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Comunicato degli operatori e dei volontari del Network Casa dei Diritti Sociali

Publie le martedì 14 dicembre 2004 par Open-Publishing
6 commenti

Dal mese di agosto 2004 girano sul web una serie di comunicati molto gravi che riguardano il Network CdS. Sono poi stati appesi sui muri di Roma striscioni di analogo contenuto. Si tratta di comunicati e slogan che accusano l’associazione Casa dei Diritti Sociali e le cooperative da questa promosse di comportamento anti-sindacale, ma anche di frode e di gestire servizi che avrebbero una qualità pessima sulla pelle delle persone svantaggiate. Il fatto più grave è accaduto però alla manifestazione per i diritti degli immigrati del 4/12/04, quando un sedicente "Comitato di lotta contro la CDS" ha distribuito materiale offensivo nei riguardi del Network ed ha a più riprese tentato di impedire il diritto a manifestare di chi stava dietro lo striscione del gruppo alfabetizzazione della CDS; chi manifestava pacificamente è stato strattonato ed insultato, fino ad arrivare alla aggressione a sangue freddo di un nostro operatore che è dovuto ricorrere al pronto soccorso per le contusioni subite. A lui esprimiamo tutta la nostra solidarietà nella consapevolezza che l’aggressione verso di lui è stata un aggressione alla CDS e quindi a ognuno di noi.
Ci teniamo a sottolineare che episodi come la recente chiusura da parte della magistratura del sito di un sindacato di base non ci trovano d’accordo, ma vogliamo essere tutelati di fronte a notizie false ed infamanti o alle vere e proprie aggressioni.

Cosa succede in CDS?
Oggi, il nostro Network si trova di fronte ad una oggettiva difficoltà derivante dal mancato rinnovo di alcune convenzioni (situazione che ci accomuna a tante altre organizzazioni del terzo settore, e che deriva dai tagli operati dal Governo e dalla riorganizzazione dei servizi decisa dalle istituzioni locali). Gli operatori firmatari di questo comunicato sono i primi a subire le conseguenze di questa situazione, che perpetua il ritardo con cui vengono pagati i loro compensi e mette a rischio il loro lavoro. A queste difficoltà bisogna rispondere, come stiamo già facendo, impegnandoci per ricercare nuovi progetti dove poter esprimere la professionalità di tutti. Va però ribadito - che a differenza di quanto affermato da chi ci diffama - nessun licenziamento è stato operato nè annunciato, tantomeno in modo "mirato". Diffamare la CDS non servirà a risolvere la crisi della ma rischia invece di renderla senza uscita.

Da che parte stanno davvero i lavoratori della CdS?
La larga maggioranza di noi operatori e volontari sta per fortuna condividendo con il Network CdS un percorso difficile ma partecipato per riuscire a rilanciarsi. Non ci sentiamo minimamente rappresentati da chi si autodefinisce “i lavoratori e le lavoratrici della CDS” oppure "Comitato dei lavoratori e lavoratrici contro la CDS" firmando attacchi contro il Network; usando queste sigle, chi ci diffama vuole nascondere il fatto di essere solo una esigua minoranza tra coloro che sono legati alla CdS da un rapporto di lavoro. Diffidiamo queste persone dal definirsi quindi “i lavoratori CDS” e li sfidiamo a mettere per iscritto i loro nomi, come facciamo noi di seguito.

La qualità dei nostri servizi
Respingiamo le accuse di cattiva gestione dei servizi contenute in questi comunicati, così come quelle di rappresentare una forma di “controllo sociale” e “bivacco” per immigrati. La CDS ha al contrario gestito servizi sempre dignitosi e spesso sopra la media per qualità ed innovatività dell’intervento, fossero questi servizi cofinanziati dagli enti pubblici o - come ci succede spesso - autosostenuti grazie al lavoro volontario ed alla raccolta di donazioni private. Lo scopo che abbiamo sempre perseguito nei nostri interventi, e spesso conseguito con successo, è quello di sostenere persone emarginate o socialmente svantaggiate nell’acquistare autonomia sociale.

