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Consorte interrogato a Milano. Legacoop prende le distanze
Publie le martedì 27 dicembre 2005 par Open-Publishingdi red
Il presidente di Unipol, Giovanni Consorte è arrivato in Tribunale a Milano con largo anticipo per essere interrogato dai pubblici ministeri Eugenio Fusco e Giulia Perrotti e dal procuratore aggiunto Francesco Greco, nell’ambito dell’inchiesta sulla scalata ad Antonveneta da parte della Banca Popolare Italiana.
Cosorte è arrivato accompagnato dai suoi avvocati Giovanni Maria Dedola e Filippo Sgubbi. Il numero uno di Unipol è indagato per concorso in aggiotaggio e verrà sentito per chiarire i suoi rapporti con l’ex numero uno della Bpi Giampiero Fiorani in carcere da due settimane e, presumibilmente, anche sulla questione dei suoi contatti con finanziere bresciano Emilio Gnutti nell’ambito della vicenda Telecom.
Nei giorni scorsi, Bruno Bertagnoli, ex agente di Borsa e cliente privilegiato di Bpi, aveva parlato di due operazioni con le quali aveva fatto confluire 2,4 milioni di euro su altrettanti conti a Monaco. L’ex direttore generale di Bpi, Gianfranco Boni - ora a San Vittore come Fiorani - , gli aveva spiegato poi che la somma era destinata a Consorte e che si trattava di plusvalenza ottenuta attraverso operazioni su titoli Unipol. Sullo sfondo rimangono, inoltre, delle plusvalenze ritenute anomale che sarebbero state ottenute da Consorte e dal suo vice Ivano Sacchetti dall’Hopa di Emilio Gnutti.
L’interrogatorio di Consorte, a quanto si apprend da fonti del palazzo di giustizia milanese, non si concluderà comunque in giornata ma verrà aggiornato forse a domani. Domani sarebbero per altro previsti nuovi interrogatori a San Vittore di Gianpiero Fiorani e Gianfranco Boni. Così sembra più probabile un aggiornamento dell’interrogatorio di Consorte agli ultimi giorni del 2005 o al limite ai primi giorni dell’anno nuovo.
Intanto a Roma nell’altra inchiesta sulla scalata alla Bnl entra anche la Deutsche Bank. L’istituto di credito tedesco, secondo quanto accertato dalla Consob, avrebbe concesso un finanziamento all’Unipol tramite la Bpi di Giampiero Fiorani per la scalata alla Bnl. I magistrati di Piazzale Clodio hanno acquisito la delibera della Consob nella quale si parla di «patto parasociale» tra Unipol e Deutsche Bank ed hanno avviato una serie di accertamenti per verificare se siano configurabili eventuali fattispecie penalmente rilevanti. Le ipotesi di reato che, in quest’ultimo caso, potrebbero emergere ai vertice del gruppo tedesco, secondo indiscrezioni, sarebbero quelle di ostacolo alla vigilanza e omissione in relazione agli obblighi di comunicazione.
L’Unipol nel frattempo è ancora in attesa del via libera per l’Opa sulla Bnl a un prezzo maggiorato. Un portavoce fa sapere che la compagnia assicurativa del mondo delle coop «è determinata a procedere nell’Opa su Bnl, in attesa del parere dell’Isvap e dell’ok di Banca d’Italia» e smentisce recisamente definendole «prive di fondamento» le voci di possibili dimissioni di Consorte. Domani ci sarà la riunione della verità della Holmo, la società della Lega che controlla Unipol.
Ma intanto per la prima volta i verticidella Legacoop prendono le distanze dall’operato di Consorte. In un comunicato firmato dal presidente Giuliano Poletti e dal suo vice Giorgio Bertinelli si difende ancora una volta la legittimità dell’Opa Unipol su Bnl ma quanto a Consorte, senza nominarlo, si dice: qualora i comportamenti riportati dalla stampa - «non conformi al codice etico» si legge altrove - venissero accertati, «Legacoop non potrebbe fare a meno di considerarli lontani dal comune sentire e dal sistema di valori di riferimento della cooperazione».
Comunque Unipol sta cercando in tutti i modi di salvare la scalata a Bnl. In serata ha dato l’annuncio di essere pronta a aumentare il prezzo del concambio a 2,755 euro così come impostogli dalla Consob. Ma fa trapelare di essere pronta a un ricorso al Tar del Lazio. Nel contempo le banche finanziatrici si impegnano a prorogare la loro garanzia sull’Opa Unipol fino al 31 marzo 2006. Così alla fine potrebbe essere che Consorte perda la corona ma non lo scettro, o meglio l’opera sua.