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Comincia una nuova era per la rifondazione comunista

Publie le mercoledì 30 luglio 2008 par Open-Publishing

Comincia una nuova era per la rifondazione comunista

di Fabio de Nardis

Ancora non mi riprendo dalla stanchezza. Rientro da Chianciano alle 3 del mattino e alle 6 ho già la sveglia che mi ricorda di dover affrontare un’altra giornata intensissima. Sono stati quattro giorni pienissimi. Dalla sveglia alle 7:30 giù di filato fino alle 3 del mattino. Prima la plenaria congressuale e poi le riunioni notturne per definire la strategia con le compagne e i compagni della mia mozione. Assemblee partecipatissime e informali.

Riunirmi con Paolo, Ramon, Claudio e tutti coloro che hanno aderito al documento è sempre interessante. Un clima da social forum. Non c’è mai una decisione predefinita, tutto si decide insieme. Né Paolo né gli altri agiscono senza aver ascoltato il parere dei compagni riuniti in assemblea. Da anni non eravamo più abituati a questa modalità. Si respira finalmente la democrazia come pratica e non come declamazione testimoniale. Paolo si fa insultare e riprendere dai compagni, si mette in discussione costantemente.

Penso che il suo stile antieroico è quello che serve a un corpo di militanti da troppo tempo abituati alla subalternità politica e psicologica a un capo. Abbiamo discusso degli accordi, delle tattiche, del merito degli interventi e tutte e tutti siamo responsabili dell’esito del congresso, perché la strategia congressuale l’abbiamo decisa tutti insieme, delegati e non delegati, dirigenti e semplici iscritti. Alla fine ce l’abbiamo fatta.

Abbiamo tentato l’accordo unitario anche con i compagni della mozione 2 ma loro non sembravano interessati alla linea politica. Sconfitta nei congressi di circolo l’ipotesi della Costituente erano a quel punto interessati solo all’elezione di Niki. Sarebbe stato veramente anomalo se fosse stato eletto segretario il candidato (l’unico ufficialmente) di una mozione che ha espresso una linea politica a cui il 53% del partito è contraria. Abbiamo cercato l’accordo in commissione politica per giungere a un documento condiviso, ma i compagni della 2 hanno proposto come base da cui partire la relazione introduttiva di Niki al congresso (tra l’altro piena di vaghezze e luoghi comuni).

Un’assurdità, e quando hanno capito che Vendola non sarebbe stato eletto hanno abbandonato il tavolo dimostrando il disinteresse a discutere di progetto politico. Non restava che concludere il lavoro in commissione senza il contributo auspicato dei compagni del secondo documento. Il testo è stato materialmente scritto da Giovanni Russo Spena (che lo ha presentato), Alberto Burgio e Walter De Cesaris (quinto documento) e poi emendato e arricchito dalle altre componenti.

Alcuni punti sono netti: «Il Congresso considera chiusa e superata la fase caratterizzata dalla collaborazione organica con il PD […] Al contrario è necessario costruire l’opposizione al governo Berlusconi, intrecciando la questione sociale con quella democratica e morale, in un quadro di autonomia del PRC e di alternatività al progetto strategico del PD […] Respinge la proposta della Costituente di sinistra e qualsiasi ipotesi di superamento o confluenza del PRC in un’altra formazione politica.

Il tema dell’unità a sinistra rimane un campo aperto di ricerca e sperimentazione […] è indispensabile rafforzare la sinistra di alternativa, avviando una collaborazione fra le diverse soggettività anticapitaliste, comuniste, di sinistra e aggregando le realtà collettive e individuali che si muovono al di fuori dei partiti politici sui diversi terreni sociali, sindacali e culturali […] Riteniamo opportuno favorire ogni elemento di conflitto dal basso nei luoghi di lavoro, la rinascita di un protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici, l’emergere di momenti di auto-organizzazione, tutti elementi decisivi affinché la battaglia anticoncertativa assuma una dimensione di massa.