Gli utenti dei nostri servizi; non vittime ma compagni di strada!
L’accusa che ci fa più male è però probabilmente quella di avere danneggiato gli utenti dei nostri servizi, offrendo loro interventi di scarsa qualità.
Migranti, vittime di tratta, persone senza dimora e le altre persone svantaggiate che sono venute in contatto con i nostri servizi sono sempre state trattate con grande rispetto ed abbiamo fatto sempre ogni sforzo per dare loro la massima qualità possibile; proprio per questo probabilmente, così tanti di loro hanno scelto di offrirci il loro contributo volontario, ci hanno aiutato ad aggiornare la nostra progettualità ed in alcuni casi sono diventati nostri colleghi dopo essere stati “utenti”.

I volontari: la nostra marcia in più
Se in questi anni ci siamo costruiti una credibilità ed abbiamo ottenuto risultati positivi nel lavoro di promozione dei diritti delle persone emarginate lo dobbiamo al lavoro di tantissimi volontari, che lavorano con grande professionalità e impegno affiancando gli operatori nei servizi o gestendo autonomamente le attività autofinanziate; i volontari e le attività che grazie al loro impegno sono realizzate costituiscono un vero e proprio valore aggiunto del nostro Network. Respingiamo la visione gretta di chi li considera una sorta di “concorrenza sleale” per gli operatori CDS o un intralcio al lavoro dei servizi.

A cosa mirano davvero questi attacchi?
Abbiamo la netta sensazione che gli attacchi contro di noi siano strumentali al dimostrare la tesi che l’associazionismo non debba prendere parte alla realizzazione di interventi socio-sanitari, i quali spetterebbero solo alle istituzioni pubbliche. Ebbene, chi come noi è impegnato con le organizzazioni della società civile nella promozione dei diritti sa che l’associazionismo può offrire un valore aggiunto prezioso alla realizzazione degli interventi socio-sanitari proprio perché lavora sul territorio e conosce meglio di qualunque altro soggetto meccanismi ed evoluzione dei fenomeni di emarginazione e negazione di accesso ai servizi.
Al di là dei ragionamenti, che non condividiamo, non possiamo non rilevare che questi contenuti vengono espressi nei modi più inaccettabili e sostanzialmente con metodi non democratici: non con il reciproco confronto ma con la violenza verbale e fisica nonchè la diffamazione.

Il nostro rinnovato investimento per il Network CDS
Dietro ad attacchi tanto feroci ed apparentemente ingiustificati c’è la volontà esplicita di mettere fine all’esperienza della CdS, ed è un proposito che combatteremo; si tratta di un esperienza alla quale ognuno di noi ha contribuito a suo modo da pochi mesi o da anni, offrendo poche ore alla settimana di volontariato o lavorandoci a tempo pieno. Con la CdS abbiamo condiviso battaglie ed a volte siamo anche stati in disaccordo; la conosciamo abbastanza da potere parlare dei suoi pregi e dei suoi difetti, che ci siamo impegnati e ci impegneremo ancora a cambiare.
Lungi dal sentirci intimiditi o scoraggiati dagli attacchi oggi noi ci impegniamo a rilanciare ed investire per il Network CDS; lo continuano a fare quotidianamente i volontari impegnati nelle nostre attività, e lo stanno facendo da oltre un mese operatori che hanno deciso di lavorare gratuitamente per la progettazione di nuovi interventi e per il rilancio del Network.

Roma, 13 dicembre 2004

Operatori sociali e volontari del Network CDS

Hanno aderito al comunicato (raccolta adesioni ancora in corso)

Operatori
Amabile Aloia, Agata Maciag, Alessandro Fallani, Amit Shaquiri, Antonella Marino, Carla Baiocchi, Caterina Ciampa, Ciprian Arsene, Eliana Francisci, Filomena Murreli, Giancarlo Spagnoletto, Gianpiero Pozzi, Giovanni D’Alessio, Hawa Mohamed, Jacopo Zanotti, Laura Bisegni, Laura Nobili, Loredana Nardi, Loredana Terrezza, Maria Topputo, Mario Contini, Mary Ebonine, Maya Mhedleshvili, Mario Michelini, Michele Di Geronimo, Mouslim Mambetov, Natasha Cobani, Nicolò Ales, Paola Aluisi, Rosa Squeo, Rosana Fernandez, Serena Mancuso, Sokol Ndreca, Shefqet Cela, Tina Shaquiraj, Vittorio Bolognese, Yves Legal, Zaur Gabashvili.

