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Chiedono di rivedere la Diaz ma la preside chiama la polizia

Publie le mercoledì 19 ottobre 2005 par Open-Publishing

IL BLITZ NELLA SCUOLA Protestano due vittime dell’irruzione
Sono tornate sul luogo del "delitto" e sono state respinte. Due vittime
del raid della Diaz, del 21 luglio, l’irruzione della polizia nella sede
temporanea del Genoa Social Forum al termine dei giorni del G8, si sono
presentate questa mattina nella scuola, in un normale giorno di lezione.

«Volevamo vedere i luoghi dove siamo stte picchiate, prima di dover
testimoniare in un’aula di tribunale», spiega Valeria Bruschi, a Genova
con Lena Zuehlke, affiancate dall’avvocato Fabio Taddei. La preside non
solo non le ha ricevute ma ha chiamato la polizia. Il risultato è che le
due giovani sono state allontanate. Una cosa analoga era accaduta sempre
il giorno prima alla caserma di Bolzaneto. Sorprese a fotografare il
luogo nel quale Valeria Bruschi e altri no global furono tenuti agli
arresti (in condizioni limite che sono oggetto di un altro processo),
sono state fermate e identificate: «Ci hanno tenute nella caserma per
tutto il pomeriggio», raccontano.

«Chiediamo che ci venga concessa la possibilità di visitare liberamente
la scuola fuori dall’orario scolastico per non intralciare il regolare
svolgimento delle lezioni». La richiesta, indirizzata al preside della
scuola Pertini-Diaz di Genova, è contenuta in una lettera aperta firmata
dalle due no global.

«Lena ed io - scrivono le due ragazze - viviamo in Germania. Lena è
stata selvaggiamente picchiata dalla polizia e riporta danni permanenti.
In questi giorni ci troviamo a Genova per la ripresa dei processi sui
fatti della scuola Diaz-Pertini e della caserma di Bolzaneto. Saremo
chiamati a testimoniare ed essendo passati 4 anni da quella terribile
notte è per noi di estrema importanza poter rivedere i luoghi nei quali
abbiamo vissuto quell’incubo. Quelle vicende non sono solamente un
capitolo di storia. Le conseguenze che portano con sè sono per noi molto
concrete».

«La scuola Pertini - conclude la lettera - è un posto diverso da una
qualsiasi altra scuola. Non è più solo un luogo dove si svolgono
tranquille attività scolastiche, ma anche un patrimonio comune, per noi
un luogo della memoria dove si sono svolte vicende che nessuno dovrebbe
dimenticare».

Lena Zuehlke quel 21 luglio subì la perforazione di un polmone, finì in
prognosi riservata e dovette subire un intervento chirurgico: «Ha ancora
dei problemi alla colonna vertebrale».

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