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Chiediamo a tutti di esprimere solidarietà al prigioniero politico Avni Er
Publie le mercoledì 25 novembre 2009 par Open-PublishingChiediamo a tutti di esprimere solidarietà al prigioniero politico Avni Er
(vedi sito: www.avni-zeynep.net) o ( http://piemonte.indymedia.org/article/6497 )
Chiediamo ad ognuno di fare ovunque quanto è possibile affinché Avni non venga rispedito in Turchia, dove la sua vita sarebbe messa ancora una volta in grave pericolo.
Come alla gran parte delle persone nel nostro Paese è noto, il regime turco governato dalla coalizione politica del reazionario Erdogan, pratica la tortura e l’assassinio mirato contro gli oppositori politici, i democratici, i comunisti e i rivoluzionari.
Impediamo che il governo italiano si renda ancora complice di un ennesimo crimine più di quanto già lo sia, avendo accettato le pressioni dal governo di Ankara per arrestare e tenere in carcere dal 1 aprile 2004 il comunista Avni Er. Impediamo al governo Berlusconi di continuare ad essere complice delle violazioni delle libertà democratiche e dei diritti umani. Fermiamo ancora una volta la banda Berlusconi pronta a trasferire in Turchia Avni al momento della sua prossima scarcerazione.
La lotta per impedire l’espulsione di Avni rafforza la lotta contro il Governo della disoccupazione e della miseria.
Rafforza la lotta contro il governo del “processo breve”, del “Lodo Alfano”, dello “scudo fiscale”, della “legge Ciriello” e di tutte quelle nefande misure legislative che salvano dalla galera i corrotti, i corruttori, i mafiosi, gli evasori, i bancarottieri, i grandi truffatori e gli speculatori finanziari che lucrano sullo sfruttamento sempre più duro dei lavoratori.
Rafforza l’opposizione a questo governo criminale responsabile dell’incostituzionale “pacchetto sicurezza” che perseguita gli immigrati, gli islamici, i rivoluzionari, i comunisti, gli antifascisti, le avanguardie delle masse che lottano per la salvaguardia dell’ambiente, per il lavoro ai disoccupati, per le case ai senzatetto; che perseguita i sindacalisti onesti considerati “incompatibili”, i sinceri democratici a cui si impedisce la libera espressione; che si accanisce con l’inasprimento delle condizioni carcerarie contro i prigionieri politici che resistono a difesa della loro identità ideologica e politica.
Chi è Avni Er?
Il 1 aprile 2004 un’operazione repressiva di dimensioni internazionali organizzata dalle Autorità turche in collaborazione con le Autorità di vari Stati europei, provoca l’arresto di 82 persone in Turchia e 59 persone tra Germania, Olanda, Belgio e Italia. Sono giornalisti della stampa di opposizione, membri di organizzazioni democratiche di massa, avvocati, architetti, artisti, ex prigionieri politici, tutti impegnati nel campo dei diritti umani e dell’informazione.
Tra di essi, i militanti comunisti Avni Er (turco) e Zeynep Kiliç, (curda, il cui vero nome è Nazan Ercan), che in Italia, a Perugia, svolgono uno strenuo lavoro di contro-informazione sulla politica fascista e criminale dello Stato turco.
La Corte di Assise di Perugia, il 20 dicembre 2006, a seguito di un processo scandaloso, in cui sono ammessi a testimoniare a volto coperto i torturatori turchi, condanna Avni e Nazan a 7 e 5 anni di detenzione per “appartenenza” al DHKP-C, un partito comunista della sinistra rivoluzionaria turca inserito nelle famigerate liste nere stilate dall’Unione Europea dopo l’11 settembre.
Il 23 gennaio 2007, la Corte d’Appello di Perugia conferma le condanne di primo grado, con l’espulsione dal territorio italiano a fine pena.
Una vasta campagna di mobilitazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica, riesce a scongiurare nell’aprile del 2008 il primo tentativo di estradizione in Turchia di Avni, mentre, riguardo a Nazan, scarcerata nel giugno 2008 e costretta fino all’agosto successivo nel CPT di Ponte Galeria a Roma, le Autorità Italiane sono costrette a ripiegare sulla estradizione verso la Germania, anziché verso Ankara.
Quale è la situazione attuale di Avni?