Volontari
Alice Dall’Asta, Angelo Caivano, Alessandro Gorgoni, Augusto Venanzetti, Carlo Bracci, Chiara D’Ostuni, Cristiano Paolini, Danilo Maddaluna, Emanuela Danese, Ettore Zerbino, Francesca Danese, Gisella Bentrovato, Luigi Ugolini, Luca Ridolfi, Manuel Lobera, Marco Viglietta, Mara Gabrielli, Massimiliano Trulli, Mirella Bonafiglia, Nicoletta Teodosi, Pino Panuccio, Renato De Luca, Riccardo Russo, Stefano Greco, Teresa Lugas, Tatiana Capo, Veronica Bianchini, Valentina Avella.

Messaggi

  • Della serie "che tocca fare per campare" !

    Una volta i padroni, in caso di scioperi, facevano arrivare, protetti dalle truppe regie o dalle squadracce fasciste, i camion dei crumiri.

    Adesso i padroni "moderni e di sinistra" fanno chiudere dagli sbirri due siti sindacali e poi, con le pressioni psicologiche che si possono permettere grazie anche all’ acquiescienza dei sindacati istituzionali, fare firmare certi proclami filopadronali a tanti lavoratori.

    Ma come si fa a non accorgersi che la sostanza e’ la stessa ?

    Keoma

    • Solidarietà all’occupazione della casa dei diritti sociali
      by ACCCP Tuesday, Dec. 14, 2004 at 7:25 AM mail: tappabuchi@claronet.it

      L’Assemblea coordinata e continuativa contro la precarietà esprime la solidarietà e la condivisione con la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori contro la casa dei diritti sociali.

      L’Assemblea coordinata e continuativa contro la precarietà esprime la solidarietà e la condivisione con la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori contro la casa dei diritti sociali.

      Sosterremo per quanto nelle nostre capacità e possibilità la vostra occupazione ed il seguito della lotta a partire dal corteo cittadino contro la precarietà di giovedì 16/12/2004 ore 16 da Campo de Fiori.

      IL COMUNE NON PUO’ SFUGGIRE DALLE SUE RESPONSABILITA’!

      IL TERZO SETTORE E’ LA MODERNA FORMA DI RIDUZIONE A PROFITTO DEI SERVIZI SOCIALI!

      CHI FA’ PROFITTI SUL DISAGIO E L’ESCLUSIONE SOCIALE NON E’ ALTRO CHE UN SERVO DEL CAPITALE!

      Roma, 14/12/2004

  • Durante la trattativa alcuni zelanti lavoratori membri del c.d.a. della coop., affiancati da un’ improbabile congrega di volontari, parenti, amici e perfino il figlio del presidente, hanno deciso di ricorrere all’intervento dei “tutori dell’ordine” (come garanti di democrazia?)…forse abbiamo sequestrato qualcuno? Precisiamo che la sede della cooperativa è rimasta perfettamente agibile, tanto che la cooperativa funziona a pieno regime.

    Comunque, 70 persone (tanto meno sotto sequestro!) qua non si sono ancora viste….

    Se rivendicare l’applicazione del CCNL e il pagamento degli stipendi arretrati ( il cui ritardo ammonta ad oggi a 4 mensilità e mezzo!!!...) significa difendere i “propri interessi”, allora noi assecondiamo questa accusa ricordando a colleghi che grazie alla lotta di un collettivo di lavoratori, da loro tacciato di essere una minoranza, tutti i lavoratori hanno beneficiato di tutele contrattuali fino ad un anno fa inesistenti (contratto a tempo determinato, maternità, malattia, ferie pagate).

    A proposito dei servizi sociali…

    Riteniamo che in Italia e precipuamente nella città di Roma la gestione dei servizi socio-sanitari dati in appalto al cosiddetto Terzo Settore stia mostrando, e non poteva essere diversamente, tutti i suoi limiti.
    In primo luogo perché riteniamo che il diritto all’assistenza e alla salvaguardia della dignità umana come previsto nella Costituzione non possano e non debbano essere delegati al mercato anche se “sociale”.

    In secondo luogo perché l’ideologia neoliberista che caratterizza la gestione esternalizzata dei servizi socio-sanitari, produce in Italia dei fenomeni con “radici antiche”: clientelismo, inefficienza, corruzione. Ma anche fenomeni connessi alla fase di crisi capitalistica: precarietà, nuove forme di schiavitù.

