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Cisl e Uil a favore la Cgil è contraria
di Sara Farolfi
su Il Manifesto del 21/06/2008
Manovra, la spaccatura nel sindacato
«Non siamo soddisfatti delle scelte del governo. La Cgil lo dirà nel suo comitato direttivo di lunedì nella misura, nell’equilibrio, nella forza ma anche con la determinazione di cui siamo capaci». Corrono distanze siderali, tra i tre sindacati confederali, nel giudizio sulla manovra finanziaria che il governo, secondo quanto annunciato ieri dal ministro Brunetta, avrebbe intenzione di approvare in 15 giorni a ottobre.
Cisl e Uil scoccano un indistinto applauso di massima ai ministri Tremonti, Sacconi e Brunetta. Raffaele Bonanni (Cisl), dalle colonne del quotidiano di Berlusconi, propone al governo «un patto per la crescita del paese». «Barricate? Ma quali barricate, consiglio a Epifani di pazientare qualche giorno per verificare ciò che è scritto e ciò che si dovrà fare», suggerisce.
E qualche giorno Epifani pazienterà, almeno fino al direttivo della maggiore confederazione previsto per lunedì e martedì, il primo confronto nel ’parlamentino’ Cgil sulla finanziaria, a ridosso tra l’altro dell’avvio della trattativa con Confindustria sulla riforma del modello contrattuale (martedì). Ma ieri il giudizio è suonato duro: «Noi non piegheremo la testa di fronte al tentativo di far regredire i diritti dei lavoratori.
Quella che viene presentata come una scelta per liberare il lavoro - ha detto Epifani - in realtà è una scelta per liberare l’impresa dalle sue responsabilità». Boccia, il segretario generale Cgil, le misure di Tremonti («abbiamo chiesto la restituzione del fiscal drag per dipendenti e pensionati, e l’unica proposta è la carta per i poveri»), quelle di Sacconi («un elenco impressionante di interventi che cancellano diritti e tutele») e anche l’atteggiamento di Brunetta (che tutto vuole legiferare e non contrattare).
E conclude: «Prima o poi dobbiamo riprendere una strada, non quella che ci porta per forza all’uso del conflitto in sè, ma quella che fa capire che queste battaglia, che riguardano la generalità del mondo del lavoro, sono battaglie giuste che puntano a fare progredire il paese».
Per Cisl e Uil (e naturalmente Confindustria), invece, se non è tutto rose e fiori poco ci manca. Emma Marcegaglia intravede «alcuni segnali che ci piacciono». Bonanni propone un patto al governo, per redistribuire ogni centesimo in più che arriverà rispetto alla crescita stimata (lo 0,5% quest’anno, è scritto nel documento di programmazione economica), plaude ai tagli di spesa di Brunetta - 20 miliardi di euro in tre anni - e al ticket di 1,33 euro al giorno per 1,2 milioni di «molto poveri». «Cibo ai poveri, prendendo ai ricchi», aveva detto Tremonti annunciando il piatto forte della manovra, la «Robin Hood tax». Un obolo che spaventa a tal punto i bilanci delle società petrolifere da far dichiarare all’ad di Eni, Paolo Scaroni: «La Robin Hood tax? La sopporteremo, non è un’incidenza rilevante rispetto ai nostri numeri».
Della distanza tra i sindacati il governo approfitta. «Ho letto con piacere le interviste a Bonanni, frutto di un buon dialogo che il governo sta instaurando: l’impegno a redistribuire la ricchezza a lavoratori dipendenti e pensionati, quando il paese tornerà a crescere, c’è», dice il ministro del lavoro, Sacconi. Ieri Brunetta ha annunciato che la manovra economica entrerà in parlamento lunedì e sarà approvata entro l’estate. Obiettivo, arrivare ad «un’asciuttissima finanziaria» da varare già a ottobre, «in 15 giorni».
Il ministero dell’economia ha promosso la proposta di tagliare l’indennità dei direttori sanitari e amministrativi delle Asl per evitare i ticket. Sul rinnovo dei contratti pubblici, Brunetta ha parlato di un tavolo con i sindacati già a luglio: «Ho scambiato con Tremonti il piano industriale sulla pubblica amministrazione, con le risorse per il rinnovo del secondo biennio». Come dire, tra 20 miliardi di tagli si troveranno pure due lire per i contratti.