Home > Contro la nuova base USA a Vicenza
Stephanie Westbrook*, John Gilbert*, 02 dicembre 2006
Manifestazione nazionale il 2 dicembre per dire No al Dal Molin e per dire No alla guerra. Nel recente annuncio del Pentagono sull’avvicendamento delle truppe in Iraq, le uniche truppe che arrivano da basi fuori dagli USA provengono da Vicenza, in particolare la 173esima brigata aviotrasportata, la stessa che si insedierebbe nella nuova base
La notizia che a Vicenza è in programma la costruzione di una nuova base militare USA ci porta, come cittadini statunitensi impegnati per la pace, ad unirci alla manifestazione del 2 dicembre per dire no al Dal Molin e per dire no alla guerra.
Il nostro paese già possiede, oltre alle 6000 basi militari sul proprio territorio nazionale, più di 700 installazioni militari in altre parti del mondo, che costituiscono una rete globale senza precedenti volta a garantirsi il dominio militare, economico e politico.
Queste basi fanno parte della strategia della forward presence, ossia di una "presenza avanzata", che ormai è centrale alla dottrina della guerra preventiva. Di conseguenza, il paese che le ospita diventa indirettamente uno strumento della guerra permanente e globale.
In Italia si trovano circa 20 di queste basi, dove vengono utilizzate anche per lo stoccaggio di armi nucleari, in violazione dello spirito del trattato di non proliferazione, per i voli segreti della CIA, come documentato nel caso di Abu Omar, e per sostenere le guerre. Infatti, nel recente annuncio del Pentagono sull’avvicendamento delle truppe in Iraq, le uniche truppe che arrivano da basi fuori dagli USA provengono da Vicenza, in particolare la 173esima brigata aviotrasportata, la stessa che si insedierebbe nella nuova base del Dal Molin.
Come cittadini statunitensi impegnati per la pace partecipiamo alla manifestazione di Vicenza per mostrare la nostra ferma opposizione alla nuova base Dal Molin. Nello spirito dell’art. 11 della Costituzione italiana dichiariamo anche il nostro rifiuto di un sistema che ricorre troppo spesso ad una "soluzione" militare per risolvere i conflitti.
È anche un sistema che è responsabile per la violazione del diritto e dei trattati internazionali, che calpesta i diritti umani con le carceri segrete, le detenzioni illegali, e la tortura e che consuma ingenti somme di denaro. Per creare le condizioni di un mondo più sicuro, dovremmo, tra l’altro, reindirizzare la spesa militare verso iniziative che possano contribuire a soddisfare le esigenze fondamentali delle persone meno fortunate.
Siamo presenti a Vicenza anche perché sappiamo che altri cittadini statunitensi condividono la nostra convinzione che la sempre crescente militarizzazione della nostra politica estera è una strada sbagliata. In un recente sondaggio negli Stati Uniti sulla fiducia nella politica estera statunitense, circa 2 persone su 3 hanno risposto che il resto del mondo ci vede in un modo negativo e quasi 4 su 5 pensano che il proprio paese viene percepito come arrogante.
Inoltre, nelle elezioni del 7 novembre, attivisti per la pace sono riusciti in ben 162 circoscrizioni negli stati del Wisconsin, del Massachusetts e dell’Illinois ad includere nella scheda elettorale un voto referendario simbolico sul ritiro immediato delle truppe dall’Iraq. In tutte le 162 circoscrizioni, gli elettori si sono espressi in maggioranza per il SÍ, in alcuni casi anche con l’80% dei voti.
Pertanto, la manifestazione di Vicenza contro le basi e contro la guerra è una manifestazione di sostegno anche alla maggioranza dei cittadini statunitensi che desidera un cambio di rotta nella loro politica estera.
Infatti, chiedete a qualsiasi persona negli Stati Uniti impegnata per la pace quale è il modo migliore per sostenere il movimento statunitense contro la guerra, e vi dirà di fare di tutto per convincere, anzi costringere, il vostro governo di non dare appoggio alle politiche sbagliate del governo USA.
*Statunitensi per la pace e la giustizia (Roma)
*Statunitensi contro la guerra (Firenze)
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Da aprileonline
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