In questo quadro è necessario un forte investimento nella costruzione della presenza organizzata del partito nei luoghi di lavoro […] Intrecciati con la questione sociale in senso stretto, sono cresciuti nel paese importanti movimenti di lotta su temi decisivi quali la laicità dello Stato, la difesa della Costituzione repubblicana e antifascista, il rilancio della scuola e dell’università pubblica, il diritto alla libertà di orientamento sessuale e la lotta contro ogni forma di discriminazione, omofobia, violenza alle donne e attacco alle loro libertà, al diritto di scelta e di decisione sul loro corpo […] Il PRC, riprendendo il percorso cominciato a Genova, ribadisce la propria internità al movimento mondiale contro la globalizzazione capitalistica e, in questo quadro, la volontà di intensificare la collaborazione e le relazioni con i partiti comunisti e progressisti, con tutti i movimenti rivoluzionari e le importantissime esperienze latino-americane che si collocano contro le politiche neoliberiste e di guerra, con i popoli in lotta contro l’occupazione militare e per l’autodeterminazione […]

In Italia, in vista del prossimo vertice del G8, il PRC si deve impegnare, nelle istanze del movimento contro la globalizzazione, a ricostruire lo schieramento di forze politiche e sociali che condusse la mobilitazione contro il G8 di Genova […] Il Congresso ritiene necessario rilanciare il partito e il progetto strategico della rifondazione comunista ed impegna il nuovo gruppo dirigente a promuovere ed incoraggiare un effettivo e pluralistico dibattito politico e teorico che prosegua nel segno dell’innovazione e della ricerca. In questo quadro, la ricerca sul tema della nonviolenza non riguarda per noi un assoluto metafisico ma una pratica di lotta da agire nel conflitto e nella critica del potere […]

E’ necessario impedire ogni degenerazione del partito in senso leaderistico e plebiscitario ed ogni subordinazione del partito alle rappresentanze istituzionali e ai rapporti verticistici con altre forze politiche […] La democrazia non è una forma qualsiasi di funzionamento del partito. Non si deve ridurre alla pura dialettica tra diverse posizioni né confondere in alcun modo con forme plebiscitarie di consenso. Il tesseramento deve essere strumento di partecipazione alla vita del partito, al suo progetto politico e alle sue decisioni. Non deve mai ridursi a strumento burocratico di conta interna. […]

Gli organismi dirigenti a tutti i livelli non devono essere retti da una logica elitaria e devono essere fondati sul principio di responsabilità. La rotazione degli incarichi, la non commistione di incarichi di partito con incarichi istituzionali di governo, il rinnovamento costante degli organismi e il superamento del loro carattere monosessuato, l’introduzione di codici etici relativi ai comportamenti connessi ai privilegi sono obiettivi che il Congresso indica come prioritari al nuovo gruppo dirigente […] Il Congresso impegna infine il nuovo gruppo dirigente a lavorare, con gli strumenti opportuni, al miglioramento della formazione di tutti gli iscritti, dai militanti di base ai dirigenti nazionali».

Paolo viene eletto segretario a stretta maggioranza ma propone alla due di entrare in segreteria e di mantenere il tesoriere nella figura del compagno Boccadutri. Difficile pensare a una maggioranza escludente che lascia alla minoranza la cassa del partito, una minoranza che tra l’altro dichiara di costituirsi in corrente e di lavorare in autonomia contro l’attuale gruppo dirigente. Mi dispiace per Niki, perché è un compagno che ho sempre stimato. Ma con questa operazione conferma la serie sterminata di cadute di stile che hanno contraddistinto i suoi interventi a Chianciano.

Si sentono altro dal partito ma non rinunciano a utilizzarne gli strumenti e le risorse per costruire qualcosa che sia altro da esso. Intanto adesso si ricomincia a fare politica. Una politica che non ha bisogno di capi e dove tutte e tutti avranno voce in capitolo. Una politica dove anche il segretario potrà essere fischiato senza che questo desti scandalo. Si sono contento. So che sarà difficile ma intanto incasso il risultato. Basta insulti. Ragioniamo tutte e tutti insieme ritrovando l’unità sulla politica. Ne abbiamo bisogno noi e ne ha bisogno l’Italia.