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Comunicato stampa Gruppo Capitano Ultimo

Publie le lunedì 10 gennaio 2005 par Open-Publishing
6 commenti

“Da Milano a Palermo, adesivi contro la mafia”

Siamo un gruppo di persone che si ritrovano a discutere tramite Internet in un sito dedicato al Capitano ultimo (www.capitanoultimo.it <http://www.capitanoultimo.it> ), l’ufficiale dei carabinieri che nel ’93 catturò Totò Riina. Siamo accumunati dagli stessi ideali di lotta per la legalità, la libertà e la solidarietà, contro la mafia, lo sfruttamento e la prevaricazione.

Il giorno 15 gennaio 2005 (dodici anni dopo quell’arresto) attaccheremo nelle nostre città sparse per l’Italia, degli adesivi contro la mafia. È un gesto semplice, ma per noi carico di significato. Rappresenta il nostro sogno di liberarci dall’oppressione mafiosa. La sfida impossibile che invece è possibile. La nostra lotta alla mafia e all’indifferenza che la sostiene. È un grido che vuole attirare l’attenzione della società civile e delle istituzioni, perché solo una ribellione della gente accompagnata da uno Stato determinato, potranno debellare la criminalità organizzata.

Da Milano a Palermo, saranno circa duemila gli adesivi che urleranno la nostra resistenza ad ogni forma organizzata di sfruttamento criminale. “La mafia, come ogni fenomeno umano, ha un inizio e una fine”, disse Falcone. E noi, convinti della verità di queste parole, facciamo appello al presidente della Repubblica Ciampi, e a tutti i rappresentanti delle istituzioni. Ma soprattutto facciamo appello alla società civile, alla gente semplice che ogni giorno viene sfruttata e offesa dal potere mafioso:

Recuperiamo la nostra libertà, rivendichiamo la nostra dignità offesa, costruiamo una lotta di popolo contro la mafia, la prevaricazione, la violenza e lo sfruttamento; per la legalità, la libertà e la solidarietà. Per costruire dove molti distruggono, per reagire dove molti acconsentono, per respirare dove molti soffocano.

Lottiamo con consapevolezza ma con la forza dei sogni. I nostri sogni che nessuno può rubare, che nessuno può schiacciare, che nessuno può soffocare. Nemmeno le loro bombe, le loro violenze, o i loro intrighi raffinati. I nostri sogni colorati contro la loro grigia prepotenza. La nostra semplicità contro la loro raffinatezza. Il nostro grido contro il loro silenzio.

Sulle lamiere controrte a Capaci, sui corpi straziati in via d’Amelio, o sui loro nascosti accordi criminali hanno ucciso solo i corpi, non le idee, che camminano, corrono sulle nostre gambe.

Abbiamo visto la speranza fiorire nelle strade e nell’albero di Falcone e Borsellino, dietro al passamontagna senza volto di ultimo che con i suoi carabinieri prendeva Riina e con lui l’impunità e l’arroganza stragista. La speranza di tanta gente semplice che ha gridato la propria opposizione alla prevaricazione mafiosa.

No alla mafia. Si alla libertà.

IL GRUPPO
Il “gruppo capitano ultimo” nasce oltre tre anni fa come gruppo di discussione su Internet, sui temi della legalità e della lotta alla mafia. I partecipanti si rifanno ai valori e agli ideali che hanno ispirato la lotta del capitano ultimo, l’ufficiale dell’Arma che nel 1993 ha catturato Totò Riina, insieme agli uomini di Crimor. Ideali di legalità, libertà, solidarietà, contro la mafia, lo sfruttamento, la prevaricazione. Attraverso una mailing list e una chat (www.capitanoultimo.it <http://www.capitanoultimo.it> ) si mantiene un dibattito permanente e si organizzano iniziative di sostegno alla legalità. Per info: noallamafia@libero.it . Il gruppo non appartiene a nessun movimento politico o religioso.

Messaggi

  • D’ accordo su tutto nel merito.

    Pero’ con l’ occasione sarebbe bene vi facciate spiegare dal Capitano Ultimo perche’, dopo aver arrestato Toto’ Riina, evito’ come la peste di perquisire l’ appartamento in cui Riina era rifugiato.

    Col risultato che questo appartamento fu tranquillamente svuotato e persino ridipinto - per far sparire le impronte- dalla mafia. Lavoro di una settimana in cui, mentre gli "sceriffi" festeggiavano, i mafiosi potevano indisturbati fare i traslocatori e i pittori edili ?

    Ma non potevate intitolare il vostro gruppo piu’ opportunamente a Falcone, a Borsellino o a Mauro Rostagno ?

