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Il risultato in Italia delle elezioni europee richiede un primo breve commento, in attesa di una lettura più approfondita e articolata.
Dal punto di vista generale, il risultato elettorale registra il fallimento dell’operazione plebiscitaria cercata da Berlusconi. L’acclamazione popolare del Cavaliere – quale possibile leva di un suo affondo istituzionale – non c’è stata. Il rapporto di forza complessivo tra centrodestra e centrosinistra non conosce modifiche sostanziali rispetto alle precedenti elezioni politiche. Il successo della Lega Nord e dell’Italia dei Valori, sui rispettivi versanti, accresce le contraddizioni politiche interne al bipolarismo, e annuncia nuovi elementi di instabilità e contrattazione politica nel campo stesso della coalizione di governo. Lo stesso referendum truffa ipermaggioritario del 21 Giugno viene ulteriormente depotenziato da questo voto.
Il PD conosce l’annunciata e pesante flessione rispetto al voto delle elezioni politiche, aggravata dalla perdita di numerose posizioni di governo sul terreno delle amministrazioni locali. Ma l’insuccesso di Berlusconi compensa politicamente questo dato. E frena un’immediata e ulteriore precipitazione delle contraddizioni interne al PD (tutte presenti e irrisolte).
Le sinistre (PRC-PDCI e Sinistra e Libertà) beneficiano in parte, nel loro insieme e sul terreno elettorale, della crisi del PD, seppure in misura minore del dipietrismo. Ma conoscono politicamente una sconfitta pesante. In particolare il mancato raggiungimento del quorum penalizza il blocco PRC-PDCI, sia sotto il profilo “finanziario”, sia sotto il profilo politico: dove sono destinate ad acuirsi, in un quadro terremotato, tutte le contraddizioni di linea e di prospettiva presenti al suo interno (“partito sociale”, “unificazione dei comunisti”…). Mentre Sinistra e Libertà non ha alcuna seria possibilità di tradurre politicamente il proprio risultato elettorale (in sé non disprezzabile): né in termini di forza organizzata unitaria (“costituente della sinistra”), né in termini di reale negoziazione col PD. Complessivamente, l’estromissione compiuta dei due vecchi tronconi del PRC da ogni sede istituzionale, completa la parabola della loro crisi. Pur non sancendo affatto, di per sé, la scomparsa della presenza politica del PRC, ingombrante e mistificante.
Il PCL riporta un dato sicuramente modesto, ma positivo. Modesto perché non siamo ancora in grado di capitalizzare direttamente la crisi politica profonda delle sinistre italiane, sul terreno della costruzione di una direzione politica alternativa del movimento operaio. Ma assolutamente positivo: perché, in una situazione politica molto difficile (e molto più complicata di un anno fa), riusciamo a consolidare e rafforzare la nostra presenza.
Complessivamente registriamo la stessa percentuale di voto delle ultime elezioni politiche, pur essendo assenti nel Sud e nelle isole (cioè in un terzo dell’elettorato). Nelle tre circoscrizioni in cui eravamo presenti (Centro, Nord Ovest, Nord Est) passiamo dallo 0,6 % allo 0,8 %, con un incremento di voti assoluti (da 150000 voti a 165000) nonostante la crescita dell’astensionismo. In cinque situazioni regionali (Toscana, Emilia, Marche, Liguria, Umbria) e in ventisei realtà provinciali (Pavia, Lodi, Mantova, Ancona, Ascoli, Fermo, Vercelli, Arezzo, Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Perugia, Terni, Cesena-Forlì, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Gorizia, Rieti, Genova, La Spezia, Savona) raggiungiamo o superiamo l’1 % dei voti. In generale, pur a fronte della concorrenza del simbolo del PRC e della pressione del “voto utile” per il PRC, il PCL esce rafforzato dal voto: peraltro, il contesto politico del voto e dei suoi risultati consolida politicamente il PCL e la sua riconoscibilità pubblica, ben al di là del puro dato elettorale.
L’investimento della campagna elettorale e del suo risultato nello sviluppo del PCL è il nostro primo banco di prova. Abbiamo registrato e registriamo un nuovo flusso di domande di contatto e di adesione al partito, lungo l’intero territorio nazionale. Per questo rilanciamo da subito la nostra campagna di tesseramento , rivolgendola alla conquista di questa nuova leva di interlocuzioni e relazioni emersa negli ultimi mesi.
