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Comitato Verità e Giustizia per Genova: lettera inviata al Manifesto (e finora non pubblicata)
Publie le lunedì 3 luglio 2006 par Open-Publishing1 commento
Lettera inviata al Manifesto (e finora non pubblicata):
Caro Manifesto,
invio il contributo del Comitato Verità e Giustizia per Genova in merito
alla Commissione d’inchiesta sui fatti di Genova.
Da cinque anni il Comitato Verità e Giustizia per Genova organizza e
partecipa ad incontri, dibattiti, convegni, per tenere alta l’attenzione,
per sostenere e dar voce alle vittime della repressione, per informare sulle
indagini e sui procedimenti penali in corso. Il nostro Comitato raccoglie
fondi a sostegno delle spese legali per tutti i processi in corso a Genova e
la segreteria legale può svolgere la propria attività grazie ai locali messi
a disposizione dal nostro Comitato. Tutto questo tra il più assordante
silenzio di quasi tutti i media e della società civile: su Genova è in corso
una censura bi-partisan.
Il nostro Comitato in questi anni si è occupato non solo di Genova, ma anche
di Napoli (marzo 2001), di tortura, di gas CS, di violazione dei diritti
umani nelle carceri, nei CPT, abbiamo organizzato e partecipato a numerosi
convegni con Amnesty International, ARCI, Antigone e numerose altre
associazioni.
Da cinque anni chiediamo una commissione d’inchiesta sui fatti di Genova ed
insieme a Piazza Carlo Giuliani e ARCI, abbiamo raccolto e presentato in
Parlamento (a giugno del 2005) le firme di diecimila cittadini italiani a
sostegno di questa richiesta.
A Genova intanto i tre maggiori processi scaturiti dai fatti del luglio
2001 sono tuttora in corso. La magistratura ha il compito esclusivo di
accertare eventuali responsabilità penali, questo è un compito essenziale,
ma non sufficiente, la prescrizione incombe e non sappiamo se arriveremo in
tempo alla conclusione del primo grado di giudizio.
Dei processi in corso nessuno si occupa e per questo abbiamo istituito un
Osservatorio Internazionale col compito di vigilare sui processi per
coglierne i risvolti politici ed istituzionali e svolgere così un ruolo di
"verifica".
La ferita aperta in quei giorni pesa ancora sulla nostra vita civile: nei
cinque anni trascorsi il governo e i vertici delle forze dell’ordine non
hanno fatto nulla per ricomporla. Servivano il massimo di trasparenza e un
rapido accertamento delle responsabilità, ancor prima che fossero avviati i
processi penali. Era necessario che i funzionari e i dirigenti imputati
dimostrassero senso dello stato e rispetto per le istituzioni, lasciando i
loro incarichi in attesa dell’esito dei processi, non lo hanno fatto e
alcuni di loro sono stati addirittura promossi.
Il nuovo parlamento può e deve fare la sua parte, come previsto dal
programma dell’Unione, istituendo una Commissione d’inchiesta. Abbiamo perso
cinque anni e non possiamo aspettare oltre.
La Commissione parlamentare d’inchiesta, è una necessità democratica: la
gravissima lesione costituzionale del 2001 può essere sanata solo attraverso
una operazione di trasparenza che restituisca credibilità alle istituzioni.
Non possiamo prevedere come la Commissione opererà ed a quali risultati
approderà, ma possiamo e dobbiamo richiedere che venga istituita, al più
presto. Sarà nostro compito, e quello di tutti i cittadini democratici,
vigilare in seguito su modalità e conclusioni.
In queste settimane abbiamo assistito a numerose esternazioni in merito alla
commissione d’inchiesta da parte di parlamentari e giornali di destra,
pochissime voci da parlamentari e quotidiani di sinistra, una di queste,
quella del Manifesto, che dichiara: "Ma la commissione parlamentare potrebbe
essere un boomerang".
Sono francamente allibita e penso che si dovrebbero sentire nel merito, la
famiglia Giuliani, i 93 della Diaz, i 250 di Bolzaneto e tutti quelli che
sono stati feriti, umiliati ed offesi nelle strade e nelle piazze di Genova,
nella Caserma di Forte San Giuliano, le centinaia di cittadini stranieri
espulsi dall’Italia. Insomma tutti quelli, e non sono pochi, che ancora si
chiedono perché?
Enrica Bartesaghi
Presidente Comitato Verità e Giustizia per Genova
info@veritagiustizia.it
Messaggi
1. > Comitato Verità e Giustizia per Genova: lettera inviata al Manifesto (e finora non pubblicata), 3 luglio 2006, 07:35
Il boomerang...stiamo per avviarci in quelle giornate di luglio. Sappiamo benissimo chi c’era e chi non c’era a Genova. Ho scritto molte volte su che cosa abbia significato per mia madre, mia figlia,per me Genova. Genova come porto, punto di partenza e di arrivo.In questi giorni, ho dovuto rivedere il viso contratto di mia figlia, oggi non più adolescente, e risentire la sua determinatezza: non voterò più, non credo nella giustizia, se dovessi subire una violenza non denuncio a questa polizia. Oggi come ieri è avvilita di fronte alle "convenienze" politiche. Pacesi, guerrano. Il boomerang voi dite...
Il manifesto pubblica qello che ritiene più utile al momento...C’è poco da rimanere sconcertati, va così...
La mia totale solidarietà e dite ad Heidi, che prenderà il posto di Gigi Malabarba, di non aver paura del boomerang, quando dovrà votare, quando dovrà scegliere, quando dovrà mediare.
Di pensare magari all’Australia come luogo di infiniti spazi, di terra dove certi animali, pur tenendo nel marsupio i loro piccoli, fanno grandi salti, grandi...in avanti. con coraggio e senza la paura di boomerang annuciati.
Vi abbraccio,Doriana