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Compagno Bertinotti, è giunta l’ora di fare un passo indietro

Publie le lunedì 18 settembre 2006 par Open-Publishing
2 commenti

Invitato a "Telecamere" (programma di costume condotto dalla sedicente giornalista Anna Larosa), qualche tempo fa l’Onorevole Bertinotti alla domanda "come vorrebbe essere ricordato un giorno" rispose: "vorrei essere ricordato come un Comunista".
Il 16 Settembre il nostro amabile compagno ha aggiunto un ulteriore tassello a questo mosaico di rimembranza politica che un giorno impreziosirà le nostre menti: Fausto ha amabilmente discusso con il fascista Fini ed i suoi gerarchi squadristi durante un’iniziativa razzista a Roma.
Il Comunista ha pronunciato le seguenti leggendarie parole:" dobbiamo gettare un ponte verso una cultura così lontana!

Un ponte gettato verso le spranghe, le manganellate, le guerre di colonizzazione africane, i delitti politici, la soppressione della libertà, il razzismo, il classismo;
un ponte verso Mussolini, Hitler, Ciano, Graziani, Starace;
un ponte verso Storcace detto Storhacker, verso Buontempo detto er Pecora, un ponte verso Forza Nuova e le camice nere, i balilla, l’ignoranza, l’indecenza, il soppruso, il dolore.

A tutto questo l’Onorevole Fausto Bertinotti chiede di gettare un ponte: che lo getti lui questo ponte, insieme a tutti i freakkettoni che lo hanno anticipato durante questi anni accompagnandosi a questa gente di estrema destra, borghesemente definita "perbene".

I Comunisti non saranno della partita, sapendo che la tolleranza non si misura soltanto con il senso del confronto, ma anche nella misura del contenuto del discorso.
E’ impossibile che il concetto di tolleranza includa la sopportazione della categoria del Male Assoluto, perchè di questo si tratta quando si parla di fascismo.
La tolleranza, Onorevole Bertinotti, e ce lo insegna un filosofo come Umberto Galimberti, è funzionale al "gradiente di verità" contenuto nel pensiero dell’interlocutore di turno.
Se esso è un fascista, questo gradiente è intriso di marciume, di volgarità: non è spendibile per alcunchè di dialogico.

Abbi rispetto per i compagni massacrati di botte e fai un passo indietro, il rischio è che sarai ricordato come un infame.
francesco fumarola

www.mercantedivenezia.org

Messaggi

  • Direi che questo intervento è un esempio da manuale di mentalità squadristica giustificata da un sedicente antifascismo. L’antifascismo è stata ed è conquista di libertà e democrazia, di riconoscimento del diritto dell’avversario, anche quello più lontano dalle proprie idee, di esprimersi senza dover rischiare la prigione, il manganello e l’olio di ricino, purchè rispetti la legalità e lo stesso principio per tutti gli altri.
    Penso che nel ventennio, quelli come Fumarola si sarebbe trovati più coerentemente ad indossare la camicia nera, per poter imporre con le spranghe la propria inappellabile e insindacabile "verità".

    Franco

    • Mi pare francamente che abbiano esagerato sia Fumarola che Franco.

      I toni di Fumarola mi erano subito apparsi eccessivi, tra l’altro dice delle cose anche poco comprensibili.

      Chi sarebbero ad esempio i "frikkettoni" - termine peraltro alquanto datato e desueto - che avrebbero inciuciato coi fascisti prima di Bertinotti ?

      A parte che i "frikkettoni" propriamente detti non esistono più da un buon quarto di secolo mi sembra che gli unici che hanno portato avanti negli ultimi anni posizioni di questo tipo siano ben lontani, come cultura e posizioni politiche, dagli antichi "frikkettoni".

      Mi riferisco ai bei tomi del Campo Antimperialista che, in nome di un comune "antiamericanismo", hanno aggregato rimasugli di fascisti e post-fascisti, ma quelli del Campo li puoi definire trotzkisti, post-maoisti, terzomondisti, persino in qualche caso stalinisti ma sono certo quanto di più lontano possa esistere dalla vecchia cultura freak.

      Mi sembrano invece molto interni, sia pure nel loro delirio, a quella che viene definita "tradizione comunista".

      Una volta detto questo, però, per rispondere ai toni altrettanto ultimativi di Franco, mi sembra che qualche problema oggettivo esiste e non si può pensare di risolverlo dando dello "squadrista" a chi, sia pure maldestramente e malamente, lo pone.

      Roma è il posto dove più si è sentita negli ultimi tempi la violenza, anche omicida, dei fascisti.

      Dalla tentata strage a Primavalle dell’ aprile 2005 contro gli occupanti di case alla bomba all’ Astra al Tufello, dall’accoltellamento alla gola di un compagno al Forte Prenestino a quello di un altro compagno al Faro (Trullo), dai numerosi pestaggi di immigrati, barboni, omosessuali tra la capitale ed il litorale all’ assalto con bombe e molotov contro il S.Maria della Pietà a Monte Mario, fino all’ omicidio a Focene del compagno Renato Biagetti solo venti giorni fa.

      Insomma, non mi sembra che Roma e questo momento politico fossero le occasioni più adatte per l’operazione di Bertinotti alla festa dei giovani post-missini ......

      Keoma