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Ciocche di capelli come trofei

Publie le venerdì 20 gennaio 2006 par Open-Publishing

Ha ancora pianto, a distanza di cinque anni dal G8 di Genova, Nicola Doherty, trentenne scozzese, figlia di un ufficiale dell’esercito britannico, nel rievocare in tribunale il pestaggio subito, a suo dire, dai poliziotti durante la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz.

La giovane riportò la rottura del polso destro e di un braccio, oltre a lividi in tutto il corpo.Commossa, ha raccontato anche che un poliziotto le tagliò con un coltello una ciocca di capelli, che poi esibì come un trofeo.

Nel corso dell’udienza del processo per i fatti della Diaz, in cui sono imputati 29 poliziotti, sono stati sentiti altri tre testi britannici, tutti presunte vittime di pestaggi all’interno della scuola da parte della polizia.

La deposizione della Doherty è stata speculare a quella del fidanzato, Richard Robert Moth, a sua volta aggredito e picchiato dalla polizia all’ interno dell’ istituto. «Io ero con la testa sanguinante per le botte già prese sdraiato su Nicola - ha spiegato - per cercare di proteggerla dai colpi.

I poliziotti continuavano a colpirmi in testa e sulla schiena mentre altri cercavano di piazzare colpi sotto di me per colpirla». «Ad un certo punto - ha aggiunto - un poliziotto tirò fuori un coltello e tagliò una ciocca di capelli prima ad un ragazzo e poi a Nicola».

Tornata in patria, la coppia di fidanzati è stata curata presso una associazione per le vittime delle torture. Nicola, che svolgeva un lavoro a sostegno di persone con problemi di apprendimento, è ancora in cura a causa del suo stato ansioso-depressivo.

Un altro teste sentito ieri, Norman Blair, nel corso dell’irruzione si trovava al primo piano dell’istituto, dove era andato a dormire insieme a due amici britannici, tra cui Daniel Mc Quillan, a sua volta interrogato. «Era appena passata la mezzanotte - ha raccontato Blair - quando come un branco di cani impazziti i poliziotti mi sono venuti addosso cominciando subito a picchiarmi.

Ad avere la peggio è stato il mio amico Dan (Daniel MC.Quillan) che fu colpito alla testa per tre volte e gli ruppero anche un polso». Il teste ha proseguito ribadendo: «I poliziotti sempre picchiandoci con i manganelli ci portarono nella palestra che era già un lago di sangue».

Il processo proseguirà mercoledì con la deposizione del giornalista free lance inglese Marc Covell, finito in coma dopo il pestaggio dei poliziotti davanti alla scuola Diaz.

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