    A proposito del servizio…

    Definire innovativi i servizi CDS manifesta una volontà strumentale e mistificatoria del reale poiché interventi della suddetta associazione poco si discostano da un mero e deprecabile assistenzialismo.
    Se poi si parla di condizioni igienico-sanitarie, il fatto che per anni i centri di accoglienza sono stati infestati dagli scarafaggi senza che alcun intervento risolutivo venisse attuato. Ciò nonostante le segnalazioni e le richieste degli operatori.

    Addirittura in un centro di accoglienza per famiglie, quindi con la presenza di bambini, c’è stata la presenza di ratti di fogna tranquillamente accettata dalla CDS come male “inevitabile”.

    Da segnalare che con il primo vero intervento di sanificazione (forzato da questa delegazione sindacale), attuato nel settembre di quest’anno e durato pochi giorni, il problema scarafaggi, almeno in quel centro è stato superato; segno evidente che era ed è soltanto un problema di “cattiva gestione”.

    A proposito di condizioni lavorative…

    Utilizzo delle collaborazioni: Fino al 2002 la consuetudine per CDS era la stipula di collaborazioni occasionali, reiterate due,tre, anche quatto volte. Questo nonostante il rapporto di lavoro era di fatto un rapporto di lavoro dipendente e nonostante fin dal 2000, in ottemperanza alla delibera 135, le convenzioni stipulate tra CDS e Comune di Roma prevedessero l’applicazione del CCNL. Non è solo un problema di diritti, è anche un problema di fondi pubblici e di come e dove sono finiti.

    Successivamente grazie alla nostra vertenza sindacale ottenemmo un co.co.co. di durata annuale con diversi istituti previsti; nonostante ciò il problema del mancato rispetto della delibera 135/2000 resta, così come resta la domanda sul come e dove siano finiti i soldi pubblici stanziati per garantire un certo servizio e per pagare come da CCNL il personale impiegato.

    Utilizzo di forza lavoro immigrata: Questo è un punto delicato perché qui cozziamo frontalmente con l’ipocrisia che si cela dietro la definizione di “Casa diritti sociali” e della sua supposta storia di sostegno alle fasce deboli.

    Fino al 2002, anno in cui ci costituimmo come delegazione sindacale all’interno della CDS, la maggior parte degli immigrati che pure lavoravano in CDS da anni, erano contrattualizzati con rapporti di lavoro dipendente a tempo determinato. Per chi è poco pratico di questioni legate a lavoro e permesso di soggiorno per gli immigrati, ricordiamo che il permesso di soggiorno finisce quando finisce il rapporto di lavoro; ciò significa che con questo sistema si tengono proprio quelle fasce deboli che si dice di voler aiutare, in una condizione di estrema ricattabilità.

    Inutile dire che con la comparsa di una delegazione sindacale forte e conflittuale, l’Associazione CDS corse subito ai ripari trasformando i contratti da tempo determinato a tempo indeterminato…..

    A proposito di volontariato…

    L’attività di volontariato che pure potrebbe arricchire il lavoro di una struttura che opera nei servizi alla persona, perde il suo valore positivo laddove al volontario si attribuiscono responsabilità che egli/ella non può supportare; ciò è quanto avviene in CDS.

    In particolare la situazione è peggiorata con l’introduzione del cosiddetto Volontariato del Servizio Civile Nazionale (SCN). Infatti con l’introduzione di un rimborso (434 euro) che di fatto tende ad assumere le caratteristiche di un vero e proprio sussidio per studenti/esse ed inoccupati, si è modificata la definizione stessa di volontario come di un soggetto che presta il proprio tempo per fini sociali.

    Contravvenendo a quanto disposto dal Piano Regolatore Sociale recentemente approvato, la CDS ha utilizzato ed utilizza il SCN come vero e proprio operatore sociale in sostituzione di personale previsto dalla convenzione.

    Paradigmatico quanto accadde in occasione dell’occupazione del dicembre 2003:

    per un mese (tanto durò l’occupazione) la CDS pensò bene di utilizzare il SCN nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e per senza fissa dimora in sostituzione del personale in agitazione.

    Si tratta cioè di un esercito di riservisti pronto a scendere in campo acriticamente e obbediente al mandato padronale di servire la “mission”.

