Home > Confindustria day
– il Confindustria day –
a cura di Paolo De Gregorio – 27 maggio 2007
Nell’autocelebrativo discorso alla assemblea della Confindustria a Roma, Luca di Montezemolo, presidente della stessa, davanti a industriali ringalluzziti e a politici con gli occhi bassi, ha magnificato il valore degli imprenditori come unici autori della ripresa economica, ha trattato da pezzenti e inutili i politici, ha sostanzialmente proposto se stesso e la sua categoria come il nuovo ceto politico, in continuità con l’avventura di Berlusconi, considerato ormai vecchio e bollito.
Ha dimenticato solo alcune cosette che gli vogliamo ricordare:
– il sistema industriale e quello dei trasporti producono il 75% dei gas-serra
– leucemia, tumori al polmone, seno, colon, fegato, sono in aumento, in 20 anni del 10, 20, 40 per cento, il 50% di queste neoplasie sono causate da inquinamento delle falde che portano l’acqua nelle case, dalla catena alimentare, dalle nubi tossiche che si spostano con i venti, e hanno come responsabili 400 sostanze chimiche messe in circolazione dall’industria, a cui bisogna sommare le radiazioni per esposizione cronica a campi elettromagnetici compreso l’uso intensivo dei telefonini
– aree siderurgiche e chimiche, porti, raffinerie, qui si concentrano gli eccessi di mortalità per malattie respiratorie, tumori alla laringe e ai polmoni, al fegato alla vescica, leucemie e linfomi
– in Campania, tra Napoli e Caserta,uno studio dell’OMS e Istituto superiore di Sanità ha riscontrato nelle popolazioni a ridosso delle discariche abusive gestite dalla camorra eccessi di mortalità per tumori, e rischio dell’80%superiore alla norma di malformazioni alla nascita
– ricordiamo che la maggior parte, se non la totalità, dei rifiuti tossici e speciali è prodotta dalle industrie del Nord che, per risparmiare sul costoso smaltimento legale, in molti modi e con molti imbrogli, li affidano ai camorristi che li interrano in Campania inquinando in modo irreversibile le falde dell’acqua e la terra
– non una parola di Montezemolo sul record europeo detenuto dall’Italia per morti sul lavoro (4 al giorno), tragedia che si consuma per il profitto, e con la omertà di un sindacato venduto che non difende più i lavoratori
– non una parola sulla sostenibilità ambientale del ciclo economico e produttivo realizzato dagli industriali, che appaiono una allegra brigata di ottimisti e sorridenti buontemponi, che non intendono assolutamente mettere mano ad una riconversione produttiva ed energetica (la famosa 3° rivoluzione industriale) per portare lo sviluppo ad una compatibilità con la biosfera
– la Confindustria e i suoi aderenti fanno tanti di quei danni che, invece di proporsi come guida politica del paese, dovrebbero essere internati in un manicomio criminale in attesa di processo per crimini contro l’umanità
– il presidente Montezemolo, capo della Fiat e della Ferrari, esulta come un bambino per i successi sportivi, che però hanno il piccolo difetto di attirare emozionalmente verso la velocità, che è la prima causa di morte fra i giovani, e nonostante questo, le sue industrie ci propongono vetture sempre più veloci. Gli spacciatori di droga che fanno mille morti l’anno vanno in galera, gli spacciatori di morte per velocità (7.000 morti l’anno) vogliono andare al governo
– non c’è salvezza per la vita sulla terra senza la 3° rivoluzione industriale che deve puntare totalmente su energie rinnovabili, distribuite orizzontalmente sul territorio (ogni tetto o terrazza di condominio deve diventare una centrale elettrica fotovoltaica), senza il completo riciclaggio di tutti i rifiuti, la fine della chimica in agricoltura, la fine del consumismo e di tutti gli sprechi, la fine delle folli spese militari.
Coloro che hanno creato questi problemi devono essere costretti a correggerli da inflessibili leggi dello Stato. Non hanno nessun titolo per governare.