    Vanni

    • Carissimo Vanni,
      il capitano ultimo ha spiegato approfonditamente le motivazioni di quella mancata perquisizione. Se ti interessa approfondire l’argomento ti consiglio il libro di torrealta "Ultimo, il carabiniere che arrestò totò riina". Dallo stesso titolo del libro puoi capire che l’opera del capitano ultimo andrebbe ricordata non per la mancata perquisizione del covo, ma per la cattura del boss dei boss, insieme ad un centinaio di altri latitanti di spicco. Dall’attività di ultimo e del gruppo crimor è nata tutta una nuova legislazione e un nuovo modello operativo che oggi è adottato dal Ros dei carabinieri.
      Non ti pare paradossale che l’uomo che ha piegato Cosa Nostra mutilandola del suo vertice sia oggi sotto processo per favoreggiamento?

      A presto
      campesino
      gruppo capitano ultimo
      www.capitanoultimo.it

    • Conosco bene Maurizio Torrealta, ci ho lavorato insieme in una opera di controinformazione relatica allo scandalo di Atlanta, quello che coinvolse pesantemente la banca per cui lavoro, la BNL, in relazione a finanziamenti a Saddam Hussein.

      Lo conosco cosi’ bene che, pur avendo con lui origini politiche comuni nella sinistra extraparlamentare degli anni settanta, non condivido di una virgola il suo mettere in testa ad ogni cosa la questione della "legalita’", oltre ad un certo gusto di innamorarsi per veri o presunti "personaggi simbolo".

      Se poi parliamo di mafia e di Sicilia, francamente non riesco a meravigliarmi di nulla e altrettanto francamente le giustificazioni di Ultimo - e non solo le sue - sulla mancata perquisizione del covo di Riina non mi convincono per nulla.

      Aggiungi a tutto questa la mia oggettiva difficolta’, da anarcosindacalista, di considerare "simbolo" un capitano dei carabinieri.

      Mi e’ capitato di vedere troppi "tutori dell’ ordine" ed anche magistrati che pure hanno fatto cose eccelse contro le mafie e la corruzione politica, non differenziarsi poi di una virgola dai "tutori dell’ ordine" fascistoidi quando si e’ trattato di reprimere i movimenti e le lotte sociali.

      Il caso piu’ evidente e’ l’ attuale capo della polizia , De Gennaro, "eroe" della lotta antimafia ma anche responsabile, insieme a molti poliziotti "democratici", degli incresciosi fatti di Genova nel luglio 2001.

      Comunque, nulla di personale, Vanni.

    • Per non meravigliarsi di nulla -veramente- bisognerebbe non stupirsi di fronte all’ipotesi di un carabiniere onesto.

      A me è capitato di vedere tanti rivoluzionari trasformarsi in tiranni, tante rivoluzioni diventare immani tragedie. Certe delusioni sono "trasversali", probabilmente, perchè molto ambiziose sono le aspettative.

      Io credo che i dubbi siano in genere salutari, purchè non affetti da pregiudizi: ciascuno ha il diritto di volerci vedere più chiaro, non meno di quanto altri abbiano il diritto di manifestare la fiducia e la riconoscenza in una persona -nel caso di specie il capitano Ultimo- dedicandole siti e iniziative e quant’altro.
      Ho letto l’appello che il gruppo capitanoultimo ha lanciato nelle scorse settimane per esprimere la propria solidarietà ad Ultimo: mi è sembrato estremamente rispettoso del lavoro della magistratura, benchè amareggiato per la notizia del rinvio a giudizio. Ritengo di poterlo condividere, per varie ragioni, e ritengo altresì che trovarsi sul banco degli imputati dopo aver arrestato Totò Riina -undici anni dopo- abbia un po’ il sapore della beffa. Ho letto anche gli atti processuali pubblicati sul sito www.capitanoultimo.it, le spiegazioni fornite in quelle sedi dallo stesso capitano, e mi sembra che abbiano una loro coerenza logica, molto distante da un’ipotesi delittuosa quale quella poi contestatagli. Ho letto anche, molto tempo fa, le dichiarazioni rilasciate dal capitano per motivare il proprio allontanamento dal ROS.
      Chiaramente io non sono il magistrato competente a giudicare, non ho letto probabilmente tante altre cose; mi sono formata una mia opinione, semplice e senza pretese, anche in omaggio ad un impegno diverso di Ultimo che ho potuto apprezzare attraverso il progetto "Vento e Sole".
      Insomma, non vedo in questo carabiniere il favoreggiatore di Bernardo Provenzano. E mi prendo il lusso di dirlo ora, quando ancora mi si potrebbe dire che sbaglio e che magari Ultimo andrebbe più opportunamente lasciato solo.