Questa campagna di tesseramento ha carattere politico, e si appoggia due assi tra loro intrecciati.
a) Il primo è la valorizzazione del PCL, della sua costruzione e radicamento, quale unica risposta reale alla crisi di direzione del movimento operaio e della sinistra. Solo la coerenza dei principi e di un programma anticapitalista può forgiare una sinistra capace di futuro; al di fuori dei principi e della coerenza, c’è spazio solo per successi effimeri, destinati alla lunga ad evaporare e a dissolversi. La parabola storica del bertinottismo e del PRC è al riguardo emblematica. Per questo lo sviluppo del PCL e del suo programma non è solo la risposta alle esigenze dei lavoratori, ma anche l’unica via d’uscita dalla crisi della sinistra italiana.
b) Il secondo è lo sviluppo di una nostra proposta unitaria al mondo delle sinistre e al loro popolo. L’intera situazione politica e lo stesso dato elettorale alimentano un naturale sentimento unitario in molti lavoratori, militanti, elettori di sinistra. Dobbiamo dare a questo sentimento la nostra traduzione politica, alternativa e contrapposta a quelle fraudolente dei gruppi dirigenti riformisti. Ferrero prova a rilanciare una “federazione” delle sinistre, aperta a Sinistra Critica, come cartello politico elettorale. Diliberto ripropone l’”unificazione di partito dei comunisti”, attorno ad un’impostazione politico-culturale neoberlingueriana. Vendola promuove la cosiddetta “costituente della sinistra”, dalle improbabili fortune e direttamente subalterna al PD. Noi contrapponiamo a queste ingegnerie burocratiche del riformismo, una proposta di unità d’azione sul terreno della lotta di classe, riprendendo l’impostazione della “lettera aperta alle sinistre” formulata prima della campagna elettorale. Non ci interessano alchimie elettoralistiche e confusioni di programma. Ci interessa lo sviluppo del movimento reale delle masse sul terreno dell’unificazione e radicalizzazione delle lotte. Per questo rilanciamo la proposta del “Parlamento delle sinistre”, quale strumento di fronte unico d’azione contro il governo e la Confindustria, e quale sede di confronto pubblico tra le sinistre sul terreno dell’azione di massa, della risposta alla crisi capitalista, della costruzione di un’alternativa.
Su tutti questi temi di analisi e proposte, si svilupperà a breve una riflessione ed elaborazione, innanzitutto, dei nostri organismi dirigenti. Ma è essenziale da subito focalizzare un dato di fondo: la partecipazione, pur disomogenea, alla campagna elettorale per il Parlamento Europeo, lo stesso risultato riportato, la crisi profonda del PRC, rilanciano uno spazio potenziale di raccolta di nuove forze attorno al PCL, nell’interesse generale del movimento operaio italiano. Ci impegneremo in questa direzione con tutte le nostre energie.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Messaggi
1. Commento RISULTATI ELETTORALI, 12 giugno 2009, 18:41, di che tristezza
sta gargia...come si dice dalle mie parti...
2. Commento RISULTATI ELETTORALI, 12 giugno 2009, 19:32, di adriano
Finalmente una analisi seria della situazione. Vai avanti Ferrando !
1. Commento RISULTATI ELETTORALI, 12 giugno 2009, 20:28
Sull’analisi del voto fatta dal Pcl si può anche a grandi linee convenire.
Ma che vuol dire "vai avanti Ferrando" ?
Su cosa dovrebbe andare avanti una ipotesi ultraminoritaria nel più perfetto e grottesco stile simil-trotzkista ? Che è chiusa a pressochè ogni tipo di movimento reale della società civile e che è già riuscita, in un tre anni scarsi di esistenza ad espellere o comunque perdersi per strada buona metà dei militanti iniziali ? E che rifiuta ogni rapporto persino con le altre due mini-scissioni similari avvenute più recentemente, tanto il Partito di Alternativa Comunista che Sinistra Critica ?
Di esperienze "politiciste" ed ultrasettarie come il Pcl - nella lunga storia della sinistra italliana ed internazionale - ne abbiamo già viste a decine ... tutte ugualmente fallimentari ....
E questo, sia chiaro, senza fare da parte mia nessuno sconto a Rifondazione ... anzi considerando il suo gruppo dirigente, sia passato che attuale, comunque il principale responsabile di una ipotesi "comunista" ridotta al lumicino ...
Ma che speranze di qualche tipo possano venire da Ferrando ....
K.
