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Confermata in appello la condanna all’assassino di Dax
Publie le mercoledì 21 settembre 2005 par Open-PublishingI Giudici della prima Corte d’Appello di Milano hanno oggi confermato la condanna a sedici anni e otto mesi di carcere emessa in primo grado nel maggio del 2004 contro Federico Morbi, il giovane accusato di avere ucciso Davide Cesare - detto Dax - la notte tra domenica 16 e lunedì 17 marzo 2003.
Morbi aveva accoltellato Cesare per vendetta, per lavare l’onta di qualche pugno ricevuto il 10 marzo 2003. L’assassino, infatti, aveva litigato con alcuni ragazzi dei centri sociali a causa del nome del suo cane, lo stesso del generale nazista Rommel.
Morbi aveva avuto la peggio e dopo una settimana era andato in compagnia del fratello (di soli 17 anni) e del padre a cercare i ragazzi che lo avevano messo ko. La rappresaglia dell’improvvisata squadraccia nera aveva avuto un epilogo drammatico, Dax era rimasto a terra senza vita, colpito ripetutamente da Federico Morbi con un coltello.
I tre componenti della famiglia sono degli irriducibili nostalgici del ventennio, in casa vennero ritrovati busti del duce e souvenir di Predappio. Il padre di Federico, Giorgio Morbi, in primo grado era stato condannato a tre anni e quattro mesi per tentato omicidio ai danni di un amico di Dax. In secondo grado è invece stato assolto e il reato è stato trasformato da tentato omicidio a semplici percosse (sarà perseguito in
altra sede).
La notte dell’omicidio erano finite sotto accusa anche le forze di polizia, ritenute colpevoli di aver soffocato l’indignazione degli altri ragazzi del centro sociale con una spropositata violenza. Il questore di Milano aveva subito preso le difese degli agenti assicurando che non vi erano stati abusi di potere. Ma qualche giorno dopo saltò fuori un filmato amatoriale di quella notte e le immagini riprese da una telecamera davanti all’ospedale San Paolo di Milano testimoniarono calci, manganellate ed altri tipi di violenza assolutamente non legittimate da una qualsiasi reazione delle vittime.