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Chi parla solo delle sue veline dimentica la vera anima nera di Berlusconi

Publie le sabato 27 giugno 2009 par Open-Publishing
4 commenti

Non se ne può più di queste storie delle veline del vecchio rincoglionito .

Mi pare che in questo momento l’Italia é divisa fra chi lo attacca sulla etica pubblica ( l’ho fatto anch’io ma mo’ basta ) e chi lo difende con sempre meno dignità .

Mettiamoci in testa che la bestialità del pagliaccio di arcore non é solo né tanto nei suoi atteggiamenti e comportamenti da satrapo sopra la legge quando ha a che fare con il parlamento, con la giustizia, con i giornalisti o con altri poteri che sono in grado almeno fino ad ora di reagire e contrattaccare.

Mettiamoci in testa che le contraddizioni sono altre .

Ci sono milioni di persone che non si possono difendere e che nessuno rappresenta con forza.

Tantissimi co.co.co. e co.co.pro col contratto scaduto e non rinnovato con figli a carico e duecento euro l’anno di indennità; cassa integrati in deroga ed in scadenza con prospettive lugubri di far la fame, altro che vacanze.

Disoccupati che al sud neanche si iscrivono più al collocamento e spesso conoscono una sola agenzia lavorativa, la mafia.

Gente schiacciata dalla crisi e da berlusconi che si é stancata di leggere storie di gossip e vorrebbe leggere la propria di storia.

Gente che per qualche segreto mistero della storia non si é ancora incazzata come si deve, organizzandosi, ma é ripiegata in se stessa e nei propri drammi.

Decenni di malcostume televisivo , sottocultura di regime ed assenza colpevole della sinistra ne ha minato le speranze e la convinzione, ne ha cambiato il dna combattivo, trasformandolo in quello di tristi telespettatori della vita che sognano enalotto e figlie veline.

Questa é la vera anima nera , la sua schifosa anima nera che entra ancor di più in gioco nel concreto assetto di interessi ecomomici che finisce per garantire e proteggere con la sua politica economica e finanziaria.

Spesso ci perdiamo nelle gustose e ridicole avventure del cretino che ci governa e perdiamo di vista alcuni fondamentali .

Partiamo dalla bugia più evidente ma che lui ripete sempre più spesso , quella sul fatto di “ non mettere le mani nelle tasche degli italiani”

Domandina facile facile

Quanto costano la corruzione e l’evasione fiscale in Italia?

Secondo Furio Pasqualucci, Procuratore generale presso la Corte dei Conti (www.corteconti.it) la corruzione nella pubblica amministrazione italiana ha un impatto economico sullo sviluppo del Paese pari a 50-60 miliardi di euro l’anno. “Una tassa immorale e occulta” acui ” se ne aggiunge un’altra riguardo all’evasione fiscale. Si stima che ogni anno l’evasione è pari a circa 100 miliardi di euro, cifra che corrisponde a circa il 7% del Prodotto Interno Lordo (Pil).

Inoltre dalla Banca d’Italia: «Se non succede niente, in altre parole se non continua a cadere», dice Mario Draghi (secondo il quale «consumi e lavoro sono essenziali per la ripresa»), «alla fine di quest’anno il pil sarà sceso del 5% circa». «È la stessa previsione che per il 2009 abbiamo fatto come centro studi», commenta la presidente della Confindustria Marcegaglia, «se c’è qualche miglioramento nella seconda parte dell’anno».

Ed ancora Draghi«Si potrà parlare di crescita solo se queste condizioni si realizzeranno: la tenuta dei consumi e la possibile tenuta del mercato del lavoro».

Bene, non si avrà nessuna delle due condizioni ed il peso insopportabile dei 160 miliardi secondo voi chi dovrà sopportarlo?

Come sempre se lo terranno sul groppone i lavoratori che pagano le tasse alla fonte e hanno i più bassi stipendi di europa , impoveriti dal raffronto con la inflazione reale.

Il governo dei corrotti ed evasori non solo gli ha messo le mani nelle tasche ma li sta lasciando in mutande!

Che fare diceva Lenin ?
A parte la rivoluzione anarchica ma mi dicono che mancano le condizioni oggettive minime , almeno un po’ di sana politica di riforme fuori moda, socialisteggiante, sarebbe necessaria:

 cancellare il riferimento all’inflazione programmata, artificialmente bassa e rinnovare i contratti nazionali in base a una previsione realistica di inflazione. Idem per le pensioni

 Abbassare le tasse sul lavoro.

 Superare il PIL come parametro di misurazione della crescita: non solo la produttività materiale é il segno della crescita ma va creato un nuovo modello di sviluppo e quindi fatta la riconversione ecologica della società e dell’economia come elemento strategico. Occorre aggiungere nuovi criteri : l’impatto ambientale , il grado di distribuzione delle risorse e dei redditi , l’economia etica di cui si comincia a parlare nel mondo.

Un intervento che farei subito, immediatamente : se le rendite godono di un trattamento privilegiato ed i lavoratori e pensionati sono quelli che sostengono il peso sostanziale del sistema

occorre, semplice semplice,

diminuire il prelievo fiscale sui redditi più bassi (portando l’aliquota Irpef del 23% al 20%) e, contemporaneamente, elevare la tassazione sulle rendite finanziarie al 20%, salvaguardando i piccoli patrimoni familiari

lIl volano della economia capitalista ha bisogno di essere rimesso in moto ?

continua qui rosellina

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