2. Commento RISULTATI ELETTORALI, 13 giugno 2009, 00:10
La crisi della sinistra è anche una crisi di leaders e di gente che sà vedere un po’ piu’ in là del dopo 89, perchè ora siamo nel 2009 e tocca all’occidente "vittorioso" a saltare
Diliberto, Vendola che pena, non c’è nessuno l’unico forse proprio Ferrando,che sia in grado ,non dico di trascinare ma perlomeno di confortare i compagni ,questo proprio in un momento in cui il capitalismo stà rantolando nessuno lo mette in evidenza, nessuno sà adoperare dialetticamente quest’arma per far notare il cataclisma in atto, siamo nel mezzo di un cambiamento storico, il mondo non sarà piu’ quello di prima e nessuno dei leader di quello che si definisce sinistra sembra essersene accorto, nè approfitta di questa incredile cambiamento in cui non solo il liberismo esce sconfitto ma tutto il sistema di mercato dichiara fallimento
La borsa ormai è una scheggia impazzita completamente fuori da ogni realtà in preda a l’ultima bolla speculativa prima di finire travolta del tracollo definitivo dell’economia reale,
Si stampa moneta stile republica di Weimar e nessuno prevede le conseguenze logiche , forse qualcuno crede che un’economia che è stata in grado di reggere solo grazie a diverse volte il prodotto interno lordo mondiale di asset fasulli ,possa avere speranza di sopravvivenza ora che la catena di S,Antonio è finita?
3. Commento RISULTATI ELETTORALI, 13 giugno 2009, 00:21
Il "conforto" non mi sembra una categoria politica ... e tantomeno una categoria marxista ....
K.
4. Commento RISULTATI ELETTORALI, 13 giugno 2009, 20:24, di obreros luis
Hai ragione, infatti il PCL ha un programma internazionale da difendere non "conforto" da dispensare.
Inoltre il PCL affronta la crisi su scala internazionale e dà l’indicazione comune di un’uscita socialista da Buenos Aires a Roma.
Avanti PCL
Avanti CRQI
5. Commento RISULTATI ELETTORALI, 13 giugno 2009, 21:09
Infatti siamo allo sconforto
Basta vedere come anche tu K. ti fermi su questo particolare ironico invece di rispondere alle altre cose che mi sembrano piu’ serie,è appunto sconfortante
O forse pensi che è tutto come prima?Quando Ferrando propose in campagna elettorale( delle politiche) la nazionalizzazione delle banche ridevano tutti, ora non ride piu’ nessuno anzi è all’ordine del giorno degli ex liberisti allo sparo ed è solo all’inizio, chissà che da parte loro non si arrivi a breve all’economia pianificata, ai gosplan che fra l’altro sarebbe l’unico sistema per salvare il pianeta dal fallimento e dalla distruzione.
Vai avanti Ferrando e gli altri ne seguano le tracce,non è piu’ il momento dei piccoli passi siamo alla frana veloce ed inarrestabile del capitalismo che si era e ci aveva illuso che il consumo produca qulcosa di reale e che i soldi figliassero, il comunismo e marx tornano ad essere una alternativa valida e forse l’unica e molti di noi non se nesono nemmeno accorti.
6. Commento RISULTATI ELETTORALI, 13 giugno 2009, 22:52
"siamo alla frana veloce ed inarrestabile del capitalismo che si era e ci aveva illuso che il consumo produca qulcosa di reale e che i soldi figliassero, il comunismo e marx tornano ad essere una alternativa valida e forse l’unica e molti di noi non se nesono nemmeno accorti."
Magari fosse vero .... io credo molto meno prosaicamente che sia in profonda crisi il modello iperliberista della "scuola di Chicago" che era il verbo di Reagan e della Thatcher e che è stato fatto proprio proprio in Italia, oltre che da Berlusconi, anche dai PD ....
Ma non è una crisi del capitalismo "tout court" .... anche perchè alternative al capitalismo al momento proprio non se ne vedono .... è senz’altro interessante quanto sta avvenendo in molti paesi dell’America Latina ... ma è appunto una critica al liberismo sfrenato, non al capitalismo in quanto tale ,,, del resto nè Chavez, nè Morales, nè Ortega nè nessun altro dei leaders progressisti sud americani si definisce marxista nè tantomeno comunista ....
Certo, di fronte alla crisi, può capitare che persino economisti capitalistici dicano che bisogna nazionalizzare le banche ... questo è verissimo .... ma in fondo le aveva nazionalizzate pure Mussolini ... e altrettanto in fondo ricordo che ancora 20 anni fa le banche italiane erano ancora quasi tutte pubbliche .... non è che la nazionalizzazione delle banche in sè sia qualcosa di rivoluzionario ...
