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Corteo precari 31 Marzo a Roma

Publie le giovedì 30 marzo 2006 par Open-Publishing
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Per l’unità delle lotte sociali e contro la precarietà

In tutto il paese, e anche nella nostra città, in questo ultimo anno si sono sviluppate sui posti di lavoro, numerose lotte. Nei call center, nelle Poste s.p.a. (vedi vertenza trimestrali), nel trasporto aereo, negli appalti del comune di Roma (vedi operatori sociali), negli enti di ricerca e nelle università, nei cantieri della TAV, nelle ferrovie, nel trasporto urbano la lotta contro la precarietà, del lavoro e del reddito, ha ormai assunto dimensioni di massa.

Queste lotte si sono dovute scontrare direttamente, oltre che con la controparte padronale (licenziamenti nel gruppo Cos, fra gli edili dei cantieri TAV, nelle ferrovie, fra gli operatori sociali, ecc.), spalleggiata dai sindacati confederali, anche con le istituzioni. Sia il Governo di centro-destra, sia Regione, Provincia e Comune, governate dal centro-sinistra, si sono posti - nei fatti - contro queste lotte.

In particolare a partire dalla vertenza di Atesia - il più grande call center d’Europa, con 5000 lavoratori, tutti con contratti precari - è iniziato un percorso cittadino che, in momenti diversi e in diversa misura, ha visto partecipi lavoratori e delegati delle aziende metalmeccaniche (ACI Informatica, Sogei, Finsiel, EDS, Softlab, Cap Gemini, etc.), del settore delle telecomunicazioni (TIM, Telecom, H3G, XCOS, ALICOS, Telecontact center, Unicab), i Precari della Ricerca e dell’Università, gli Operatori Sociali, i precari della Sanità, i lavoratori, precari e non, dell’Alitalia.

Un percorso da rafforzare ed estendere, che ha visto ulteriori momenti di sviluppo nella lotta contro la direttiva Bolkestein, partorita dalla commissione europea presieduta dal signor Prodi Romano, che altro non è che la generalizzazione a livello europeo di quei processi di esternalizzazione, privatizzazione e liberalizzazione dei servizi sociali e del mercato del lavoro che caratterizzano le politiche dei governi e delle istituzioni locali. Ne sanno qualcosa i precari che lavorano, direttamente o attraverso appalti, sotto il Comune di Roma (uno dei massimi utilizzatori di lavoro precario), la Regione e la Provincia.

La tendenza verso la riunificazione delle varie lotte sociali va estesa e rafforzata: il livello espresso sinora rende oggi possibile, almeno a livello cittadino, questo obiettivo. Le lotte di questi mesi nei settori di lavoratori, “stabili” e precari, devono collegarsi con quelle dei movimenti di lotta per la casa, degli immigrati autorganizzati, degli studenti delle scuole e delle università, alle iniziative nei quartieri contro il carovita, ecc. Soltanto lottando insieme potremo combattere la sempre crescente e generale condizione di precarietà della nostra vita.

Raccogliamo gli obiettivi emersi dalle piattaforme (costantemente in costruzione) delle varie lotte:

 l’immediato reintegro dei lavoratori licenziati per le lotte, da XCOS ad Atesia, ai Canili di Roma, alle Cooperative, alla FIAT, fino agli ultimi licenziamenti in ferrovia ed ai cantieri TAV;
 la trasformazione di tutti i contratti di lavoro precario (progetto, apprendistato, inserimento, somministrazione, tempo determinato ecc....) in contratti a tempo indeterminato;
 salari adeguati ai bisogni reali;
 l’abrogazione della legge 30/2003 e del pacchetto Treu;
 la garanzia del reddito;
 la casa per tutti/e a prezzi popolari;
 servizi sociali (scuola sanità e trasporti) pubblici e gratuiti per tutti;
 il permesso di soggiorno per tutti, sganciato dal contratto di lavoro, la chiusura dei CPT e l’abrogazione delle leggi razziste Bossi/Fini e Turco/Napolitano.

MANIFESTAZIONE CITTADINA venerdì 31 marzo 2006 - ore 17,00 P.zza BARBERINI - Roma

Solo uniti si vince !


