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Ciampi: orgoglioso dell’Italia laica. Ma Ratzinger detta legge in Quirinale
Publie le venerdì 24 giugno 2005 par Open-PublishingCiampi: orgoglioso dell’Italia laica. Ma Ratzinger detta legge in Quirinale
di red
Il presidente Ciampi e la signora Franca hanno accolto con tutti gli onori il nuovo pontefice sul Colle, facendogli visitare le stanze restaurate e indicandogli da una finestra il Cupolone che emerge nel panorama mozzafiato di Roma. Ma finiti i convenevoli i due capi di stato si sono confrontati su argomenti di stretta attualità. Davanti ad un folto parterre di politici - c’erano tra gli altri gli ex presidenti della Repubblica Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro, i presidenti di Senato e Camera Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini, il premier Silvio Berlusconi, poi Romano Prodi e numerosi i ministri - hanno pronunciato due discorsi toccando i temi della religione e dello Stato, delle radici culturali del popolo italiano e della responsabilità della politica. «Cordiale» ha definito l’incontro papa Ratzinger, «franco» ha rimarcato Ciampi. E ce ne sono stati i motivi.
Il Presidente della Repubblica ha infatti riaffermato con fermezza la laicità dello Stato italiano, nonché la necessaria distinzione tra credo religioso di ciascun cittadino e la vita della comunità civile regolata dalle leggi della Repubblica. Così come indica soddisfatto agli ospiti stranieri la Basilica di San Pietro che si vede in lontananza, posta nel cuore della città, «con lo stesso orgoglio affermo, come presidente della Repubblica e come cittadino, la laicità della Repubblica italiana». Ciampi ha riaffermato «la necessaria distinzione fra il credo religioso di ciascuno e la vita della comunità civile regolata dalle leggi della Repubblica, ha consolidato nei decenni, una profonda concordia fra Chiesa e Stato». È di reciproca utilità, ha sottolineato Ciampi, delimitare, fra Chiesta e Stato, «i rispettivi ambiti».
«La Costituzione italiana - ha ricordato il Presidente - all’articolo 7 recita: “lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi”. Il rinnovato Concordato del 1984 ha chiarito e rafforzato ulteriormente le nostre relazioni, basate sul pieno rispetto di questi principi». Cordiale vicinato e rispetto dei rispettivi ambiti, contro ogni tentativo di interferenza, anche laddove si riconosca che forte è il legame degli italiani con la religione cattolica, un tratto fondamentale delle nostre radici nazionali.
Al pontefice, Ciampi ha confermato che a unire Italia e Santa Sede è la condivisione di valori fondamentali, quali «il rispetto della dignità e dei diritti di ogni essere umano, la famiglia, la solidarietà, la pace». Le sue visite capillari alle province italiane, ha concluso, lo hanno convinto che lo spirito di collaborazione «è radicato e opera con successo nella multiforme realtà del nostro Paese, ed ha a cuore in particolare la formazione dei giovani, l’ assistenza ai bisognosi. I vescovi, il clero, sono profondamente inseriti nella vita della società italiana. Il volontariato, la solidarietà, sono patrimonio comune di laici e di cattolici».
La laicità sana
Il papa da parte sua ha portato avanti le istanze della Chiesa cattolica, rimarcando nella sostanza quanto sia sentita dalle gerarchie vaticane la necessità di lottare per preservare e riaccendere l’orgoglio cattolico tra gli italiani. Con il suo parlare pacato, consapevole che le sue parole vengono pesate con molta cautela nel mondo della politica italiana, ha parlato di famiglia, "quella normale" ma anche di scelte consapevoli per quanto riguarda la vita umana. No all’eutanasia, accettando al massimo le terapie anti-dolore ed attenzione ai temi della procreazione. Inoltre il Pontefice ha chiesto esplicitamente ai legislatore italiano una normativa che permetta ai genitori di poter scegliere la scuola più adatta per i loro figli senza aggravi economici. Difesa quindi della parità tra la scuola pubblica e quella privata (in gran parte gestita da religiosi cattolici) e dei fondi destinati a quest’ultima. Poi ha esortato «tutti i cittadini e tutte le componenti della società a vivere ed operare sempre in spirito di autentica concordia, in un contesto di dialogo aperto e di mutua fiducia, nell’impegno di servire e promuovere il bene comune e la dignità di ogni persona».
D’accordo con Ciampi sul valore fondante della laicità delle istituzioni pubbliche, ache sia una laicità «sana, in virtù della quale le realtà temporali si reggono secondo le norme loro proprie, senza tuttavia escludere quei riferimenti etici che trovano il loro fondamento ultimo nella religione». Non solo: l’Italia è chiamata in Europa a guidare la "crociata" per la protezione e la riscoperta delle proprie origini cristiane. Il pontefice ha ricordato come la storia italiana sia percorsa «dalle innumerevoli opere di carità a cui la Chiesa, con grandi sacrifici, ha dato vita per il sollievo di ogni genere di sofferenza». L’augurio è che il popolo italiano non disperda «l’eredità cristiana che fa parte della sua storia, ma la custodisca gelosamente e la porti a produrre ancora frutti degni del passato». La Chiesa, cattolica e romana, vuole mantenere il suo ruolo di guida in Italia «a cui è legata da vincoli particolarissimi, che sarebbe gravemente dannoso, non solo per essa, ma anche per l’Italia, tentare di indebolire e spezzare».
Intorno alle 13 Benedetto XVI ha quindi ripreso la strada verso casa. Un breve viaggio, durato circa mezz’ora, con la papa-mobile che ha attraversato una Roma assolata per riportare il papa nello Stato della Città del Vaticano.
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