      Permettimi di aggiungere che forse i ragazzi del gruppo hanno più coraggio, oggi, nell’esprimere solidarietà al capitano Ultimo (al di là di ogni merito) che non nell’intestare un sito al Giudice Falcone, indiscutibile simbolo dell’antimafia: quel sito andava fatto anni fa, prima del 1992, perchè temo che ora in pochi se lo possano permettere senza rossori di sorta.
      Se poi c’è qualcuno che riesce a gridare "no alla mafia" prendendo ispirazione dall’esempio del capitano Ultimo, magari si potrebbe anche sospettare che questo carabiniere non sia tanto da buttare...

      Grazie comunque per gli spunti di riflessione.
      Teresa

    • Ammetto tranquillamente di essere prevenuto - piu’ per esperienza personale che per motivazioni ideologiche - nei confronti dei "tutori dell’ ordine" e piu’ in generale nei confronti degli "apparati" dello stato, di qualsiasi stato.

      Capisco pure che in alcune realta’, come la Sicilia e altre regioni del Sud, il semplice appello a "legge e ordine" puo’ in alcuni momenti apparire persino rivoluzionario.

      Pero’, come dicevo per De Gennaro - ma vale anche per altri "eroi antimafia" come Gratteri, Andreassi o il defunto La Barbera anche loro coinvolti nei fattacci di Genova - , una volta usciti dalla lotta alle mafie, quasi tutti questi personaggi tornano a vestire i panni dello "sbirro" nemico delle lotte e dei movimenti sociali.

      E vero che Ultimo, a differenza dei citati, non e’ poi diventato ne’ comandante dell’ Arma ne’ ha fatto una particolare carriera, anzi, e questo, dal mio punto di vista , depone a suo favore.

      Pero’, dovendo celebrare in qualche modo la lotta alle mafie, preferisco identificarmi in personaggi che non si sono limitati al motto "legge ed ordine" ma che hanno fatto resistenza alle mafie cercando di incidere nelle contraddizioni sociali in cui questo tipo di criminalita’ "di potere" riesce a prosperare.

      Ad esempio Peppino Impastato o Mauro Rostagno.

      Ciao, Vanni.

    • Beh, magari sbaglio clamorosamente, ma mi pare che il motto "legge e ordine" sia molto lontano dal "personaggio" capitano Ultimo, almeno a giudicare dal sito che gli è dedicato e quindi dai sentimenti che ha ispirato... Mi pare che "giustizia e poesia" gli sia più congeniale, non so... Chissà cosa ne penserebbe, mi piacerebbe chiederglielo.

      Sinceramente, non credo che il problema sia quello di identificarsi o di creare degli eroi. Le persone che citi hanno dato un contributo fondamentale nella lotta alla mafia, pagando un prezzo molto elevato, rispetto al quale le mie rimangono solo parole. Quello che mi hanno lasciato è la consapevolezza che anche da "persone", più che da "eroi", si può e si deve fare qualcosa. Penso sia lo stesso messaggio che tanti ritrovano nelle parole del capitano Ultimo: non un invito ad arruolarsi in massa, ma ad essere cittadini consapevoli e partecipi. Io l’ho letto, nel sito, nè mi risulta sia stato smentito dal diretto interessato: perchè deve invece trovarsi accomunato ai picchiatori di Genova o alla polizia cilena? solo perchè porta una divisa? siamo sicuri ci sia tanta differenza tra la divisa di un carabiniere e la penna di un giornalista?
      Ultimo è un carabiniere e fa il carabiniere. Io non sono Ultimo, e nemmeno Peppino Impastato ad onor del vero. Penso ugualmente di poter fare qualcosa, come tanti altri diversi da me e da Ultimo e da Peppino Impastato.

      Io temo che non si risolveranno molti "misteri" sul capitano Ultimo senza uscire dai clichè.
      Anche dal punto di vista giudiziario, onestamente, c’è forse una difficoltà notevole a cogliere un certo approccio investigativo. Forse, vedremo.
      E forse anche dal punto di vista umano bisognerebbe riuscire a dare un senso diverso alle esperienze individuali, al significato dei simboli, a ciò che ogni persona può esprimere nella sua completezza, senza che rimanga schiacciata contro un fotogramma, magari un po’ più "misterioso".
      Davvero mi riesce difficile immaginare un picchiatore fascistoide sostenere un progetto ecosolidale in compagnia di Rigoberta Menchù e Gianni Minà. Poi magari hai ragione tu a non stupirti di nulla... Oppure sarà l’ennesimo "mascheramento" preordinato a chissà quali scopi delittuosi... A questo punto, però, permettimi di dubitare di tante altre evidenze e di pensare che forse non si salverà nessuno, nemmeno le vittime del manganello. Non sarebbe una gran conclusione, qualunque sia la preferenza personale in fatto di eroi.

      Grazie per questo scambio, credo di aver ampiamente usufruito del diritto di replica :)
      Buone cose!
      Teresa