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Concorrenza in piazza

Publie le giovedì 23 ottobre 2008 par Open-Publishing

Concorrenza in piazza

di Marzia Bonacci

Mentre il Pd sarà al Circo Massimo per protestare contro il governo Berlusconi, il Prc organizzerà "Cento piazze contro il carovita". Un’iniziativa promossa da Ferrero che non piace alla componente vendoliana, che lo accusa di voler sabotare l’appuntamento di Veltroni. Sd invece non ha aderito alla mobilitazione dei democrats, ma alcuni esponenti e militanti ci saranno comunque. Il PdCI compattamente a casa

Restare nelle piazze, soprattutto avendo alle spalle la doppietta rappresentata dagli appuntamenti del 11 e 17 ottobre, quando a scendere nelle strade capitoline è stato il popolo della sinistra, prima, e quello del sindacalismo di base subito dopo. Numeri confortanti di partecipazione a cui la maggioranza del Prc non vuole proprio rinunciare, aggrappandosi come una leva per rilanciare una formazione ancora lacerata. Per questo, fa sapere la segreteria, anche per sabato è prevista una nuova puntata di quel ritorno nella società promesso dalla nuova dirigenza di Ferrero.

"Cento piazze contro il carovita" è lo slogan che sintetizza il senso di una iniziativa che vedrà allestiti, su tutto il territorio, banchetti e gazebo per incontrare cittadini e cittadine, per parlare con loro dei bisogni primari e continuare la raccolta di firme per il referendum contro il Lodo Alfano. Evidente la concorrenza con l’altra manifestazione, quella democratica, che nello stesso giorno e nelle stesse ore tenterà di riempire il Circo Massimo contro le politiche del governo Berlusconi.

Una decisione, quella della segreteria del Prc, che il responsabile organizzazione del partito Claudio Grassi motiva come "fondamentale", anche alla luce dello "straordinario" successo precedente. Così, Rifondazione sarà un’altra volta in prima linea per "lottare contro questo governo e contro questa politica", puntando l’attenzione sul dramma del carovita, "tema di grande attualità" che rischia di acuirsi a causa della crisi finanziaria in corso. Una destabilizzazione economica che secondo Grassi deve essere letta come "crisi dell’intero sistema capitalistico", a cui però l’esecutivo risponde in modo ingiusto e inadeguato, investendo "montagne di soldi per salvare le banche e le borse dei padroni" e dimenticando di "aiutare i lavoratori".

Ma anche su questo il Prc appare tutt’altro che compatto. Grassi parla di un’iniziativa che ha riscosso "entusiasmo e partecipazione" da parte dei militanti, ma la freddezza, o meglio l’affossamento ricevuto dall’altra area del partito è indiscutibile. Rifondazione per la sinistra ha parlato per voce di Gennaro Migliore e ha stigmatizzato la scelta della segreteria di lanciare un appuntamento per sabato. L’indice dei vendolian-giordaniani appare puntato contro la contemporaneità della piazza democratica: "Trovo questa proposta tanto sorprendente quanto inaccettabile", dice l’ex capogruppo della Camera, che nell’attaccare la dirigenza non risparmia però bordate anche al partito di Veltroni. "Avremmo preferito che la manifestazione del 25 ottobre avesse coinvolto tutte le opposizioni", spiega, riconoscendo con amarezza che però "non è stata questa la scelta dei dirigenti del Pd".

Quindi meglio non esserci: "io stesso non parteciperò neppure a titolo personale", annuncia, augurando però successo e suerte ai democrats, perché la prospettiva di un flop veltroniano non farebbe che "far uscire rafforzato questo governo". Il punto è che di fronte alla chiusura del Pd, la decisione del suo segretario non gli appare comunque giustificabile: "Mai, neppure nei momenti di massima divisione e di massima tensione con i Ds e ora con il Pd, abbiamo pensato di organizzare manifestazioni concorrenti o sabotatorie", dice.

Parole che non portano a nessun autodafè o mea culpa: "Per me di davvero sconcertante ci sono queste affermazioni", risponde a Migliore il responsabile organizzazione che, riguardo ad un asse con i democratici in chiave anti-governativa, fa sapere che risulta impossibile da realizzare. Spiega infatti Grassi che come Prc "abbiamo proposte politiche diverse", perché "abbiamo fatto la nostra manifestazione sulla base della nostra piattaforma". E all’accusa di voler sabotare l’appuntamento democratico, con una concorrenza sleale, Grassi chiarisce che l’iniziativa "non vuole essere contro nessuno".

Dunque "ciascuno con i suoi" è la linea ufficiale del Prc, dove Ferrero e Grassi tirano diritto per la loro strada ignorando il mal di pancia della componente vendoliana. Nelle altre famiglie satelliti l’assenza dal Circo Massimo appare priva di conflittualità: il PdCI, per esempio, senza lacerazioni resterà a casa, ormai lanciato in direzione dell’unità fra comunisti che certo non si accorda con la prospettiva veltroniana. Più delusa Sinistra democratica che, come ci spiega Nuccio Iovene, ha sempre lavorato "affinché si realizzasse un’unica manifestazione che coinvolgesse tutte le forze antagoniste a Berlusconi". Lo sforzo unitario, infatti, "sarebbe stato più utile e indicativo" rispetto alla frammentazione. Del, resto, ricorda Iovene, "era questo il senso della lettera indirizzata dal portavoce Claudio Fava, a fine settembre, a tutti i segretari dei partiti di opposizione, Idv compresa".

Purtroppo, riconosce Iovene, il tentativo non è andato in porto, per "responsabilità dei democratici, che hanno scelto la strada identitaria trasformando l’appuntamento di sabato in una sorta di Pd-day", ma anche "per responsabilità nostra, della sinistra". Dunque Sd resterà a casa? "Sd ha tenuto la sua manifestazione l’11 ottobre", rivendica l’ex senatore, "ma la mancanza di una adesione ufficiale da parte del movimento non comporterà l’assenza di alcuni suoi esponenti o militanti, che potranno scegliere di affacciarsi comunque al Circo Massimo, così come accaduto per l’iniziativa dipietrista a Piazza Navona nel luglio scorso". Del resto, conclude, "stiamo parlando sempre di occasioni di contrasto al governo Berlusconi", quindi "non si può che augurare buona fortuna a Veltroni e al suo partito".