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Corrotti, impuniti e felici

Publie le lunedì 8 ottobre 2007 par Open-Publishing

di Leo Sisti

Nell’Italia delle tangenti, in 20 anni solo il 2% ha pagato con il carcere. In alcune regioni non ci sono state condanne. E oggi nessuno indaga. I dati choc di uno scandalo

La legge non e’ uguale per tutti.

Nell’arco di vent’anni, dal 1983 al 2002, compreso quindi il periodo di Tangentopoli, solo il 2% ha scontato pene in carcere, mentre il 98% l’ha fatta franca. O perche’ e’ scattata la sospensione condizionale (sotto i 2 anni) o perche’ sono state riconosciute misure alternative (servizi sociali: tra 2 e 3 anni). E soprattutto perche’ nell’87% dei casi la sentenza e’ stata mite: sempre meno di 2 anni.

Solo 2 condanne a Reggio Calabria (in vent’anni!)

Gli ’anticorpi’ sono solo le manovre sfociate nel cosiddetto ’giusto processo’. Ovvero nelle modifiche di alcune norme della Costituzione (articolo 111) , e del codice penale. Cardine della riforma: l’obbligo, per gli imprenditori che hanno versato tangenti, di ripetere in fase di dibattimento quanto avevano messo a verbale durante la fase delle indagini. Non e’ piu’ sufficiente che il pm presenti in aula il testo delle dichiarazioni rese in precedenza.

Di colpo, un nuovo scenario si affaccia nelle corti di giustizia: chi dovrebbe aprire la bocca additando i corrotti fa invece scena muta. Grazie al giusto processo e alle sue innovazioni vengono azzerate le prove. Morale: tante belle assoluzioni.

I risultati concreti dell’attività investigativa (...) sono stati inferiori alle attese, a causa dell’ampiezza della ’cifra grigia’ dei fatti criminosi scoperti e accertati, ma non sanzionati da condanna definitiva, molto spesso per via della prematura scadenza dei termini di prescrizione".

Da l’espresso

http://espresso.repubblica.it/detta...