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Chi semina... raccoglie... Considerazioni su moderni fascisti e antifascismi
Publie le giovedì 18 settembre 2008 par Open-PublishingChi semina... raccoglie...
di Niccolò Gherarducci
Considerazioni su moderni fascisti e antifascismi
Non sono più di tanto sorpreso dalle dichiarazioni di Federico Iadicicco, presidente di Azione giovani Roma e consigliere provinciale del Pdl, in risposta a quelle del Presidente della Camera Gianfranco Fini.
Nei giorni scorsi Fini aveva invitato la destra italiana a riconoscersi nei valori dell’antifascismo: «La destra politica italiana - aveva detto - deve riconoscersi nei valori costituzionali di libertà, uguaglianza e giustizia sociale che sono valori a pieno titolo antifascisti».
Non è tardata la risposta di Iadicicco, dal sito web di azione giovani di Roma. Le dichiarazioni sono eloquenti: «Ce l’ho messa tutta per trovare un motivo valido per essere antifascista ma non l’ho proprio trovato. Anzi ne ho trovati molti per non esserlo. A questo punto ti prego di capirmi e con me tutti i ragazzi di Azione Giovani. Prego Dio affinché ci dia la forza di perdonare chi in nome dell’antifascismo ha ucciso giovani vite innocenti; ma cerca di comprenderci: noi non possiamo essere, non vogliamo essere e non saremo mai antifascisti».
Queste affermazioni non ci meravigliano affatto, perché questi giovani, ben coadiuvati dai "vecchi", si ispirano culturalmente e politicamente ad una realtà che, poco più di sessanta anni fa, seminava guerra e terrore in tutta Europa. I loro idoli, se così possiamo definirli, sono proprio i responsabili di milioni di morti prodotti da prima della seconda guerra mondiale.
Tra loro si chiamano con l’appellativo " camerata".
Questi ragazzi sono fascisti, e, badiamo bene, sono fieri di esserlo.
Noi, da comunisti, non possiamo certo giustificarli oppure condividere le loro idee, però questa è la fotografia di una parte della società italiana.
Tutto questo, pensiamo, sia anche il risultato della campagna che imperversa ormai da alcuni anni nel nostro Paese, purtroppo anche la cosiddetta sinistra ne è complice. Mi riferisco evidentemente all’ondata revisionista che mass media, forze politiche e intellettuali a vario titolo hanno cavalcato (e taluni stanno ancora cavalcando).
L’equiparazione tra Partigiani e repubblichini, ovvero tra chi lottava e combatteva per la libertà e chi al contrario giustiziava e si macchiava dei più efferati crimini al fianco degli occupanti tedeschi, non solo è un falso storico ma offende e disonora coloro i quali hanno fatto dell’Italia una Repubblica democratica.
È veramente scandaloso che personaggi che si definiscono di sinistra portino attacchi ingiustificati alla resistenza e ai suoi protagonisti.
Poi, come sostenevamo prima, non deve meravigliare se alti esponenti dell’estrema destra si sentono legittimati a fare pubbliche dichiarazioni in cui si esalta il fascismo e i suoi gerarchi.
Non solo, sono ormai diventati fatti di cronaca quotidiana assalti e spedizioni punitive da parte degli attivisti di destra nei confronti dei militanti comunisti e di sinistra.
Uno degli ultimi episodi più sconcertanti è avvenuto sabato 6 settembre a Milano in occasione dell’apertura del centro sociale di destra Cuore Nero. Per l’inaugurazione è stato organizzato un presidio antifascista. Le forze dell’ordine, il cui ruolo sarebbe in teoria quello di garantire anche il rispetto della Costituzione, hanno diretto alcune cariche nei confronti degli antifascisti invece di bloccare l’apertura del centro sociale che fa dell’apologia di fascismo il suo fondamento.
Ognuno, cari compagni e care compagne, deve fare il proprio lavoro: noi dobbiamo fare i comunisti, o meglio ricominciare a comportarsi da comunisti dopo anni passati nel limbo dantesco, e quindi opporci a queste ondate revisioniste, reazionarie e restauratrici.
Dobbiamo tornare a lottare nelle piazze e nella società a fianco degli sfruttati e degli oppressi come hanno fatto tanto tempo fa quei compagni e quelle compagne che hanno sacrificato la propria vita contro lo Stato fascista in difesa della libertà.