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Cossiga, in un delirio: ben venga il ferito grave nelle manifestazioni
Publie le domenica 9 novembre 2008 par Open-PublishingCossiga, in un delirio: ben venga il ferito grave nelle manifestazioni
di Alessandro Cardulli
Non c’è più limite per le esternazioni a getto continuo dell’ex presidente della Repubblica e senatore a vita, Francesco Cossiga. L’ultima sua allucinante sortita riguarda una lettera inviata al capo della polizia, Manganelli in cui indica il modo migliore per scatenar un’ondata repressiva per colpire chi manifesta, chi partecipa a cortei, gli studenti, i movimenti. Il suo “consiglio” è quello di operare da parte delle forze dell’ordine per costruire artificiosamente un clima di paura.
Come già aveva avuto modo di scrivere, lui vede,ipotizza che le manifestazioni sfoceranno in veri e propri assalti alle città, danneggiamenti e cose e persone. Basterà lasciar fare questi delinquenti e si impiccheranno con le proprie mani. Se per esempio venissero colpite sedi come quelle dell’arcivescovado di Milano o della Caritas, di Pax Christi,sarebbe come andare a nozze e inneggiare al linciaggio. Ancor meglio se ci fosse una vittima, un passante, un vecchio, una donna,un bambino, feriti da un colpo di arma da fuoco. Naturalmente se la ferita fosse grave ci sarebbe proprio da sguazzare. E’ sottinteso , anche se Cossiga parla di un colpo sparato da un manifestante, che il vero e proprio tiro a segno per provocare una ferita grave ma non mortale dovrebbe essere praticato da mano esperta e non da un manifestante qualsiasi. Un infiltrato? L’ex presidente della Repubblica, in questo senso, è un esperto. Non morì così Giorgiana Masi, colpita da un proiettile alle spalle? Ma c’è di più. Genio malefico vuole che, giunti a questo punto, la polizia si scatena e riceve il plauso dei cittadini impauriti. La repressione colpisce duro chi canta “Bella ciao”, gli studenti, i giovani dei centri sociali e poi dovrà apparire che la repressione ha colpito solo le associazioni della destra fascista.
Così, pensa quel geniaccio di Cossiga, la sinistra starà zitta. Noi a questo punto,riportiamo di seguito il testo della lettera così come diffuso dalla agenzie di stampa. Lo scritto è talmente spregevole che non ha bisogno di commenti. Solo qualche domanda che facciamo a voce alta. La prima: si può ipotizzare una sorta di silenzio stampa a fronte delle esternazioni del Cossiga?. Non si tratterebbe di censura ma di rispetto della Costituzione, dei valori di libertà e democrazia che esprime. La seconda riguarda un possibile accertamento, senza violare i diritti della persona, sulle cause che possono essere alla base dei “ consigli” di Cossiga. La terza, quella meno importante per noi che esercitiamo il mestiere di dare informazioni, ma non dovrebbe esserlo per gli organismi preposti, riguarda i possibili reati in cui il senatore a vita può essere in corso. Invocare che ci scappi il ferito grave , che poi può anche morire, indicare gli obiettivi da colpire,da danneggiare, non sono cose da poco, scappatelle di una persona ormai in su con gli anni cui tutto si può perdonare. Così come non ce la si può cavare dicendo che è il solito Cossiga. Con il fuoco non si scherza. Figurarsi con i colpi di arma da fuoco che il senatore a vita auspica, invoca.
La spregevole lettera inviata al capo della polizia (da AdnKronos)
«Un’efficace politica dell’ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti». È il «consiglio» che il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga rivolge al Capo della Polizia, Antonio Manganelli, in una lettera aperta. «A mio avviso, dato che un lancio di bottiglie contro le forze di polizia, insulti rivolti a poliziotti e carabinieri, a loro madri, figlie e sorelle, l’occupazione di stazioni ferroviarie, qualche automobile bruciata non è cosa poi tanto grave -scrive Cossiga- il mio consiglio è che in attesa di tempi peggiori, che certamente verranno, Lei disponga che al minimo cenno di violenze di questo tipo, le forze di polizia si ritirino, in modo che qualche commerciante, qualche proprietario di automobili, e anche qualche passante, meglio se donna, vecchio o bambino, siano danneggiati, se fosse possibile la sede dell’arcivescovo di Milano, qualche sede della Caritas o di Pax Christi, da queste manifestazioni,e cresca nella gente comune la paura dei manifestanti e con la paura l’odio verso di essi e i loro mandanti o chi da qualche loft o da qualche redazione, ad esempio quella de L’Unità, li sorregge». Cossiga definisce «un grande errore strategico» reagire ad aggressioni e danneggiamenti ddei manifestanti con «cariche d’alleggerimento, usando anche gli sfollagente e ferendo qualche manifestante». «Io aspetterei ancora un po’ - dice Cossiga - adottando straordinarie misure di protezione nei confronti delle sedi di organizzazioni di sinistra.
E solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di ’Bella ciaò, devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uddicendendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell’ordine contro i manifestanti, ma senza arrestare nessuno. E il comunicato del Viminale dovrebbe dire che si è intervenuto contro manifestazioni violente del Blocco Studentesco, di Casa Pound e di altri manifestanti i estrema destra, compresi gruppi di naziskin che manifestavano al grido di ’Hitler! Hitler!’. Questo il mio consiglio. Cordialmente Francesco Cossiga», conclude Cossiga.