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Controcorrente:la federazione prc-pdci non è la giusta risposta.
Publie le giovedì 15 ottobre 2009 par Open-Publishing4 commenti
Intervento alla direzione nazionale del prc dell’area controcorrente-sinistra prc.
La prima osservazione che mi viene da fare è che noi stiamo facendo una discussione sulla forma quando manca la sostanza. Infatti nelle relazioni di Ferrero, Grassi e Rinaldi ho sentito parlare del progetto di costruzione di una struttura, ma non ho sentito parlare - come del resto in tutte le precedenti occasioni - di un progetto politico, né del rapporto tra la creazione di questa nuova struttura e la situazione sociale.
Perché fare un elenco di temi o di cosiddetti valori di riferimento - come ha fatto la compagna Rinaldi - non significa formulare un progetto politico. Ne deduco che si tratta di una semplice coalizione elettorale che si vuole coagulare in un soggetto politico organizzato.
Nelle conclusioni del CPN e anche oggi Ferrero ci ha detto che il nostro problema è che abbiamo un gruppo dirigente (e non solo aggiungerei io) che non è convinto delle cose che diciamo. Forse la ragione sta proprio nella mancanza di un progetto politico.
Ma Paolo, invece di interrogarsi sulle ragioni di questa mancanza di convinzione semplicemente ci ha invitato a tirare avanti. Nel concreto ciò si traduce in un richiamo alla fede ed è evidente che quando il gruppo dirigente di un partito non ha altre cartucce da sparare che la fede significa che il malato è grave.
Ripercorriamo un po’ le tappe. Noi siamo passati da una lista elettorale per le Europee a una Federazione e ciò è avvenuto - come ha riconosciuto lo stesso Ferrero - in seguito a una forzatura da parte sua, cioè senza una discussione nel Partito. Oggi, 7 ottobre, ci viene detto che è necessario attivare assemblee della Federazione nei territori per fare sì che il processo parta "dal basso", ma allo stesso tempo si ammette che finora l’unica esperienza positiva in questo senso è stata fatta a Orbassano (che, con il dovuto rispetto, non è un epicentro della lotta di classe in Italia) e si fa capire che queste assemblee non verranno fatte.
Ma in ogni caso si fissa già l’iniziativa di lancio nazionale a novembre. E ci si mette con le spalle al muro dicendo che se i territori non attivano queste iniziative allora inevitabilmente la federazione equivarrà a un accordo di vertice.
Dunque, poiché sappiamo già che la costruzione dal basso non ci sarà, diamo per scontato che il processo sarà verticistico e che la colpa è dei circoli e delle federazioni.
Ferrero inoltre ci chiede se secondo noi questo processo, in cui per la prima volta si parla di "cessione di sovranità", può essere deciso da una semplice riunione del CPN ovvero se è necessario un congresso.
A me la risposta sembra abbastanza evidente. E’ chiaro che per avviare un iter che ridurrà le competenze di Rifondazione "al dibattito teorico e a fare ciò che la Federazione non vorrà fare" (così ha detto Ferrero) serve un congresso. E non lo dico solo perché all’ultimo CPN ho detto no alla Federazione e formulato una proposta alternativa e perché intendo avere una sede democratica dove discuterne.
Lo dico anche perché credo che sarebbe interesse della segreteria nazionale avere un’occasione per convincere gli iscritti di Rifondazione che la Federazione è la scelta giusta. Lo scorso 20 luglio Ferrero è venuto a Genova a tenere un attivo regionale degli iscritti e ricorderà che tra tutti gli interventi ce n’è stato uno solo a favore della Federazione. Dunque credo che dovrebbe essere interesse di questa segreteria convocare un congresso, perché se la Federazione non la promuovono quei militanti che erano lì, non si capisce chi possa farlo.
Infine a giudicare dalle relazioni che ho ascoltato pensavo che ieri Il Manifesto fosse uscito soltanto nelle edicole di Genova. Perché né nella relazione né negli interventi successivi ho sentito parlare della lettera di Grassi e Steri a Nichi Vendola pubblicata dal Manifesto. Me ne stupisco perché è chiaro che quella presa di posizione - pur legittima - ha delle ricadute sulla discussione che stiamo facendo, visto che rilancia sul "dialogo" con Sinistra e Libertà.
Per concludere ho la netta sensazione che questo partito ormai sia come un’auto lanciata a tutta velocità verso un precipizio e in cui chi guida si volta indietro per non vedere. Devo dire che questo non ispira ottimismo per le sorti di Rifondazione.
Marco Veruggio
Messaggi
1. Controcorrente:la federazione prc-pdci non è la giusta risposta., 15 ottobre 2009, 21:12, di Nando
NON CI SERVE LA POLITICA E LA LINEA DEL PDCI-PRC!!!FERRERO HA FATTO ’’ILLUDERE’’ TANTI COMPAGNI DURANTE IL CONGRESSO DI CHIANCIANO. PENSO CHE PER LORO, CI SARANNO GROSSE DELUSIONI ALLE PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRARIVE!!!!
2. Controcorrente:la federazione prc-pdci non è la giusta risposta., 16 ottobre 2009, 15:32, di Valerio
Settari, settari, settari. Ma andate al diavolo. Avanti con la Federazione della Sinistra, sperando nell’unità dei comunisti.
1. Controcorrente:la federazione prc-pdci non è la giusta risposta., 16 ottobre 2009, 18:08, di Enrico Biso
Se il metodo di analisi con cui hai commentato l’articolo di Marco Veruggio è similare al procedere della cosiddetta federazione della sinistra, più che al diavolo andrete a finire a sperare in un nuovo governo Prodi, tanto per continuare a favorire banchieri e confindustria.
Del resto, chi non trae bilancio del proprio agire politico e culturale,è destinato a ripercorrere le stesse strade.
E a dire quel che penso, il tutto non c’entra un beneamato cavolo con, non solo,l’unità dei comunisti, ma anche con un progetto minimale di confronto politico.
Ma se a te, piace andare indietro a questo modo, non resta che osservare e aspettare l’ennesimo flop, dopo l’arcobaleno e le europee, si vede che ne hai gradito il gusto.
3. Controcorrente:la federazione prc-pdci non è la giusta risposta., 29 ottobre 2009, 19:32, di Militante
Non lo so se costruire una federazione sia la cosa giusta da fare. So per certo che unire le forze a sinistra del pd, che si riconoscono in una proposta politica alternativa al modello capitalistico, è una necessità irrimandabile.
Avanti compagni, i dettagli (e soprattutto i rancori) dopo.