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Chiesto il rinvio a giudizio per i compagni arrestati il 12 febbraio

Publie le mercoledì 10 ottobre 2007 par Open-Publishing

Continua la pesante montatura contro i compagni arrestati il 12 febbraio scorso.
Dopo il grande clamore iniziale della stampa di regime, che "straparlava" di nuove Brigate rosse, oggi vengono dedicate poche righe alla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal PM Boccassini, per 17 compagni, con l’accusa, ormai consueta e fumosa -e indegna di un sedicente stato di diritto- dei reati associativi di associazione sovversiva e banda armata.
Ma quel che è piu’ grave è l’omertoso silenzio sulle condizioni degli arrestati che, DOPO 8 MESI DI CARCERAZIONE PREVENTIVA in regime di assoluto isolamento (EIV, già condannato dalla Corte di Strasburgo), sono oggi dispersi nelle varie carceri della penisola, con evidente pregiudizio del diritto alla difesa ed enormi difficoltà, anche economiche, ad incontrare i propri familiari.
Anche i 5 compagni agli arresti domiciliari subiscono assurde vessazioni: non possono comunicare o corrispondere con nessuno e devono scontare la pena in abitazioni diverse dalla propria, al fine evidente di sradicarli ed isolarli dal contesto socio-politico in cui vivevano.

E’ necessaria un’ampia azione di controinformazione e una mobilitazione di sostegno e solidarietà ai compagni prigionieri!

Per contatti e contributi: parentieamici@libero.it