che resta a sinistra?
di Renzo Butazzi
Se accettiamo di mettere definitivamente in un canto le aspirazioni, le teorie e i progetti del socialismo, nel contenitore "sinistra" resteranno soltanto idee deboli e qualche modestissimo ritaglio di quella cui deve la forza che ha avuto
L’uso politico dei termini destra e sinistra è nato per caso, agli inizi della rivoluzione francese, nel 1789. Durante le sedute dell’Assemblea Nazionale i moderati, infastiditi dalle urla e dai proclami dei rivoluzionari, un po’ più agitati di loro, erano gradualmente migrati alla destra del presidente, mentre i rivoluzionari si erano concentrati alla sinistra.
I due termini, di per sè, non hanno dunque nessun contenuto politico, ma hanno avuto solo quello che ci è stato messo dentro nel corso dei secoli e nei vari paesi.
Dopo la Rivoluzione Francese, e fino al 1848, il contenitore "sinistra" ha ospitato idee e correnti del socialismo "utopistico", ma dal 1848 è stato riempito gradualmente da un insieme di dottrine e di movimenti scaturiti da una teoria nuova, complessa e suggestiva: il socialismo scientifico. Le differenti interpretazioni e versioni nate dal suo corpo originario, tra le quali il "comunismo", propongono l’uso di metodi e strumenti diversi, ma vogliono raggiungere tutte il medesimo obiettivo: la giustizia sociale. In parole semplici, sostengono che la torta debba essere divisa in modo che ne tocchi sempre uno spicchio a tutti. Il che implica la trasformazione radicale della società.
Purtroppo la visione socialista dell’obiettivo da raggiungere ha cominciato ad appannarsi, a essere considerata utopistica o superata, a perdere capacità di suggestione e mobilitazione, soprattutto con il crollo dell’Unione Sovietica.
Lo spazio che si è venuto a creare nel contenitore "sinistra" è stato occupato da scampoli di idee. Idee giuste, condivisibili, magari nuove, ma capaci di coagulare soltanto gruppi instabili, talvolta generazionali, stimolati da situazioni particolari: ambientalisti, no-global, liberal-democratici, laicisti, ecc. Idee che non sono qualificanti della "sinistra", sia perchè ignorano o sottovalutano il problema della giustizia sociale, sia perchè potrebbero essere condivise formalmente anche dalla destra. Per esempio l’ambientalismo. il laicismo, le forme istituzionali della democrazia.
Per smitizzare le capacità di un elaboratore elettronico si dice che se ci mettiamo spazzatura, ne uscirà spazzatura. Con tutto il rispetto, la regola, più o meno, vale anche per un contenitore politico, quale che sia il nome. Se accettiamo di mettere definitivamente in un canto le aspirazioni, le teorie e i progetti del socialismo, nel contenitore "sinistra" resteranno soltanto idee deboli e qualche modestissimo ritaglio di quella cui deve la forza che ha avuto.
Ne usciranno progetti vaghi, parziali, poco motivanti. Se realizzati, per bene che vada, essi potranno impedire a questa società di peggiorare ulteriormente, ma non avranno nè la forza, nè la volontà di trasformarla.
Così verrà cancellata perfino la speranza di una società dove la giustizia sociale e l’uguaglianza dei diritti e dei doveri siano garantite nella sostanza, non soltanto proclamate nella forma...
Aprile online 18 dicembre 2007