Le multinazionali del tabacco resistettero per 20 anni, in molti processi, prima che fossero COSTRETTE a scrivere sui pacchetti di sigarette che il fumo uccide.
Non abbiamo 20 anni di tempo per dimostrare che questo modello industriale uccide la prospettiva di una vita decente, le persone consapevoli del fatto che bisogna cambiare rotta comincino a farsi sentire, perché presto sarà troppo tardi, cominciando da subito a fare meno figli e consumare di meno, disubbidendo agli ordini di preti e industriali.
Il “family day” e il “Confindustria day” sono facce della stessa medaglia: si vuole celebrare la irresponsabilità di chi produce più figli, in un mondo sovrappopolato, e quella di chi produce troppe merci inutili e nocive, in una terra che non ce la fa più.
Paolo De Gregorio
Messaggi
1. Confindustria day, 28 maggio 2007, 21:33
Quanto ci costa Montezemolo
da rossodisera
E’ vero che la politica costa troppo. Montezemolo ha ragione, ma lui - inteso come rappresentante degli imprenditori - ci costa di più. Facciamo qualche conticino. Con la riduzione del cuneo fiscale, le imprese hanno guadagnato 5 miliardi di euro. E già solo questo supera l’ipotesi (tutta da dimostrare) dei 4 miliardi complessivi per la politica avanzata dal presidente di Confindustria.
Aggiungiamo i contributi e incentivi alle imprese, precedenti al taglio del cuneo. Nel 2005 lo Stato ha concesso 5,2 miliardi di euro. Le regioni altri 2,4. A queste cifre vanno aggiunti agli contributi degli enti locali e le spese che le Amministrazioni pubbliche sostengono per gestire questi fondi (gli sportelli unici, le campagne pubblicitarie, eccetera).
In totale, insomma, siamo a 12-13 miliardi di euro l’anno, senza contare ciò che arriva dall’Unione europea. Come hanno tutti questi denari le imprese? Nonostante circa un quarto delle risorse sia stato destinato a incentivare la ricerca, le imprese italiane rimangono quelle che investono meno in Europa in "R&S" (ricerca e sviluppo). Non si capisce quindi su che base Montezemolo affermi che la crescita sia merito degli imprenditori, i quali sembrano molto pronti a prendere soldi ma meno lesti a investirli come si deve.
Ma qui, siamo ancora nella legalità. Perché il bello arriva quando si spulciano le cifre delle truffe e dell’evasione. Rimanendo agli incentivi, nel 2005 il danno stimato all’erario per le truffe è stato di 260 milioni di euro, solo per quelli di origine nazionale e locale. Nel primo semestre 2006 gli imprenditori sono migliorati: 222 milioni, che proiettati sull’anno fanno il doppio. A cui vanno aggiunte le truffe nella sanità (altri 117
milioni sono nel primo semestre 2006).
Come è noto, in Italia l’evasione fiscale è a livelli da repubblica delle banane. Si parla di una stima di 80-100 miliardi di euro l’anno di minori entrate, gran parte dei quali non pagati dagli imprenditori e dai professionisti, visto che i dipendenti non possono materialmente evadere, almeno sull’Irpef. Si tratta di circa il 6-7% del Pil. Mica male.
Aggiungiamoci l’evasione contributiva. Nel primo quadrimestre del 2006 l’Inps ha scoperto 311 milioni di ammanco (1,3 miliardi la proiezione su base annua). E parliamo solo di quella scoperta. Ogni ispettore dell’Inps, in media, stana 650mila euro di evasione l’anno. E poi dicono che i dipendenti statali non rendono.
A tutto questo dovremmo anche sommare i prepensionamenti delle grandi imprese (Fiat in primis), la cassa integrazione, e tutte quelle misure sociali che lo Stato è costretto a prendere per non lasciare per strada la gente abbandonata da coloro che sono rappresentati da Montezemolo.
La stiamo facendo troppo lunga. Il succo della questione è che il presidente di Confindustria, prima di scendere in politica per ridurne i costi, farebbe bene a mettere mano al suo settore, l’impresa. Scoprirebbe che c’è molto da fare anche lì.