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Comune di Roma - inchiesta sugli appalti "sociali"
Publie le sabato 22 gennaio 2005 par Open-Publishing3 commenti
INCHIESTA SUGLI APPALTI "SOCIALI"
by Cocittos Saturday, Jan. 22, 2005
I NAS DI ROMA HANNO FATTO LUCE SU UN VIZIO DI SISTEMA: L’ESTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI E L’ACCREDITAMENTO FAVORISCE L’ILLEGALITA’. LA VICENDA DELLA CASA DI RIPOSO COMUNALE ROMA 1, TRA ESCREMENTI DI TOPO IN CUCINA E CONDIZIONI DI LAVORO INDECENTI PER GLI ASSISTENTI DOMICILIARI.
I tre ufficiali dei NAS che sono andati nella Casa di Riposo Roma 1, in località “Giustiniana”, alla fine del mese di dicembre 2004 sono andati giù duro.
Il loro rapporto all’Autorità Giudiziaria non lascia spazio ad ambiguità: Nel reparto protetto dove la cooperativa sociale Il Cigno ha in affidamento l’assistenza agli anziani vi erano bagni inagibili, mobili vecchi e arrugginiti, fili elettrici scoperti, insufficienza di personale rispetto al numero di persone totalmente non autosufficienti che stavano a letto con spondine di protezione.
Gli ispettori del Lavoro della ASL, qualche giorno dopo, hanno trovato spogliatoi e bagni del personale in condizioni indecenti, attrezzature di lavoro usurate e fonte di pericolo per gli operatori, visite mediche 626 non fatte ed hanno emesso una contravvenzione alla cooperativa sociale Il Cigno.
In cucina, dove il servizio è affidato alla cooperativa “La Cascina”, i carabinieri dei NAS hanno trovato condizioni igieniche carenti e gravi pericoli per il personale: mancanza di una lavastoviglie, sui pavimenti materia somigliante ad escrementi di topo e, appoggiata ad un muro, una pesante porta antipanico, sdradicata dalla sua sede naturale e fonte di grave pericolo per il personale.
Ci fermiamo qui. Tanto basta ed avanza per evidenziare come l’Ente appaltante Comune di Roma in collusione con le cooperative affidatarie di servizi pubblici cooperativa Il Cigno e cooperativa La Cascina siano stati colti in palese violazione dei diritti alla Salute e alla Sicurezza degli utenti e dei lavoratori.
Tutto ciò avviene anche grazie all’omertà del "grande Sindacato concertativo di sinistra" che ricopre un ruolo nascosto di governo con il quale amplia il suo mercato di tessere, e, nello stesso tempo, si erge a improbabile difensore dei lavoratori nei confronti di scelte e inadempienze che esso stesso copre.
E’ una pura coincidenza fortuita che non si siano verificati infortuni ed è emblematico che tutto questo sia accaduto in una casa di riposo dove un lavoratore della cooperativa Il Cigno, che aveva denunciato all’Osservatorio del Lavoro carenze simili a quelle riscontrate dai NAS, è stato licenziato dopo un controllo notturno fatto in tandem da ente appaltante e cooperativa appaltatrice.
Coordinamento Cittadino Operatori/trici Sociali
Via Appia Nuova 357 Roma email: cocittos@virgilio.it
(riunioni ogni giovedì sera ore 21.00)





Messaggi
1. > Comune di Roma - inchiesta sugli appalti "sociali", 24 gennaio 2005, 15:19
topi e scarafaggi o blatte, mosche e zanzare di ogni forma e specie.
per anni, sono stati i compagni di camera, pranzo e cena, riposo degli ospiti delle case di accoglienza che il sindaco di roma, il diessino walter veltroni appaltava e continua a farlo alla casa dei diritti sociali del suo vecchio amico il kompagno giulio russo.
decine di denunce, insabbiate.
perche?
presto detto, la citta di roma è una anomalia nel panorama nazionale, qui la lobby di potere del terzo settore guidata dalla cordata cattolica con in testa i gesuiti e imitati dalla cordata sinistro-antagonista e da quella destra, hanno nel tempo loro governato e indirizzato le politiche dell’accoglienza a roma.
è ora di dire basta!
ma come?
di certo la legittima iniziativa sindacale è limitata.
denunciamo e diciamo ai lavoratori, basta con le coop soc e diciamolo a chi usufruisce dei servizi.
e ricordatevi quando andate a votare, se andate, che nieri e la milano sono uno complementare all’altro.
mandiamoci loro a vivere nelle case di accoglienza e noi riprendiamoci tutto.
1. > Comune di Roma - inchiesta sugli appalti "sociali", 24 gennaio 2005, 15:33
le operatrici e gli operatori delle coop sociali sono senza contratto da 29 mesi, lo stipendio medio per un tempo pieno (e i part-time sono tanti, in crescita gli atipici) è di 800 euro al mese.
Ricattati dagli appalti, precari dalla testa alla punta dei piedi, minacciati e licenziati se difendono gli utenti-cittadini da soprusi e ingiustizie.
Ed ora cgil-cil-uil, per non far troppo male alle coop, invece dei 2500 euro di arretrati che ci spettano a testa, vogliono firmare un accordo per 450 euro...
una volta lavorare in coop era meglio che sotto padrone, ma ora significa stare peggio e con meno diritti (i licenziamenti sono più liberi, deroghe ai contratti nazionali ecc...).
Le coop sociali sono diventate un mezzo per una privatizzazione "pink" dei servizi sociali.
www.lavorivariabili.it
LUIGI M.
2. > Comune di Roma - inchiesta sugli appalti "sociali", 16 febbraio 2005, 18:09
tesori miei, state diventando noiosi, ma in che mondo vivete?