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Criminalità finanziaria, criminalità mafiosa
Publie le domenica 15 luglio 2007 par Open-Publishing1 commento
Previti e’ solo una spia della criminalita’ che si e’ annidata in Parlamento, criminalita’ finanziaria Previti, criminalita’ mafiosa Dell’Utri
Nessun partito o schieramento serio puo’ presentarsi con faccia pulita agli elettori se prima non si sara’ dato da fare in ogni modo possibile per sradicare la criminalita’ dalle istituzioni.
Se la questione morale non viene posta al primo posto e se la proposta di Di Pietro di Parlamento pulito e liste pulite (e restituendo agli elettori quella sovranita’ elettorale che ora e’ stata scippata dal monopolio delle segreterie), se la questione morale non sara’ la prima sul piatto, saremo tenuti a pensare che ogni programma non faccia che ricalcare tutte le efferatezze del passato.
No alla mafia!
No alla corruzione finanziaria!
“Falcone considerava la lotta alla mafia un dovere morale e culturale, coinvolgeva le persone nel candore dell’onesta’ e dell’assenza di compromessi,dunque doveva essere perseguitato e calunniato. La calunnia e’ il metodo tipico dei servizi segreti inglesi e USA che rovesciano la verita’ e infamano le persone (ed e’ il metodo tipico di B, che intende coartare il debole sistema informativo degli italiani con campagne diffamatorie dai suoi giornali e dalle sue tv, spionaggi, dossier, commissioni fasulle..)
Cercarono di far apparire Falcone un complice della mafia. Caponnetto dichiaro’ a Repubblica che c’era una campagna contro di lui cui parteciparono magistrati venduti. E non c’e’ nulla di piu’ pericoloso per un magistrato antimafia che l’essere isolato.
Ma gli italiani capirono che c’era qualcosa di nuovo, e scesero in piazza contro la mafia. Si formarono 2 fronti: la gente comune contro la mafia, e le istituzioni, che si stavano sottomettendo alla cricca che coordina le mafie internazionali.
Un certo potere anglo-USA non voleva solo impedire la lotta efficace contro la mafia, ma voleva rendere l’Italia un paese completamente soggiogato a un sistema mafioso e criminale, che domina col potere del denaro sporco (di cui B e’ campione).
Il vizio d’origine di Forza Italia non e’ solo il vuoto di liberalismo e democrazia.
Anche il centrosinistra, per nostra disgrazia, vuole cose antidemocratiche come premierati forti, precariati senza controllo, liste preformate, censura all’informazione, indulti, innominabili, emendamenti Fuda, privilegi della casta, impunita’ e privilegi, sprechi di stato, guerre…
Il fatto tremendo e’ che Forza Italia nasce come braccio politico della mafia per riciclare i proventi del narcotraffico della coca brasiliana e intende non solo ripulire denaro sporco ma assicurare a una delle peggiori bande criminali del mondo il predominio sui clan nemici e il potere.
Non c’e’ solo il controllo della Sicilia e il patto con la n’drangheta calabrese per il ponte di Messina e le grandi opere fortemente volute da Berlusconi contro ogni obiettivita’ finanziaria, ma il legame con la camorra napoletana (acqua e rifiuti) che salda i 3 tronconi della criminalita’ organizzata e manda amministratori come Cuffaro infiltrandosi negli appalti di centro, nord e in Parlamento.
Ora sta arrivando in Italia il troncone della mafia USA con una saldatura enorme tra famiglie criminali.
Il governo statunitense ha dovuto ammettere di aver addestrato milizie per controllare il traffico di droga, milizie che minacciano gli stessi sceriffi texani, e che sono utilizzate dalla CIA. Lo stesso enorme fenomeno dei milioni di emigrati messicani senza documenti sfruttati dalla mafia americana rientra oscuramente in questa situazione. E non e’ cosa nuova che gli squadroni della morte americani nel centro e sudamerica sono sempre stati collegati al narcotraffico.
Dice il ministro dell’Interno Amato a Palermo: “In buona parte della Sicilia e ormai dell’Italia siamo alle prese con una mafia che e’ diventata essa stessa economia, che avvalendosi delle grandi risorse finanziarie che ha accumulato, opera come una impresa che ha due vantaggi competitivi assurdi: non ha limiti nelle risorse finanziarie di cui dispone e puo’ esercitare sempre il ricatto della violenza nei confronti degli altri e degli amministratori”.
La Sicilia e’ oggi dominata dal gruppo dei corleonesi facenti capo al boss Antonino Rotolo. Ma stanno arrivando le cosche guidate da Salvatore Lo Piccolo, un pericoloso capomafia latitante da 25 anni. Si tratta delle famiglie mafiose siciliane scappate in America dopo i massacri e la sconfitta degli anni ’80 fatte dai corleonesi.
Tornano a Palermo gli Inzerillo, gli Spatola, i Di Maggio e i Bosco.
"Sullo sfondo la lotta per il controllo del traffico di droga e nuove alleanze con le aree grigie della politica che potrebbero inquinare pericolosamente la vita democratica nel nostro Paese" (Rainews24).
In queste condizioni e’ proprio impensabile votare ancora per uno come B che ha gia’ dato abbondante appoggio alla mafia ma e’ anche impensabile che altri schieramenti non diano garanzie a proposito.
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Messaggi
1. Criminalità finanziaria, criminalità mafiosa, 17 luglio 2007, 09:15
Cara Viviana, la criminalità finanziaria e quella mafiosa sono due facce della stessa medaglia !! Si tratta ormai di due fenomeni che vivono e prosperano in perfetta simbiosi : un vero cancro che attacca i gangli vitali della nostra società, portandola a morte certa !!! Occorre che quel poco di sinistra che ormai resta in Italia prenda coscienza di questo e lo metta al primo posto dell’agenda politica. Il grande capitale finanziario affida la gestione di ingentissime somme alle narcomafie, che, in accordo con le strutture occulte degli Stati capitalisti, finanziano tutto il traffico di droga mondiale, ricavandone profitti mostruosi, che poi vengono reimmessi nel circuito cosiddetto “legale”!! Il businness del secolo è questo, altro che petrolio e armi !! E’ chiaro che i narcodollari diventano poi un formidabile strumento di condizionamento politico, obbligando le elite al potere a sottostare ad ogni tipo di ricatto , ma con la prospettiva di altrettanto formidabili arricchimenti personali e di strepitose carriere politiche.
MaxVinella