Home > Cotroinformazione sul ponte dello stretto: la verità
Cotroinformazione sul ponte dello stretto: la verità
Publie le giovedì 15 ottobre 2009 par Open-Publishing3 commenti

“Non metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani” .
Quante volte avete sentito declamare questa bella frase dal premier o da altri ? Molte volte , eppure è dimostrabile come essa sia una delle maggiori bufale delle storia repubblicana. Una illusione delle tante ideata dal prestigiatore di Arcore e smentita sempre dai fatti . Come anche peraltro nel caso in esame. Basta seguire con un pò di attenzione la questioni del ponte sullo stretto di Messina e si vede subito come in realtà pagheremo tutti l’ennesima stupidaggine di immagine del premier ed in più ci troveremo con territori più devastati e nessuna vantaggio per economia ed occupazione anzi solo qualche regalo alle famigie mafiose del circondario.
Qualche peones della PDL ha voluto evidenziare una analogia tra il tunnel sotto la Manica ed il ponte dello stretto.
Analogie e differenze nel contesto di un sincronismo negli annunci di Gordon Brown e Silvio Berlusconi sebbene il primo comunichi la vendita del tunnel sotto la Manica per ridurre il debito pubblico, il secondo invece indebitandoci tutti per avviare i lavori del Ponte sullo Stretto di Messina.
Anche il costo di entrambi i “gioielli” infrastrutturali di Downing Street e Palazzo Grazioli è singolarmente identico : è stato stimato in cinque miliardi di euro nella fase progettuale .
Alla fine il collegamento sottomarino di miliardi ne è costati 14 e notoriamente inglesi e francesi, a differenza di noi italiani, non sono così elastici nell’accettare scostamenti di siffatta entità tra preventivo e consuntivo.
Da noi, visti i precedenti nel settore dei pubblici appalti, è più facile vincere al superenalotto che azzeccare la cifra che verrà realmente spesa.
Qui, comunque, finiscono le analogie.
L’Eurotunnel è stato infatti costruito totalmente con soldi privati ed i proprietari solo dopo vent’anni di rosso hanno visto per la prima volta un dividendo, 4 centesimi di euro ad azione. Il Ponte, al contrario, sebbene il ministro Matteoli ed il premier continuino a raccontare storielle sul project financing e sulle interminabili file di imprenditori pronti a tirar fuori i capitali, sarà sostenuto essenzialmente dal pilastro pubblico – il 40% delle risorse– ed i privati se la daranno a gambe levate.
Insomma come avvenuto per l`Alta velocità, che ha prodotto un danno da far pagare a tutti i cittadini, gli investimenti privati saranno in ultima istanza garantiti dallo Stato, quindi pagheranno anche quelli che non saliranno mai su un treno.
E ancora. Se mai verrà fatto, il Ponte si candida a diventare un collegamento quasi esclusivamente stradale in un’area del Paese povera di binari, mentre il tunnel è un tunnel per i treni ed è arrivato alla fine di un percorso di potenziamento e ammodernamento della rete su ferro nel sud della Gran Bretagna e nel nord della Francia: un servizio in più, in un contesto di servizi funzionali ed efficienti, non la cattedrale nel deserto.
Il premier parla del ponte affidandogli esplicitamente “ il rilancio economico, occupazionale, sociale e infrastrutturale italiano “ e con ciò fa capire di vivere da un’altra parte, non conoscere il contesto nazionale, non vedere che il nostro territorio ha bisogno di manutenzione (pensiamo alla tragedia che è successa proprio a Messina) più che di grandi cantieri. Inoltre cosa sono i 30 minuti che farebbe guadagnare il viadotto sullo Stretto a confronto delle ore che quotidianamente perdono i milioni di pendolari e tutti quelli che si spostano in città e nelle aree metropolitane ?
Messaggi
1. Cotroinformazione sul ponte dello stretto: la verità, 15 ottobre 2009, 21:06, di Nando
ANCHE I ’’BAMBINI’’ HANNO CAPITO CHE IL PONTE SULLO STRETTO VA BENE SOLO A BERLUSKONES E MAFIA!!!!!!!!!!