1. Avni in questo momento rischia l’espulsione in Turchia per due ordini di fattori tecnico-guridici. Potrebbero infatti essere applicate:
a) l’espulsione amministrativa, non avendo più il permesso di soggiorno ed essendo stato condannato per terrorismo internazionale;
b) l’espulsione giudiziaria, prevista dall’art. 312 codice penale in caso di condanna per reati di terrorismo.
2. Avni ha richiesto a metà ottobre la liberazione anticipata per tutto il periodo di detenzione; qualora il magistrato di sorveglianza decidesse di concedergliela, per tutti i semestri, Avni sarebbe immediatamente scarcerabile per avere interamente espiato la pena già dal 15/11/2009. E’ necessario precisare che un compagno di sezione di Avni ha ricevuto il rigetto della richiesta di liberazione anticipata per l’ultimo semestre di detenzione per essersi rifiutato questa estate di rientrare in cella in segno di protesta contro la condotta illegittima posta in essere da alcuni agenti di custodia. Alla protesta si sono associati altri detenuti (più di venti), tra cui anche Avni, tutti raggiunti da rapporto disciplinare. Se il rigetto, per lo stesso motivo fosse stato applicato anche ad Avni, la sua scarcerazione verrà di fatto posticipata a fine dicembre.
3. Il pericolo di espulsione amministrativa sarà attuale e concreto appena Avni sarà scarcerato e condotto in un CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione) come avviene per migliaia di immigrati a causa dell’infame legge razzista Maroni.
4. Avni ha richiesto lo status di rifugiato ed è inoltre coniugato con una cittadina italiana. Ciò potrebbe rappresentare un ostacolo alla sua immediata espulsione. Teoricamente, prima di qualsiasi decisione sull’espulsione amministrativa, dovrebbe ottenere dalla commissione territoriale sullo status di rifugiato politico una audizione per verificare la sussistenza dei requisiti per il rifugio politico o umanitario. Inoltre essendo coniugato con una cittadina italiana dovrebbe non essere consentita la sua espulsione (anche in relazione all’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo).
5. I legali di Avni hanno già avviato la battaglia a Strasburgo sottoponendo all’attenzione della Corte la richiesta di sospendere l’espulsione giudiziaria che è l’unica espulsione attualmente sussistente in quanto quella amministrativa gli verrà comminata solo dopo l’ingresso al CIE, il successivo rigetto dello status di rifugiato, e quindi la convalida del giudice di pace. La richiesta di sospensione è motivata dal fatto che in base all’art. 4 del protocollo aggiuntivo n. 7, ratificato dall’Italia, si riconosce come diritto fondamentale di un individuo quello di non poter essere sottoposto ad un secondo giudizio per lo stesso reato (ne bis in ibidem) e come molti sanno, la Corte di Appello di Cagliari, Sezione distaccata di Sassari, aveva già negato, nell’aprile del 2008, l’estradizione di Avni richiesta da Ankara affermando che il processo pendente su di lui in Turchia violava appunto tale principio.La Corte di Strasburgo ha però attualmente rigettato la richiesta di sospensione
6. Una nuova richiesta di sospensione verrà reiterata a Strasburgo alla fine della settimana prossima valorizzando ulteriori due profili: il matrimonio ed il pericolo di sottoposizione in Turchia a trattamenti inumani e degradanti.
E’ necessario quindi sin da subito rafforzare i ricorsi a Strasburgo con la ripresa della mobilitazione popolare e politica.
Sosteniamo la battaglia legale per difendere la vita e la libertà di Avni Er con la mobilitazione popolare.
Organizziamo presidi e sit-in di protesta, promuoviamo dibattiti, assemblee e volantinaggi per sensibilizzare le masse popolari contro l’espulsione di Avni e la difesa dei diritti umani.
Raccogliamo firme conto l’espulsione e inviamole all’indirizzo mail
info rXo solidarietaproletaria.org
Opponiamoci alle autorità italiane perché non compiano il delitto di mandare alla tortura e alla morte un combattente per la libertà e diritti del popolo turco.
Sviluppiamo la solidarietà internazionale.
Scriviamo ad Avni Er
CASA CIRCONDARIALE
VIA ERMETE NOVELLI, n°1
82100 BENEVENTO
Related Link: http://www.avni-zeynep.net
Articolo originale reperibile su www.piemonte.indymedia.org