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Come Silvio addestra i suoi mercenari

Publie le domenica 11 dicembre 2005 par Open-Publishing

Come berlusconi addestra i suoi mercenari

Legionari di Silvio alla battaglia del telefono
Come intervenire alla radio, come scrivere ai giornali: sul web i suggerimenti del partito ai militanti di Forza Italia

MILANO - Tempestare le rubriche di lettere dei giornali, intasare le frequenze radio a colpi di telefonate in diretta. Il tutto in nome del premier.
In attesa che venga modificata la par condicio, la legge che regola l’accesso ai media in campagna elettorale, Forza Italia si attrezza con quello che ha: un esercito di volenterosi militanti che i dirigenti stanno indottrinando a dovere per far risalire nei sondaggi il partito di Berlusconi.

E’ arduo il compito che spetta i «legionari azzurri», come li ha ribattezzati lo stesso Cavaliere. In tutto sono 180mila, un vero esercito organizzato in 475 comitati per la vittoria operativi sul territorio. Truppe, va detto, dalle competenze variabili.

Originariamente i soldati di Silvio sono stati arruolati per presidiare i seggi al momento del voto e dello spoglio elettorale, «controllando ogni scheda», dandosi da fare per svelare i magheggi dei «professionisti della sinistra» che tenteranno di «falsare il risultato uscito dalle urne». Una mobilitazione che si annuncia imponente, ma visto che alle elezioni mancano ancora quattro mesi e mezzo i giovani berlusconiani dovranno dare una mano anche su altri fronti. Primo fra tutti quello della comunicazione.

Nel vademecum rintracciabile su internet, il sito «Motore azzurro» attivo da qualche settimana, sono elencate con dovizia di particolari le consegne dei «centurioni», ovvero i seniores del partito, ai simpatizzanti azzurri. La campagna virtuale, affidata all’europarlamentare Mario Mantovani, ha un nome che è tutto un programma: «Far conoscere la verità». In una paginetta sul web s’invitano i militanti a farsi sentire nelle trasmissioni radio di informazione. Online è presente anche un elenco di programmi dove è prevista la presenza di ascoltatori in diretta.

Chiunque voglia intervenire a Radio 24 o Radio Radicale - citiamo a caso - deve però attenersi a un certo linguaggio. Improvvisare è vietatissimo. La chiave per chi si accinge al telefono è la prontezza di riflessi. Essere veloci di cornetta, innanzitutto. Telefona presto, è il primo dei suggerimenti, perché «se chiami all’inizio avrai più possibilità di essere inserito nella scaletta degli interventi». Se trovi occupato non demordere. «Insisti», è il mantra del sito azzurro, e «prima o poi prenderai la linea». Una volta che ce l’hai fatta non devi perderti in tante chiacchiere. Il dono della sintesi fa la differenza in questi casi. Prima della messa in onda «preparati a riassumere quello che stai per dire in una frase sola». Zac, uno slogan e via. E una volta in diretta devi essere «chiaro e incisivo», in modo da «arrivare velocemente al punto centrale» di ciò che vuoi dire.

La strategia di persuasione si allarga anche ai giornali di carta. Le praterie dove andare a caccia di voti e di nuovi adepti sono le rubriche dedicate alla posta dei lettori. Sul sito si trovano i recapiti sul web dei maggiori quotidiani nazionali (compreso il link alla rubrica di Sergio Romano sul Corriere della Sera). Anche qui non mancano le indicazioni ad hoc: la lettera deve essere sempre firmata e non troppo lunga. Il rischio altrimenti è quello che venga cestinata. Perché - informa sapientemente il sito - «i giornali di solito accorciano le lettere prima di pubblicarle, quindi è meglio che la tua lettera sia breve». E di seguito: colui che scrive deve «enunciare chiaramente il nocciolo» di quello che vuole dire e «trattare un solo argomento per volta». Ma attenzione: prima di far scorrere le dita sulla tastiera del pc bisogna informarsi. E via un altro link allo speciale «BuonGoverno», per sapere tutto sulle ventiquattro riforme varate dalla maggioranza di centrodestra.

Luca Gelmini

http://www.corriere.it/Primo_Piano/...

La gente si farà ingannare ancora una volta dal venditore di fumo?
Io credo che non ne può più delle sue patacche,delle sue frodi,del suo ghigno
tragicomico.
Malgrado la legione di Arcore,credo che la maschera non reggerà più su un viso decrepito che tenta disperatamente di nascondere una politica decrepita basata sull’appropriazione indebita dei beni pubblici.