Home > Ciao Angelo, ucciso per un’utopia: la pace

Ciao Angelo, ucciso per un’utopia: la pace

Publie le mercoledì 16 agosto 2006 par Open-Publishing

«Anche attraverso l’esempio di questo ragazzo, l’utopia della pace si conferma l’unica politica concreta possibile». È commosso Fausto Bertinotti mentre lascia la chiesa di Monterotondo, il paese in provincia di Roma dove viveva Angelo Frammartino. Erano in tanti, in questo strano Ferragosto, a dargli l’ultimo saluto. I suoi amici naturalmente, i compagni del circolo di Rifondazione al quale era iscritto, i quattordici volontari che erano con lui a Gerusalemme il giorno in cui è stato ucciso, ancora non si sa perché, né da chi. Forse non si saprà mai chi è stato l’autore materiale della coltellata che ha tagliato la vita a questo ragazzo di 24 anni. «Un esempio di una bella generazione» ha sussurato Giuliano Giuliani, il papà di Carlo ucciso a Genova nel luglio del 2001. Era venuto anche lui, con la moglie Heidi, a portare la sua solidarietà alla famiglia.

Non si saprà chi è l’esecutore, si conosce però il mandante. Lo ha nominato senza incertezze Michelangelo, il papà di Angelo: «È morto per colpa della guerra. Se non c’è la pace, non c’è speranza di evitare certi fatti e ci saranno altre morti». Quello della pace e della guerra è stato il lungo filo rosso che ha accompagnato tutti i ricordi. Dei suoi coetanei e del vescovo Lino Fumagalli, che ha celebrato la messa. «Beati i costruttori di pace, dice il vangelo - ha detto il vescovo - diamo il nostro ultimo saluto terreno ad Angelo, che ha donato la vita nella martoriata terra di Palestina e Israele. Vittima innocente di una violenza incomprensibile, proprio mentre portava il sorriso ai bambini palestinesi. Grazie Angelo, per il tuo servizio e la tua testimonianza. Il tuo esempio ci rafforzi nel nostro impegno per la pace. La pace è possibile e necessaria, diritto inalienabile di ogni popolo. Tra i diritti delle nazioni possiamo annoverare anche i confini certi e la sovranità rispettata».

Prima dei funerali, Angelo Frammartino era stato salutato nella camera ardente allestita della sala del consiglio comunale, ricoperta dall’enorme bandiera multicolore della pace della marcia Perugia-Assisi.

http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=58882