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Così Tremonti vuole controllare il credito a famiglie ed imprese

Publie le venerdì 13 marzo 2009 par Open-Publishing

DOSSIER. Dagli Osservatori regionali a quello nazionale
alla fine tutto affluirà sul tavolo di Tremonti

ROMA - Una casella e-mail in Prefettura per raccogliere "istanze e reclami" di imprenditori e famiglie che si ritengano danneggiati o discriminati dalle banche. Un mega-tavolo, coordinato dal Prefetto, con le rappresentanze locali di Abi, Confindustria, sindacati, commercianti e artigiani. Un Osservatorio nazionale presso il ministero dell’Economia.

L’operazione "Prefetti di ferro" contro il razionamento del credito annunciata mercoledì in una conferenza stampa congiunta al Viminale dai ministri dell’Economia, Giulio Tremonti, e degli Interni, Roberto Maroni, sta partendo e i 103 rappresentanti dello Stato sul territorio si sono già messi al lavoro, a 20 di loro toccherà il compito di organizzare i nuovi Osservatori.
Come funzionerà l’operazione del governo che già trova critiche da parte di Bankitalia, delle associazioni dei consumatori e delle stesse banche? Gli Osservatori per il "monitoraggio dell’economia tramite il sistema bancario" saranno dislocati in ciascun capoluogo di Regione e faranno tutti riferimento ad un Osservatorio nazionale che coordinerò l’intera rete locale.

Il ruolo degli Osservatori (costituiti da rappresentati dell’Abi, di Confindustria e delle varie associazioni di categoria), secondo il documento distribuito ai Prefetti, sarà quello di "luoghi di risoluzione di controversie e di monitoraggio delle specifiche criticità che emergono a livello locale sulla base di istanze presentate dalle imprese". In pratica un intervento "persuasivo" sulle banche nel caso che decidano di tagliare i finanziamenti a clienti ritenuti, a torto o a ragione, troppo rischiosi.

Gli Osservatori regionali si riuniranno ogni tre mesi in sede plenaria e mensilmente sulla base di specifici ordini del giorno. Dopo ogni riunione il Prefetto invierà all’Osservatorio nazionale un "report" descrivendo le situazioni critiche di comparti o categorie produttive, illustrando la dinamica dei flussi di credito, avanzando proposte. Sarà a livello nazionale che si interverrà con una sorta di moral suasion sull’Abi e sui singoli istituti. In altre parole, se un’associazione locale, come gli orafi o i calzaturieri, denuncia una situazione di ristrettezza del credito e possibili risvolti sociali, la questione viene posta all’ordine del giorno tentando di trovare una soluzione con metodi concertativi.

I Prefetti avranno anche a disposizione una casella di posta elettronica, con un modulo on-line, predisposto per raccogliere "istanze e reclami" in modo riservato di singoli casi: a nessuno piace infatti far sapere al tessuto economico locale le difficoltà in cui versa la propria impresa. Gli imprenditori o i cittadini che si "ritengono danneggiati nelle condizioni di erogazione del credito" (si può anche ipotizzare l’esempio di un cliente che ha contratto un mutuo per la casa) possono rivolgersi al Prefetto evitando di esporre pubblicamente la propria situazione. Il Prefetto - prevedono le linee guida - esamina l’istanza, scrive alla banca a livello regionale o nazionale (cioè ad una istanza gerarchica superiore) perorando una soluzione e entro un "tempo congruo" la banca fornisce una risposta al cliente e ne informa il Prefetto. Funzionerà? Al ministero del Tesoro pensano di sì e avanzano l’esperienza francese: in cinque mesi tre quarti delle controversie sono state risolte a favore del cliente.

(13 marzo 2009) da "La Repubblica"