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Crisi di regole

Publie le mercoledì 17 febbraio 2010 par Open-Publishing

Le crisi delle società sono spesso crisi di regole.

La democrazia muore quando al posto delle leggi ci sono leader che si mettono fuori dalle leggi.

C’è una superbia quasi caratteriale in Bertolaso che ne fa il prototipo di una razza nuova, che può pure vantare grande efficientismo e grande determinazione e attaccamento al lavoro, ma nel fatto stesso che si mette sopra la legge, non può nascondere la sua intrinseca pericolosità. Dallo stesso efficientismo metodico e scrupoloso furono generati i lager.

Se è su questa politica “del fare” che si svolgerà la propaganda elettorale di Berlusconi per le Regioni, la vedo male. Non è quanto fai che conta, se sei a capo di una banda di predoni, ma di quale qualità sociale e collettiva è il lavoro che fai per il bene di tutti.

Napolitano ha detto che sul ddl 125 aveva dei dubbi. Siamo autorizzati a non credergli. Se anche la Camera avesse votato il decreto, la privatizzazione della Protezione Civile sarebbe cosa fatta e lui l’avrebbe firmata senza batter ciglio, per quanti rilievi anticostituzionali essa contenesse.

Tra lui e Calderoli, preposto allo snellimento legislativo, non sappiamo quale sia di maggiore inutilità per lo Stato.

In Italia non si intende rendere più pratico nessun iter amministrativo perché le belve prosperano nella giungla, e nessuna giungla può favorire tanto i ricchi e i corrotti quanto il caos delle leggi e dell’etica.
In tal senso l’inutile Napolitano e il falso Calderoli si sono messi proprio a servizio del peggio.

Perché non si rendono semplici e veloci le procedure ordinarie per gli appalti?

Perché gli appalti ordinari oggi in Italia sono qualcosa di ingestibile?

Perché una burocrazia farraginosa e pesantissima affonda ogni cosa che si voglia fare? E quel Calderoli che ha assunto un Ministero con lo scopo di semplificarla perché dopo un intero anno non ha dato risultati?

Perché questo Governo costringe il paese a restare affondato nella melma di 90 000 leggi, ormai quasi inapplicabili, con processi bloccati e paralizzati, e chiede per ogni cosa procedure straordinarie e poteri straordinari?

Non è anche questa una prova lampante di quanto Berlusconi sia alieno al corpo di una democrazia?

Perché tutta la passione moralizzatrice di Tangentopoli si è spenta? Migliaia di processi sono finiti senza condanne sostanziali? Il sistema di corruzione è continuato senza soste e adesso dobbiamo anche sopportare che venga portata agli altari gentaglia come Gelli, Craxi, Mangano, Dell’Utri…?

In un paese che funziona ci devono essere regole semplici e certe. E ci devono essere processi giusti che terminano a sentenza, senza prescrizioni, processi troncati, legittimi impedimenti, impunità e depenalizzazioni.

Quando il giudice Cascini arriva in Calabria e ha di fronte una potenza come la ‘ndrangheta che fattura per 43 miliardi l’anno, si trova in ufficio 3500 processi non finiti e 357 processi nuovi al mese. Come pensate che un giudice possa combattere così?

E ora Berlusconi ha tutta intenzione di portargli via anche quella prova principe di reati che è data dalle intercettazioni. E ormai dubitiamo che il Pd “da San Remo” troverà qualche buona ragione per accodarsi.

60 miliardi persi per la corruzione della PA

Abbiamo una Finanziaria da 13 miliardi e Tremonti ci dice che le casse dello Stato sono vuote, quando la sola corruzione nella Pubblica Amministrazione brucia ogni anno 60 miliardi di euro! E questo Governo che fa? Alimenta con leggi assolutistiche proprio questo malaffare e questa corruzione di Stato!! Fa ogni sorta di indulti, condoni, depenalizzazioni e deformazioni processuali per lasciare che la casta dei corrotti la faccia franca e anzi prosperi e si arricchisca. Premia addirittura chi corrompe di più. Propone come modello agli uomini dei mafiosi e come modello alle donne delle puttane. Stravolge l’idea stessa di famiglia e di onore, per non parlare dell’idea di democrazia, di giustizia, di legge.

Ed è propagandando questo sistema di mafiosi e criminali che pensa di vincere le elezioni? Con la politica del fare? Allora le elezioni dovrebbero essere vinte dalla mafia, visto che nessuno fa quanto lei!

Nella crisi grandissima di questo paese la corruzione c’è sempre stata ma è la prima volta che le leggi dello stato vengono modificate apposta per amplificarla, favorirla e rendere impunibile.

Certo che dovremmo razionalizzare la Pubblica Amministrazione, ma facendo in modo che diventi più agile e snelle e efficiente e più controllata! Non certo creando società per azioni di diritto privato dove spariscano soldi pubblici senza vigilanza né controlli! Per colpire la corruzione occorre più democrazia, non più accentramenti di potere nelle mani di Berlusconi e più privatizzazioni dello stato! Il fatto che Berlusconi stia marciando in questo senso succede solo in Italia ed è una cosa spaventosa.

Un uomo che ha avuto l’arroganza di privatizzare la Difesa e la protezione Civile e ha una maggioranza che per tenere il potere non esita davanti a queste aberrazioni non si fermerà dinanzi a niente! E questa la politica del “fare” che desideriamo?

Privatizzare le cose pubbliche per favorire l’arricchimento di pochi magnati è una cosa che avviene in Russia o nei paesi sottosviluppati. E’ a questo che siamo arrivati?

Come società per azioni la Protezione Civile sarebbe stata posseduta al 100% da Berlusconi, come fosse stata Mediaset! Proprietà del presidente del Consiglio! Si rende conto la Lega di quello che la lasciato fare? O sono troppo intenti a dare la caccia al negro per capire che Berlusconi gli sta sfilando il tetto sulla testa?

La dichiarazione di Berlusconi che i Pm si devono vergognare non è stata presa bene dagli italiani. Il 72% (Pagnoncelli) lo hanno rifiutato. Solo il 9% degli italiani pensa che tangentopoli sia finita. Il 93% ne incolpano i politici. Per quale astrusità poi li rivotano?

3000 intercettazioni dimostrano che la olitica del fare alimenta solo il malaffare.
Senza regole dobbiamo sperare non solo che Bertolaso sia un santo ma che superi il Papa. Noi non ci possiamo fidare di nessuno.

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