Collettivo Precari Atesia, Coordinamento Precari della Ricerca e dell’Università, Cobas Telecontact center, Lavoratrici/tori Cobas XCOS, Lavoratrici/tori autorganizzati ACI Informatica, Cobas Lavoro Privato - settore comunicazioni, Cobas Atesia, Assemblea coordinata e continuativa contro la precarietà, Lavoratori e delegati EDS - Softlab - Sogei, Lavoratrici e lavoratori Finsiel - TSF - Nexans (LT) - Ex Copel (LT) - , Cobas Garboli/TAV cantiere Casal Bertone, Cobas Ospedale Sant’Andrea, Coordinamento lavoratrici e lavoratori Roma Ovest, COCITTOS - Coordinamento cittadino operatori sociali, Confederazione Cobas, CSOA “I PO’ “, Comitato Precari Roma Est, LOA Acrobax, Coordinamento dei collettivi universitari “La Sapienza”, S.O. “Ex51”, CSOA “ExSnia”, Comitato di quartiere Alberone, Associazione Dhumcatu, reteComune, Laboratorio contro la guerra, Vis-à-vis, Corrispondenze Metropolitane, Operai contro-Aslo

Messaggi

  • Palermo, 18:16

    PRECARI: TAFFERUGLI A PALERMO, DENUNCIATI 22 DIMOSTRANTI

    E’ finita in tafferugli e una sassasiola contro la polizia a Palermo la manifestazione di un gruppo di precari che si erano radunati davanti a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione, mentre veniva firmato un accordo con il ministero del Welfare per destinare 16 milioni di euro a progetti per 500 lavoratori socialmente utili e per la formazione di altre 800 persone. Negli incidenti, quattro dei dimostranti sono rimasti contusi e sono stati refertati in ospedale, con prognosi variabili tra i tre i quattro giorni. I quattro sono tra i denunciati assieme ad altri 18 precari. I reati contestati dalla polizia di Stato sono violenza e resistenza a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata e danneggiamento. Contro le forze dell’ordine sono stati lanciati sassi, bottiglie e rifiuti.

    30.3.06 www.repubblica.it

    • SCIOPERO PRECARIO A MILANO, GUARDANDO A PARIGI

      La precarietà è la questione sociale decisiva nell’Europa di oggi. E’il vero discrimine fra una politica di destra e una politica di sinistra. Il movimento francese contro il CPE ci mostra che è possibile una vasta mobilitazione contro la precarietà. Con 3 milioni di persone in piazza, la protesta sociale sta scuotendo le fondamenta stesse del potere statuale francese, presidenza inclusa. Se l’incendio
      delle banlieues aveva messo sotto accusa Sarkozy, la rivolta di licei e università contro la precarietà sembra aver fatto arrivare al capolinea Villepin. Un’intera generazione si sta ribellando alla precarietà.

      E l’Italia? Milano è la capitale italiana della precarietà. Non è un caso che la MAYDAY, il primo maggio delle centomila precarie e precari, sia nata a Milano e che i primi collettivi e i primi esperimenti sindacali per affrontare di petto la questione siano sorti qui. Almeno due assunzioni su tre a Milano avvengono oggi con contratti precari. All’inizio del 2004, il Sole 24 Ore contava in Lombardia 1.339.314 lavoratori atipici o precari, cioè coloro che non lavorano a tempo né pieno né indeterminato, ma che sono part-time, a tempo determinato, parasubordinati, apprendisti, interinali, e le mille altre diavolerie contrattuali escogitate negli utlimi diceni
      anni per pagare donne e giovani il minimo possibile, spremerli più che si può e lasciarli a casa quando torna comodo. E’ la precarietà che sta dietro alla crescente povertà urbana fra donne single con figli e giovani famiglie in generale. Sono almeno mezzo milione i precari che ogni giorno fanno Milano ricca. Se ci unissimo tutte e tutti saremmo un blocco sociale temibile. Ma siamo ancora troppo disgregati e frammentati, per non dire rassegnati e delusi, per poter fare il nostro interesse collettivo.

      Oggi avviene a Milano un fatto importante. E’ stato proclamato dalla RdB-CUB e dagli altri sindacati di base il primo sciopero precario cittadino. Sono i 3500 precari del Comune a scioperare. Sono più di un quarto dei lavoratori di Palazzo Marino e protestano contro una delle più grandi vergogne di questa città diventata così spietata
      con i deboli e invivibile per tutte e tutti. Sono in scadenza moltissimi contratti precari, che Albertini e Decorato non hanno intenzione di rinnovare. Peggio: negano persino l’esistenza di lavoratori precari nell’amministrazione comunale! Hanno trovato
      €1,1 milioni per consulenze dirigenziali, ma vorrebbero gettare sul lastrico i precari che ogni giorno fanno funzionare asili e servizi comunali. E se il settore pubblico milanese precarizza, figuriamoci il privato!

      Dalle 10 in Piazza Duomo fino a mezzogiorno, chiediamo a tutta la Milano ancora democratica, solidale, egualitaria di venire a dare sostegno al presidio di sciopero dei precari del Comune, per ottenere la proroga di tutti i contratti in scandenza e definire un percorso
      che porti alla loro definitiva assunzione, in quella che si annuncia una vertenza centrale per il futuro sociale della città. A questo riguardo, chiediamo al candidato sindaco dell’Unione di prendere posizione pubblicamente sulla regolarizzazione dei precari del Comune di Milano.