2. Cotroinformazione sul ponte dello stretto: la verità, 15 ottobre 2009, 22:31
ma no, il ponte non si farà! In realtà sarà solo un affare per Impregilo( notoriamente amici di B.)come è già avvenuto in passato. Il copione è già stato scritto in precedenza: Impregilo vince l’appalto facendo un’offerta ridicolmente bassa, si firma il contratto ma, guarda caso si firma una clausola secondo la quale se il commitente( lo stato) rinuncia dovrà pagare una fortissima penale, lo stato rinuncia e paga la penale ad Impregilo le cui azioni si impennano.Come si vede è tutto già scritto.michele
3. Cotroinformazione sul ponte dello stretto: la verità, 16 ottobre 2009, 09:38, di Enza Lojacono (docente presso la fac. di Economia - Univ. di Messina)
Trovo scandaloso che l’argomento "Ponte", nell’interezza della sua problematica sia stato tenuto ultimamente sotto silenzio, e anzi si continui a parlare di apertura dei cantieri come fosse una cosa imminente.
Vorrei fare notare alcuni aspetti:
1°- Il progetto definitivo non è ancora stato approvato da parte del CIPE, e comunque c’è in sospeso una azione di ricorso al TAR da parte di cittadini lesi nei propri diritti; inoltre le risorse del ponte sarebbero di provenienza prevalentemente privata (5 miliardi su 6,3, per un importo pari all’80% del costo complessivo – AGI, 7 ottobre). Allo stato non risulta sussistere alcun finanziamento privato per l’infrastruttura. E d’altronde non sarebbe possibile averne, visto che il progetto ancora non esiste, se non nella sua versione preliminare del 2002. Esiste invece una delibera di stanziamento dal parte del CIPE, che impegna il governo a destinare all’opera 1,3 miliardi in più anni,secondo disponibilità di bilancio. Gli unici soldi potenzialmente esistenti per il ponte sono dunque in questo momento di provenienza esclusivamente pubblica: stanziati dal Governo, ma non resi disponibili dal Tesoro, che ha assunto un impegno futuro, imprecisato nei tempi e vincolato alle effettive disponibilità del bilancio pubblico. In altre parole, al momento, in termini reali, non ci sono fondi né privati né pubblici.
2° - Le centinaia di famiglie residenti nella zona della eventuale apertura dei cantieri, non hanno ancora ricevuto alcun avviso di esproprio (non mi pare che si tratti di procedure celeri! Si dovrà avere il tempo di trovare altro alloggio in cui risiedere "previo pagamento dell’indennizzo"?!);
3° - L’arroganza del Presidente del Consiglio e del ministro Matteoli è impressionante: ribadire l’avvio di un’opera del genere nel momento in cui Messina necessita davvero di tante altre cose molto più urgenti significa aggiungere un pesante onere ad una città già "martoriata", e non solo dall’alluvione;e non mi si dica che il Ponte può far da traino alle altre opere, ciò significa offendere l’intelligenza dei cittadini!
4° - Non si capisce perché è stata posta sotto silenzio la posizione del più importante tra gli ingegneri estensori del progetto (ing. Calzona), che ne propone uno completamente diverso e, a suo dire, più ed economico e di più agevole attuazione, scrivendo un libro in proposito.
Si tratta di un grosso volume che, al di là degli aspetti tecnici non del tutto comprensibili per i non addetti ai lavori, è certamente degno di considerazione.
Non capisco perché i politici, ma soprattutto gli organi di stampa, trascurano di considerare questo problema secondo me affatto marginale.
L’ingegner Calzona, aveva fatto parte degli estensori del progetto preliminare approvato dal CIPE e dal quale si dovrebbe partire per l’attuazione definitiva del manufatto stabile. Adesso sostiene l’esistenza di una faglia nella zona in cui dovrebbe sorgere il pilastro principale dell’opera!
Ora, delle due l’una: o mentiva prima, per motivi che non so immaginare, o mente adesso e allora vuole speculare su un futuro progetto di sempre più dubbia fattibilità!
In ogni caso il tema, merita di essere approfondito e diffuso in ogni suo aspetto da tutti gli organi di stampa, magari con un input da parte dei politici di buon senso.
Enza Lojacono (docente presso la fac. di Economia - Univ. di Messina)