E comunque non capisco cosa c’entri Ferrando con tutto questo ... uno che invece di provare ad aggregare si è posto finora il problema del "pochi ma buoni" perdendosi in tre anni mezzo partito ....
K.
7. Commento RISULTATI ELETTORALI, 13 giugno 2009, 23:28
"Ma non è una crisi del capitalismo tout court","anche perchè alternative al capitalismo al momento proprio non se ne vedono"
Magari forse pensi che si tratti solo di una crisi finanziaria?La finanza creativa accusata di essere la causa di questa crisi in realtà è stato l’ultimo disperativo tentativo di mantenere in vita questo sistema, ormai basato solo sul puro debito, i titoli tossici sono ormai cosi’ tante volte il prodotto mondiale lordo che è praticamente impossibile colmarli tanto che lo stesso Obama ha dovuto fare marcia indietro
L’operazione di pulizia è impossibile sarebbe come voler prosciugare il mare con un cucchiaino ,non ci sono possibilità di uscita la sorte è segnata è solo questione di tempo, ce ne vorrà ma il destino è quello.
Ora se malgrado si siano immessi cosi’ tanti migliardi di dollari la situazione del sistema è quella che tutti conosciamo , cosa succederà appena non si potranno immettere ulteriore carta straccia?Questo è il nocciolo della situazione su cui riflettere,ci son altre possibilòità? vediamo,come sono usciti dalla recessione del 29? con la seconda guerra mondiale ,ora anche l’ultimo tentativo iraqueno è fallito, il capitalismo non è piu’ in grado di adoperare questa consueta exit dalle crisi ,come aveva fatto con la Corea come aveva fatto in Vietnam,inoltre non c’è piu’ nessun continente da vampirizzare, l’america latina non è piu’ il cortile protetto a forza di golpe e la fonte di inesauribili ricchezze minerarie ,che è stata dai tempi del new deal a pochi anni fà, per non parlare dell’africa ormai tutta scavata ed esaurita
Se mi dici come ne escono, sono curioso
Alex
8. Commento RISULTATI ELETTORALI, 14 giugno 2009, 11:26
Ed in effetti non sanno come uscirne ....
Ma questo non vuol dire che ci sia una rivoluzione proletaria globale pronta a prendere il potere mentre il capitalismo si esaurisce da se ... che poi sarebbe più o meno l’ardita teoria di Toni Negri spiegata in "Impero" ....
E comunque, anche se ci fossero le condizioni perchè questa rivoluzione proletaria globale avvenisse, dubito fortemente che partitelli politicisti ed estranei a qualunque lotta di massa, di quelle con la "gente in carne ed ossa" per intenderci, come quello di Ferrando potrebbero avervi alcun ruolo .....
K.
9. Commento RISULTATI ELETTORALI, 14 giugno 2009, 12:04
"una rivoluzione proletaria globale pronta a prendere il potere mentre il capitalismo si esaurisce da se" ... non si puo’ dire ora cosa accadrà ,anzi c’è anche il pericolo che non sia proletaria ma reazionaria e fascista come abbiamo visto succedere nella storia recente,ma è anche vero che è sempre stata una avanguardia numericamante esigua a fare per prima le scelte per il popolo,popolo che anche se determinante arriva sempre dopo
In questo caso è molto facile che arrivi, immaginiamoci solo lo scenario di un interland milanese con le fabbriche che chiudono una dopo l’altra e gli operai in mezzo alla strada ,gli lasciamo in mano ad una destra "sociale"xenofoba ?noi cosa gli diciamo che non siamo preparati perchè non ci siamo accorti di quello che stava succedendo?In questo momento capisco che la situazione è di fuori come dimensione dagli schemi abituali ,abbiamo sempre pensato di creare una situazione favorevole nel nostro piccolo mondo con i nostri piccoli sistemi dei piccoli passi ,delle piccole rivendicazioni ,dimanticando che il comunismo è una dottrina ecumenica eglobale dal respiro di un nuovo cristianesimo laico e che solo dal globale ,dai grandi eventi storici puo’ venire la sua affermazioneora
Ora è la situazione globale a volgere in un grande epico cambiamento ,per questo nello scenario pietoso di tutti gli altri è già ammirevole che qualcuno tenga acceso il "focherello"di una coerenza ,di essere finalemte un partito che non tradisce ,si stanno muovendo bene i compagni del PCL e non dobbiamo ridicolizzarli se sono pochi per quanto ho detto sopra ,meglio pochi ma buoni che a diventare molti con la situazione che si và profilando ci vuole poco
Alex