      Perché a Milano e altrove in Italia non succede quello che sta accadendo in Francia? Il fatto decisivo è che il sindacato francese ha scelto di andare al traino della generazione precaria, di farsi dettare le priorità da giovani e studenti. L’esatto contrario di quanto è avvenuto in Italia. E poi mancano agli studenti e ai precari italiani organizzazioni proprie che possano dare voce ai propri diritti e forza alle proprie rivendicazioni, come sono riusciti a fare i
      sindacati studenteschi francesi. Cosa aspettiamo a fondare a Milano e nelle altre grandi città un’associazione di sinistra che difenda gli interessi congiunti di
      studenti, precari, ricercatori?

      Anche a Milano, facciamo come a Parigi: Basta con la tratta dei precari!

      Alex Foti

      www.sovvertiamomilano.org

    • comunicato stampa

      LA LOTTA PAGA!

      La legge sulla stabilizzazione dei precari Asu, Puc e contrattualizzati per cinque anni degli enti locali approvata dall’Ars non è da considerarsi certamente risolutiva del problema del precariato, infatti, oltre ad essere un chiaro provvedimento rattoppato dell’ultimo momento, continua a mantenere una chiara disparità di trattamento con i colleghi regionali.

      La prospettiva di un contratto a ventiquattro ore per Asu e Puc per gli ultimi sei mesi del 2006 non scrive la parola fine al precariato per una categoria di lavoratori costretta a subire vessazioni, strumentalizzazioni e ricatti quotidiani da ben diciassette anni, senza alcuna certezza per il futuro e, nel caso degli Asu, anche senza alcuna contribuzione previdenziale.
      Si è ben lontani da quanto declamato dal Governo Regionale che si era impegnato a risolvere definitivamente il problema dei precari in Sicilia. La legge divide inoltre la platea dei lavoratori precari e alcuni, gli Lpu e i contrattualizzati per cinque anni (questi ultimi inclusi con un emendamento voluto dallo Slai Cobas su mandato dell’assemblea dei lavoratori tenutasi a Enna), vengono inseriti nella parte programmatica della legge a partire dal 2007.

      Tuttavia questa legge, frutto di tante lotte portate avanti dalle lavoratrici e dai lavoratori, rappresenta un primo punto di partenza su cui proseguire le future battaglie per la rivendicazione di una stabilizzazione.

      L’unica certezza è che per la prima volta non bisogna dire grazie a nessuno tranne che alla lotta di tante donne e tanti uomini che in questi mesi contro tutti (Governo regionale, amministrazioni locali) e abbandonati dalle storiche sigle sindacali, con forza e determinazione (occupazioni, blocchi stradali, manifestazioni) hanno riportato l’attenzione su questo dimenticato problema, mettendo con le spalle al muro il Governo regionale e costringendolo ad adottare delle misure anche se insufficienti.

      Le lotte non sono certamente finite, bisognerà nei prossimi giorni organizzarsi per fare applicare questa legge dai singoli enti riuscendo a garantire fino all’ultima lavoratrice ed all’ultimo lavoratore. E’ necessario, inoltre, organizzarsi in modo strutturato e permanente per far sì che dall’indomani dell’insediamento del nuovo Presidente della Regione (chiunque esso sia ed a qualsiasi schieramento politico esso appartenga) si possa manifestare sin da subito la nostra indisponibilità a fare sconti ad alcuno e la determinazione nel portare avanti la nostra lotta fino alla risoluzione definitiva della vertenza.

      Crediamo che bisogna fare tesoro di questa esperienza (nata, per servirsi di un termine ironico spesso usato in questi mesi, come Sindacato di necessità), che ha dimostrato che autorganizzarsi non solo è possibile ma anzi, liberandoci dai giochi di potere, dalle strumentalizzazioni e dalla demagogia, si può riuscire ad ottenere risultati; crediamo, infine, che bisogna investire nuove energie per coinvolgere quanti più lavoratrici e lavoratori nella costruzione del sindacato di base in modo da poter mobilitare in futuro la categoria, quando serve, in tempi veloci in tutte le realtà siciliane e soprattutto con percorsi partecipati e condivisi.

      Slai Cobas Sicilia - via Cerere, 4 - 95128 CATANIA
      fax: 095-965786

    • Stabilità del lavoro e domanda interna

      L’area del precariato va ridotta, perché questa overdose di co.co.pro. "a oltranza" frena lo sviluppo.

      Occorre avviare una forte azione di conversione dei contratti verso forme progressive di stabilità, fino all’assunzione a tempo indeterminato.

      Infatti, quando un lavoratore esce dal suo posto di lavoro, diventa un consumatore ed è tanto più contratto nei consumi, quanto più è insicuro del suo reddito.

      La stabilità del lavoro è alla base della pianificazione dei consumi e quindi presenta un alto indice di correlazione con la crescita della domanda interna.

      Ma spesso questa "circolarità" di status lavoratore-consumatore è poco analizzata.

      Massimo Marnetto