    A proposito di minoranza…

    Se minoranza è tutto ciò che non concorre alla definizione della norma non ci vergogniamo di essere una minoranza, laddove “norma” assurge a paradigma di repressione legalizzata del dissenso. Tipico di un’indole reazionaria il tacciare di minoranza chi si oppone al regime vigente. È paradossale che chi ricorre alla dicotomia maggioranza/minoranza per indicare i “devianti” si occupi quotidianamente di realtà minoritarie e per questo emarginate e sfruttate.

    Peccato che l’“antagonismo” di chi ci accusa passi attraverso una folkloristica e vacua ostentazione di realtà di lotta non certo maggioritarie, quali EZLN, Che Guevara…peccato anche che le argomentazioni che vengono mosse contro di noi (di essere una minoranza violenta) siano le stesse utilizzate per reprimere e soffocare esperienze di lotta in cui loro stessi dicono di identificarsi..

    Si tengano pure le loro regole, ci opporremo sempre a chi sfrutta e reprime i bisogni delle minoranze!

    Per comunicati di solidarietà La nostra e-mail è: lavoratoriinlotta@tiscali.it

    I lavoratori e le lavoratrici in lotta contro la Casa dei diritti sociali

    • la vicenda che vede coinvolti e costretti a fronteggiarsi lavoratori critici e vertenziali da una parte e lavoratori che ne criticano e ne si sognano di rivendicare il diritto al salario dall’altra è la dimostrazione e la conferma che dentro alle cooperative sociali, soprattutto quelle che si ostinano a definirsi noprofit senza se e senza ma esistano e si siano generate le stesse contraddizioni che animano tutte le imprese e le aziende in cui l’obiettivo prioritario è il profitto.
      il vero problema e il vero pericolo è che tra coloro che gestiscono e sottoscrivono i documenti contro chi protesta e rivendica ci siano coloro, molti, che poi ci ritroviamo in piazza a manifestare o ci ritroviamo nei centri sociali o dentro i circoli alternativi.
      questa merda, piccolo borghese travestita da frik che contamina con la sua cultura classista e reazionaria finto pacifista è la vera minaccia.
      costoro sono i famosi volontari etici che prodi vuole contrapporre ai mercenari di berlusconi.
      lottiamoa senza tregua contro la schiavitù del profitto e contro la società che travolge gli uomini e li trasforma in merce.
      sgretoliamo il castello di carte che vuole il terzo settore una alternativa al mercato e allo stato.
      compagni anarchici dei castelli.

  • basta!
    ci avete rotto il cazzo, ma che credete che in giro per Roma ci siano solo imbecilli che credono alle favole che raccontate dalla mattina alla sera.
    ma che pensate veramente che ci sia chi non possa immaginare chi si nasconda dietro le vostre denunce.
    chi per anni costringe decine e decine di persone ( operatori) a dover sopravvivere o a vivere di espedienti a causa di amministratori e presidenti che gestiscono i soldi solo ed esclusivamente per interessi propri e non garantisce che questi tornino a chi li ha prodotti ha tutto il diritto di essere contestato e se poi si arriva alla presunta diffamazione, meglio vorrà dire che se lo è meritato.
    piuttosto invece di piangere le vostre solite lacrime del coccodrillo pentito, potreste arrotolarvi al collo le vostre kefia e invece di andare a ballare al centro sociale x o y o andare in piazza a sventolare il vostro peloso e ignobile anticonformismo piccolo borghese ( da culo parato) potreste andare a battere cassa o a protestare con i vostri referenti istituzionali.
    ma anche qui, ma chi cazzo ci crede che siete puliti?
    ma che non lo sa la gente e tanti compagni a roma come si chiama il puparo che muove i fili dei pupi.
    vorrete farci credere che chi siede nei vari assessorati ( ex lotta continua, ex opr, ex questo o quello) oggi refarditi si possano scordare del vecchio o dei vecchi amici con cui negli anni 70 alzavano il pugno cantando l’internazionale?
    compagni! è proprio questo il problema, questa gente che oggi sta a gestire o sta a coprire chi gestisce è tutta gente che oltre ad aver fatto il salto della gallinella, continua a rompere il cazzo sui diritti e su chi sa quante altre nobili istanze che in realtà gli permette solo ed esclusivamente di fare vetrina elettorale.
    fottetevi borghesi travestiti da fricchettoni e ex fricchettoni refarditi!

    compagni antagonisti romani